La Sicilia Orientale, in particolar modo, le province di Catania e Messina è stata interessata dal mese di luglio da una straordinaria ondata di calore, con temperature torride, che ha colpito gli agrumeti della Piana di Catania, gli Oliveti, le piante fruttifere come l’uva da tavola e la frutta estiva, ed i terreni coltivati ad ortive.
«Un evento gravissimo per il quale chiediamo lo stato di calamità – dicono il presidente della Cia Sicilia Orientale, Francesco Favata e Nicolò Lo Piccolo, produttore, componente della direzione Cia – Colpito anche il comparto degli apicoltori che ha subito danni enormi per via degli incendi divampati nelle aree boschive, che hanno distrutto arnie e telaini da nido, e dimezzato la popolazione delle api».
La richiesta della Cia è chiara, serve «un intervento urgente all’assessore regionale dell’Agricoltura Luca Sammartino, in cui la Cia Sicilia Orientale si farà promotore di un tavolo attorno al quale invitare tutte le associazioni regionali. Sollecitati all’ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Catania anche i sopralluoghi di rito, così come previsto dall’attuale normativa sui danni in agricoltura provocati da calamità naturali e l’accertamento dei danni alla produzione ed alle strutture».
«La vastità dei danni riguarda sia il territorio colpito sia il gran numero di aziende interessate – spiega Favata –
particolarmente danneggiate sono state le produzioni; si temono danni anche alle strutture con il disseccamento dei rami degli impianti arborei. In questi giorni, si sono verificati anche disservizi di energia elettrica fino alla totale mancanza. Le aziende agricole si sono trovate nell’impossibilita di azionare gli impianti di sollevamento dell’acqua e di non poter irrigare le colture arboree ed ortive. A questo, si aggiungono i disservizi del Consorzio di Bonifica nell’approvvigionamento idrico alle aziende».
«Per quanto riguarda il comparto apistico -spiegano Favata e Lo Piccolo – la Sicilia Orientale è la zona più rappresentativa a livello regionale, dove si concentra, tra Catania e Siracusa, oltre 50 per cento del patrimonio apistico, e a sua volta la Sicilia è la regione che produce più miele a livello nazionale. I danni sono enormi, dall’inizio dell’anno le perdite si aggirano sull’80 per cento. Moltissime aziende apistiche sono sull’orlo del fallimento, diverse stanno già chiudendo, e se restano in vita è solo grazie alla resilienza e alla passione degli apicoltori perché ad oggi non esiste un adeguato ritorno economico per l’attività imprenditoriale svolta».
«Il nostro grido di allarme continua – proseguono Favata e Lo Piccolo – le perduranti e avverse condizioni meteo, gelate, grandine, ventosità, piogge intense e durature, hanno ridotto allo stremo gli alveari, già provati da autunno e inverno fuori norma, con temperature sopra la media e assenza della vera e propria pausa invernale, vitale per gli alveari, compromettendo le produzioni del miele primaverile di agrumi, di sulla, millefiori. Con le elevate temperature delle ultime settimane, ora, è quasi azzerata la produzione estiva di miele di castagno ed eucalipto».
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