Il Governo Letta scippa i soldi alla Sicilia e poi magari ci concede un prestito

Il Governo nazionale ha scippato alla Sicilia 800 milioni di euro. Un prelievo forzoso dall’economia reale della nostra Isola – e quindi dalle tasche dei siciliani – non per risanare il Paese, come cercano di farci credere, ma per alimentare la finanza truffaldina e per sostenere le banche.

Già, le banche. Nei Paesi normali le banche, attraverso l’erogazione del credito, vengono incontro alle famiglie e sostengono le imprese. In Italia – e soprattutto in Sicilia – le banche affamano le famiglie e si guardano bene dall’erogare il credito alle imprese, costrette spesso a rivolgersi agli strozzini e alla mafia (ammesso che ci sia differenza tra i due soggetti).

Ricordare, cari lettori LinkSicilia? Appena tre settimane fa, in occasione dell’approvazione di Bilancio e Finanziaria, l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, diceva che tutto era a posto. Noi, al contrario, scrivevamo che tutto era fuori posto. E che la legge sarebbe stata impugnata.

I fatti ci hanno dato ragione, visto che il Commissario dello Stato ha impugnato oltre 20 articoli di una legge di circa 70 articoli.

Oggi, a venti giorni circa dall’approvazione di Bilancio e Finanziaria, l’assessore Bianchi, che diceva che tutto era a posto, dice che nelle ‘casse’ della Regione non ci sono soldi. Ma come, assessore, non era tutto a posto? A venti giorni dall’approvazione del Bilancio 2013 non ci sono più soldi?

La Regione annuncia che, da Roma, stanno arrivando i soldi per pagare le imprese. Dovevano essere 700 e passa milioni di euro. Invece ne arriveranno, sì e no, la metà.

Ma, attenzione: lo Stato non ci sta regalando nulla. Si tratta di un prestito della Cassa Depositi e Prestiti. Soldi che dovremo restituire.

Per la cronaca, la Cassa Depositi e Prestiti, che nell’Italia di Bilderberg è stata privatizzata, dovrebbe prestare i soldi alle pubbliche amministrazioni per gli investimenti. Invece, adesso, la Cassa Depositi e Prestiti presta i soldi e Regione e Comuni per le spese correnti. Possibile?

Assessore Bianchi, lei che è così bravo, che è così romano, lei che conosce bene l’ex Presidente del Consiglio, Mario Monti, ci vuole spiegare perché la Cassa Depositi e Prestiti presta soldi a una Regione sull’orlo del fallimento e, forse, ai Comuni siciliani che nascondono il dissesto finanziario?

Sa perché glielo chiediamo? Perché abbiamo sentito dire che la Cassa Depositi e Prestiti, in cambio di questo denaro erogato a Regione e, magari, ai Comuni dell’Isola, che utilizzeranno questi soldi per pagare – lo ripetiamo – le spese correnti, vogliono, come garanzia, i beni immobili della stessa Regione e degli stessi Comuni.

E’ vera questa storia? E se è vera non sarebbe il caso di avvertire i cittadini siciliani che i nostri governanti stanno sbolognando i beni di famiglia? Non sarebbe il caso di avvertire il Parlamento siciliano? O forse i parlamentari di Sala d’Ercole sono d’accordo con il Governo?

Presidente Rosario Crocetta: lei che organizza sempre le conferenza stampa dove si parla del tutto e del niente, perché non ne organizza un’altra e ci spiega che cosa state combinando con la Cassa Depositi e Prestiti? E’ vero che avrebbero gettato gli occhi sui beni immobili della Sicilia?

Andiamo ai Comuni. Le fanfare del Governo regionale annunciano “un patto di stabilità più leggero per gli Enti locali siciliani”. Questo il ‘succo’ dell’accordo firmato ieri tra Regione e Anci Sicilia. Comuni e Province dell’Isola, recita l’accordo, ridurranno, in media, dell’80 percento la partecipazione al bilancio dello Stato.

Nessuno dice che i Comuni siciliani non avrebbero, in ogni caso, potuto partecipare “al bilancio dello Stato”. Per un motivo semplice: perché sono ‘in bolletta’. Molti Comuni non hanno più i soldi per pagare i propri dipendenti, figuriamoci se possono pagare i ‘tributi’ di ‘stabilità’ al Governo di Bilderberg, pardon, di Letta e Berlusconi…

 

 

Redazione

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