da Alfonso Leto
riceviamo e volentieri pubblichiamo
– Al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta
e, per conoscensa:
– allassessore regionale dellEnergia e dei servizi di pubblica utilità, dott. Nicolò Marino;
– Ai Sindaci e ai Presidenti dei consigli comunali dei Comuni di: Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana;
– Al capogruppo di minoranza al consiglio comunale di Santo Stefano Quisquina, Ing. Stefano Leto Barone;
– Al Presidente dellUnione dei Comuni Platani Quisquina Magazzolo;
-Agli organi dinformazione
Signor Presidente,
nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 12-07-2013 è pubblicato il decreto con cui il dirigente generale del dipartimento dellEnergia e dei Servizi di Pubblica Utilità, sotto legida dellomonimo assessorato, retto dal dott. Nicolò Marino, con una bella firmetta concede una ulteriore dotazione di 10 litri al secondo, in aggiunta ai 10 già in attivo, alla Sanpellegrino S.p.A. (ovvero al marchio Nestlèacqua Vera S.Rosalia) respingendo le opposizioni dei Sindaci e dei Consigli Comunali del territorio: Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana e del Consiglio dellUnione dei Comuni Platani Quisquina-Magazzolo che, tempestivamente e con documentate ed allarmate analisi hanno scongiurato lennesima insistente richiesta.
Le istituzioni del territorio hanno ben delineato nei loro ricorsi, studi alla mano, le speculazioni sul bacino idrico della Quisquina che, per incauta ammissione stessa dei vertici della Nestlè «è lo stesso a cui attinge oggi un sistema di acquedotti che rifornisce sia larea dei monti Sicani che la stessa Agrigento»(1), nonché la comunità di Santo Stefano Quisquina lasciata sola ancora una volta a difendere lacqua di tutti contro questa crescente espoliazione del mercato sullacqua bene comune, sloogan diventato nel frattempo un vero e proprio luogo comune della politica a cominciare dalla Sua, Presidente, che ancora temporeggia sullattuazione reale di una ripubblicizzazione che vede, per esempio, qui a Santo Stefano Quisquina (Comune non consegnatario degli impianti) società private, come Girgenti Acque, mantenere per diritto neofeudale i loro avamposti su pozzi e sorgenti che dovrebbero invece tornare alla gestione pubblica (i pozzi SantElia e la sorgente Capo Favara) che sembrano invece scomparsi persino dalle mappe dei Piani regolatori regionali delle acque e che invece sono fondamentali per lapprovvigionamento idrico della comunità.
Oggi, linsistenza della multinazionale, nel promuovere il proprio interesse di mercato sullacqua pubblica, beneficiaria del raddoppio della già controversa prima concessione (alla società supporter Platani Rossino), risalente al 2000, mette in atto un progressivo depauperamento patrimoniale delle falde acquifere serventi le strutture idropotabili di Santo Stefano Quisquina (e di numerosi altri Comuni della Provincia) e con il rischio idrogeologico connesso ad un così massiccio uso del bacino.
Con quella sua bella firmetta, lassessore Marino sembra non abbia tenuto conto di un dato geologico ancora inconfutato in sede tecnica, e cioè che la falda acquifera intercettata non è una nuova risorsa idrica, come invece prescriveva loriginario permesso di ricerca, ma trattasi di una risorsa ben nota: lacquifero della Quisquina, esteso per 48 kmq che alimenta anche le sorgenti che danno lacqua ai paesi dellentroterra montano e alle molte altre stazioni della sete agrigentina, come già studiato e descritto nel corso degli anni da univoci studi geologici condotti dal prof. Livio Trevisan, ordinario di Geologia dellUniversità di Pisa (1963), dai proff. Rosario Alaimo (Docente di Geochimica) e Antonio Daina (Docente di Geologia applicata) dellUniversità di Palermo(1988 e 1990). Studi di cui sono sempre stati a conoscenza tutti gli enti, per le ben note altre vicende che hanno storicamente coinvolto il bacino per le ben note problematicità cicliche legate al suo equilibrio e alla sua pubblica fruibilità. Ebbene i pozzi Sanpellegrino-Nestlè esistono e insistono proprio al centro di quellarea di bacino!
Anche lEas, già con una nota del 4 agosto del 2000 aveva avvertito che gli allora realizzandi pozzi dello stabilimento «sfruttando le risorse idriche del complesso acquifero avrebbero comportato riflessi pregiudizievoli per lapprovvigionamento idropotabile del comune di S.Stefano Quisquina». E, per la verità, non è stato mai reso noto nessuno studio alternativo, non di parte, che dicesse il contrario. Ma le concessioni su quellarea sono continuate inarrestabili fino alla bella firmetta del suo assessore Marino. Questo inverosimile e inarrestabile successo delle richieste della multinazionale ha avuto nel Suo Governo, e dunque in Lei, il rafforzamento delle stesse garanzie di cui in pratica Platani Rossino prima e Nestlè dopo hanno potuto godere, alle origini: Governo Capodicasa (assessore Manzullo) che ha accordato il permesso di ricerca, 04.08.1999); Governo Cuffaro (assessore Lo Giudice) che ha rigettato i primi ricorsi e concesso e ampliato la concessione fino a 10 litri/secondo dal 2003 al 2006; Governo Lombardo il quale, mentre da un lato mostrava di opporsi alla concessione Nestlè, dallaltra continuava fino allultimo giorno del suo mandato ad assegnare risorse idriche (area ex pozzi Montecatini) a società private quali il consorzio del Voltano afferente Girgenti Acque (2).
Fino ad arrivare oggi al Governo Crocetta il cui assessorato dellenergia e dei servizi di pubblica utilità, con maggiore rapidità di tutti i suoi predecessori, ha semplicemente cassato un iter che rende un pessimo servizio sia alla salvaguardia dellenergia (lacqua: la n. 1 delle fonti energetiche) che ai servizi di pubblica utilità: una continuità inaspettata da parte di chi, come me, aveva tributato al Suo governo fiducia, e vede invece portare sul piatto doro della Nestlè il raddoppio della già controversa concessione, e -quel che è davvero incredibile- sfruttando le risorse di un bacino idrico notoriamente condiviso con le risorse pubbliche.
Se penso, Presidente, di averLa votata fiducioso e convinto che la Sua storia, le sue battaglie a Gela, e poi il suo programma potessero essere un sicuro argine contro tutta questa sorta di speculazioni a danno del patrimonio idrico pubblico; se penso che, pur di votare Lei e il mio caro amico Antonio Presti mi sono sobbarcato pure il rischio (centrato in pieno!) di votare anche Bebbe Lumìa al Senato lo stesso Lumìa il quale, quando era ancora presidente di quel circolo dei civili chiamato commissione regionale antimafia, venne qui a S.Stefano Quisquina e, in un pubblico incontro, preso atto della problematica Nestlè (che disse di non conoscere!) acquisì tutti i documenti per farsene carico, invece dileguandosi nel nulla senza fare nulla quando ancora qualcosa si poteva fare; se penso infine che in questo epilogo delle concessioni Nestlè, a confronto con la sua infruttuosa intransigenza contro i poteri forti e i corrotti, il Suo governo non abbia resistito nemmeno un giorno contro le pretese di una multinazionale che accansa, in maniera crescente, diritti sulle risorse idriche che alimentano pubblici bacini ; ebbene, non mi rimane che sgranare il mio rosario del pentimento per averLe tributato una fiducia immeritata, ponendomi anche lurgenza civile e anche politica di porgere a Lei 9 semplici domande, simili a quelle che due anni fa posi al Suo predecessore, non fossaltro che per trarre una qualche legittima spiegazione a questo insensato privilegio di mercato sullacqua pubblica, confezionato dallEnte Regionale delle Miniere di Caltanissetta (il braccio tecnico che ha motivato tutte le concessioni) e che Lei oggi ha di fatto avallato:
1. E lecito che i permessi di ricerca e le conseguenti concessioni regionali allestrazione dacqua minerale vengano dati su bacini idrici che alimentano anche sistemi idropotabili pubblici?
2. Esiste forse un diritto naturale e/o costituzionale per il quale un pubblico Ente (come la Regione) debba sentirsi obbligato a concedere risorse pubbliche, senza poter nemmeno preventivamente, esercitare una forma di tutela delle stesse? E quali forme di studio e di tutela avrebbe messo in campo il suo governo prima di concedere altri 10 litri alla multinazionale?
3. Lei è a conoscenza, Presidente, che la concessione assai redditizia, per la Nestlé Acqua Vera, ha comportato fino ad oggi un guadagno per la Regione di sole 36 mila euro annui? (quanto un negozio di intimo in centro città: chincaglierie in cambio doro ai nativi siciliani!-)
4. Dopo gli studi ben noti e referenziati, eseguiti sul bacino idrico della Quisquina, che prescrivono un uso prudente dell’acquifero e delineano la sua precarietà strutturale, sono stati realizzati altri studi ufficiali dalla pubblica amministrazione che dicono il contrario? E chi li ha condotti?
5. Sulla base di quale nuovo studio tecnico approfondito, nellesclusivo interesse delle pubbliche risorse, lassessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilità ha dovuto dare concessione di questi altri 10 litri alla multinazionale?
6. Lei, presidente Crocetta, (e con lei anche le altre istituzioni comunali che ricevono questa mia lettera) non sente il dovere istituzionale e civile di approfondire e rivedere questa concessione che mette in discussione la giusta prerogativa, di almeno ben quattro comunità dellentroterra agrigentino, a tutelare lequilibrio di una così importante risorsa pubblica?
7. Quando lei Presidente- dice ripetutamente No a forme di privatizzazione pericolose che aprono a infiltrazioni mafiose”, in concreto, di cosa sta parlando?
8. Pensa di poter essere, in tutta coscienza, e come presidente dellente concessionario, garante della liceità di questa ultima concessione come lo sono stati i suoi predecessori?
9. In ultimo: -Quando in futuro, con mutate condizioni climatiche, si verificassero le cicliche siccità con i temuti dissesti idrogeologici e le disfunzioni a carico della risorse idropotabili dellarea, a chi dobbiamo rivolgerci per avere giustizia? E chi pagherà? Possiamo a buon diritto inserire il suo nome e quello dellassessore Marino nella lunga lista degli irresponsabili?
Attendo, senza troppa speranza, che questi miei quesiti abbiano una risposta ma, soprattutto, che il merito delle questioni poste attivi quel giusto impegno istituzionale (e mi riferisco anche alle Istituzioni locali di maggioranza e di opposizione che leggono questo mio documento) volto alla tutela della risorsa idrica in continuità con quellimpegno che finora ha visto i Comuni produrre invano atti e ricorsi a tutela del patrimonio idrico regionale, concesso e svenduto per quattro soldi proprio da una regione Siciliana che invece avrebbe dovuto gestirlo e tutelarlo.
Alfonso Leto
S.Stefano Quisquina 26. 07.2013
nota: nel virgolettato, una citazione testuale delle dichiarazioni della dottoressa Manuela Kron , direttore di Nestlè corporatete Italia, rese in una sua lettera a La Repubblica Palermo del 5 Aprile 2008
vedi delibera della Giunta Regionale n. 347 del 30/11/2011
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