LA STRUTTURA SANITARIA DELLA CITTA’ DELLO STRETTO PERDERA’ IL PRONTO SOCCORSO E ALTRI REPARTI. DI FATTO, CON UNA MENZOGNA (IL POLO DI ECCELLENZA MATERNO INFANTILE CHE NON CI SARA’ MAI), STANNO PRIVANDO I MESSINESI DI UNA STRUTTURA SANITARIA ESSENZIALE. I SILENZI DEI ‘RIVOLUZIONARI’ DEL MEGAFONO DELLA CITTA’ DELLO STRETTO. IL PD FA IL PESCE DENTRO IL BARILE. LE PROTESTE DELL’UDC DI D’ALIA CHE, PERO’, RIMANE DENTRO IL GOVERNO REGIONALE
Il Governo regionale di Rosario Crocetta si accinge a massacrare la sanità pubblica a Messina. Il tutto tra le proteste dei cittadini e della politica messinese. Ma nella Città dello Stretto, a quanto pare, i cittadini e la politica non contano molto. Anzi, non contano proprio niente.
Giovedì prossimo il direttore generale dellAzienda ospedaliera Papardo-Piemonte, Michele Vullo, già esponente della Cgil siciliana, delibererà laccorpamento delle strutture di Ostetricia e Ginecologia dei due ospedali, così come previsto dal Piano regionale ospedaliero di riordino dellassessore regionale, Lucia Borsellino.
Ma questo Piano non è stato ‘bocciato’ dal Governo nazionale? Oppure è un corso una recita a soggetto tra Governo Crocetta e Roma?
L’accorpamento dei due reparti comporterà il trasloco del Punto nascita dall’ospedale Papardo all’ospedale Piemonte. Quest’ultimo viene spacciato per un Polo materno infantile. Un’operazione che si tradurrà nella chiusura di tutti gli altri reparti e, soprattutto, del Pronto Soccorso. Penalizzando i cittadini messinesi.
Sulla vicenda è intervenuto il Consiglio comunale di Messina. Il timore è che Governo nazionale e Governo regionale, per risparmiare, puntino alla sostanziale chiusura dell’ospedale Piemonte.
Insomma, invece di potenziare il Pronto Soccorso dell’ospedale Piemonte, il Governo Crocetta lo vuole chiudere. Creando un disservizio ai cittadini messinesi.
Non si capisce, in questa storia, quale sia il ruolo del Sindaco della Città dello Stretto, Renato Accorinti, che in un primo momento aveva annunciato le ‘barricate’ contro la chiusura sostanziale dell’ospedale Piemonte, mentre in queste ore starebbe riscoprendo le ‘virtù’ della moderazione…
Da quotidiano Tempostretto.it leggiamo un’incredibile dichiarazione del nuovo ‘manager’ dell’Azienda ospedaliera messinese, il già citato Michele Vullo: La crisi – dice Vullo – deve essere vista come opportunità per trovare soluzioni migliori e la politica deve imparare a fare questo. I dati parlano da soli: la Sicilia ha la media più alta di decessi per ogni mille bambini, e la nostra provincia ha la percentuale più alta di complicanze. Un altro dato è il 56% dei parti cesarei. Nel decidere dove spostare i reparti di Ostetrica abbiamo tenuto in considerazione il fatto che il Piemonte ha tempi di degenza minori e numero di parti più alto, nonché 78 posti letto. Quanto al Pronto Soccorso del Piemonte, è il più a rischio, perché non è collegato con alcun reparto e nei casi di angioplastica o ictus il paziente deve essere trasferito in altri ospedali. Se resta al Piemonte sarà solo pronto soccorso ostetrico-pediatrico, per mamme e bambini.
Vullo si dimentica di dire che a privare il Pronto Soccorso dell’ospedale Piemonte dei collegamenti con i reparti – e quindi a provare l’ospedale pubblico di Messina di reparti essenziali – non è stata la ‘sorte maligna’, ma la stessa Regione siciliana. Così assistiamo al paradosso di un Governo regionale ‘di sinistra’ che, invece, di potenziare un ospedale pubblico, finisce di smantellarlo.
La tecnica è sempre la stessa: si dice che l’ospedale pubblico – in questo caso il Piemonte – diventerà un polo di eccellenza materno-infantile. Intanto lo stesso Piemonte viene smantellato, gabbando i cittadini, che non vedranno mai il polo di eccellenza, ma perderanno l’ospedale Piemonte.
E’ la stessa tecnica operata dal Governo regionale di Raffaele Lombardo, assessore alla Sanità-Salute Massimo Russo (del quale, non a caso, Lucia Borsellino, attuale assessore regionale alla Salute, era stratta collaboratrice): tra il 2008 e il 2012 si smantellavano ‘pezzi’ di sanità pubblica con la scusa che sarebbe stata costituita la ‘medicina del territorio’. Il risultato è che la ‘medicina del territorio’ è una mezza sceneggiata napoletana, mentre interi ‘pezzi’ della sanità pubblica sono stati smantellati.
Sulla vicenda interviene il leader dell’Udc siciliana, Giampiero D’Alia, che con due anni di ritardo si sta accorgendo di appoggiare un Governo regionale che va contro gli interessi dei siciliani.
Le dichiarazioni del direttore generale dellAzienda Ospedaliera Papardo – Piemonte di Messina, rese oggi davanti al Consiglio comunale della città (ieri per chi legge), sono gravi e irresponsabili. Emerge la volontà di chiudere lospedale Piemonte – dice lex ministro – senza che si realizzi realmente un polo materno infantile. A tale circostanza si associa la grave dichiarazione sulla pericolosità sociale del presidio ospedaliero in questione, senza che però tutto ciò porti a valide e immediate alternative per la collettività”.
Si tratta, per altro – aggiunge D’Alia – di dichiarazioni che procurano un forte allarme sociale e che non tengono in alcuna considerazione la discussione pubblica che sulla questione è appena iniziata in consiglio comunale. A questo punto è urgente che intervenga lassessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, visto che il direttore generale ha preannunciato discutibili interventi già nei prossimi giorni. Non credo tale situazione sia più tollerabile, né possono essere ammesse connivenze più o meno evidenti dellAmministrazione comunale della città.
Chiaro l’attacco di D’Alia al Sindaco Accorinti, che sembra ormai appoggiare la linea di Michele Vullo e del Governo Crocetta.
Quest’ultimo replica a D’Alia, sembra su tempostrettop.it:
DAlia ci dice di sederci attorno ad un tavolo, ma è già stato fatto e cera pure lui. Parlo ovviamente del decreto Balduzzi. Giovedì delibererò: provvederemo allunificazione del punto nascita al Piemonte e avvieremo una campagna istituzionale per spiegare ai cittadini che per determinati interventi non bisogna recarsi al Pronto Soccorso, perché non è possibile dare risposte immediate.
Per il PD parla il deputato regionale Franco Rinaldi:
Dovè scritto che il Piemonte deve restare Polo Materno infantile? Non è scritto da nessuna parte, neanche nel decreto Balduzzi, richiamato da Vullo. Perché non lo facciamo al Papardo il polo materno?.
Nota a margine
I ‘SILENZI’ DEL MEGAFONO DI MESSINA E DEL SEGRETARIO DEL PD RACITI. PERCHE’ L’UDC DI D’ALIA NON RITIRA GLI ASSESSORI DAL CROCETTA
La verità è che Messina è attonita. Nessuno immaginava che il Governo regionale chiudesse, di fatto, l’Ospedale Piemonte.
In questa vicenda registriamo, per esempio, il silenzio dei dirigenti del Megafono di Messina, che nel 2012 inondavano la rete di messaggi sulla ‘Rivoluzione’. Amici del Megafono di Messina: che vi è successo? Avete perso la parola? Siete d’accordo su quello che sta facendo il vostro presidente ‘Rivoluzionario’?
Ancora più inquietante è il silenzio del PD siciliano, come se Messina non fosse un’importante città dell’Isola. Alla fine, nel Partito Democratico, l’unico a parlare è il cognato dell’onorevole Francantonio Genovese, Rinaldi. Mentre tutti gli altri tacciono.
Che fine hanno fatto i deputati regionali messinesi del PD? Pure loro hanno perso la parola? E che fine ha fatto il segretario regionale del PD, Fausto Raciti?
Questo giovane segretario regionale – stando a quello che vediamo – parla solo per reclamare le poltrone della Giunta Crocetta? Non ci sembra un gran parlare.
A Raciti e alla deputazione messinese – nazionale e regionale – ricordiamo che le scelte scellerate che il Governo Crocetta si accinge ad effettuare sulla sanità della Città dello Stretto avranno effetti dirompenti non soltanto su Messina, ma anche sul PD, che verrà chiamato a rispondere degli atti di un Governo che all’Ars non cade grazie anche ai voti di questo partito.
Segretario Raciti: è inutile che lei, a Messina, continua a tenere la testa sotto la sabbia. Perché gli elettori messinesi si ricorderanno, al momento del voto, di tutto quello che sta succedendo.
L’Udc, infine. Onorevole D’Alia: le vuole contrastare le scelte del Governo Crocetta restando a far parte della Giunta Crocetta? Perché non esce dal Governo? Lo sa, onorevole D’Alia, che restando a far parte del Governo Crocetta lei e il suo Partito diventerete lo zimbello dell’intera Sicilia?
Ultimo appunto all’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino: il Piano di riordino al quale si appella Vullo è, per caso, quello che è stato ‘bocciato’ dai dirigenti medici della Sicilia e, soprattutto, dal ministero della Salute?
Foto di prima pagina tratta da tempostretto.it
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