Il Governo Crocetta e la “Rivoluzione ignorante”

di Ignazio Buttitta

Non può esserci nessuna autentica ‘rivoluzione’ senza valide ed efficaci politiche sociali e culturali. Stiamo patendo una ‘rivoluzione ignorante’: una rivoluzione disorganica che se da un lato sta giustamente smontando realtà indegne e parassitarie, dall’altro non sembra essere in grado di mettere in campo seri (concreti, realistici e sistemici) progetti di ricostruzione; una rivoluzione che, così procedendo, sta colpendo senza scrupoli e senza pietà le fasce più deboli della popolazione; una ‘rivoluzione laida’ che inneggia all’estensione e alla condivisione dei diritti mentre ignora o non sa rispondere ai bisogni fondamentali dei cittadini e al loro diritto alla salute fisica e spirituale; che, in nome di esigenze di bilancio, chiude reparti specialistici e punti nascita e lascia morire importanti istituzioni culturali: fondazioni, musei, teatri, orchestre, etc.; che gode di celebrazioni e di festeggiamenti, tanto clamorosi quanto effimeri, e non interviene concretamente a favore del disagio, della marginalità, della miseria materiale e morale sempre più dilaganti.

Ciò che più mi sconcerta non è la chiassosa insipienza del Presidente e il silenzio dei suoi assessori fantoccio, del tutto incapaci (per timore e/o per incompetenza) di esprimere proposte concludenti e di promuovere interventi positivi, piuttosto mi sconcerta la perdurante sostanziale acquiescenza di una maggioranza parlamentare sempre pronta a barattare i bisogni dei più a vantaggio dei propri personali privilegi, sempre pronta a sostenere nei fatti (perché le critiche e le dissociazioni verbali non bastano) la ‘rivoluzione ignorante’.

Vedi mio caro/a amico/a in politica, anche e soprattutto in politica, dove le tue scelte non coinvolgono i singoli ma intere comunità non contano le parole dette in camera caritatis e neanche i comunicati stampa, le espressioni di attenzione e di solidarietà, le pubbliche prese di posizione. Contano piuttosto i fatti, le leggi che scrivi e/o che voti e le loro conseguenze. Non vale come giustificazione il fatto che tu spesso, troppo spesso, legiferi e approvi leggi su temi che conosci poco o nulla, il fatto che tu spesso, troppo spesso, non hai le competenze per poter valutare gli effetti di ciò che approvi. Sono fatti questi che aggravano la tua posizione! Non dubito della tua buona fede, che tu creda realmente di lavorare per il bene pubblico senza curarti del tuo interesse privato, che tu possa credere di aver tamponato un’emergenza, di aver fatto quanto era possibile per risolvere il problema. Ma quello che hai fatto, la legge che hai approvato* è il peggio che tu potessi fare.

L’opinione pubblica potrà finalmente credere che privilegi e clientele siano stati spazzati via e che i meriti e le competenze potranno finalmente essere premiati con assoluta equità. In verità ciò che hai spazzato via sono anni di lavoro, storie e patrimoni culturali, competenze e professionalità, vite e speranze. Con questa scellerata (ma ben meditata) legge di mano governativa sul finanziamento agli enti e agli istituti culturali tu hai condannato alla dissoluzione quelle poche realtà che in Sicilia sostenevano una seria e pulita politica culturale. Una postilla: ciò che più suscita la mia riprovazione è che tu sei un esponente del PD, uno ‘di sinistra’. Lascia che ti dica: ripassati la storia del tuo partito, quella storia che con il tuo comportamento acquiescente hai indecorosamente lordato.

6,5 milioni di euro è la somma che un disegno di legge del Governo approvato nell’ultima seduta dell’Ars, assegna al finanziamento di enti, associazioni, fondazioni impegnate in ambito socio-sanitario, culturale, sportivo, assistenziale, etc. Vi si potrà accedere attraverso un bando pubblico aperto a tutte le realtà dotate di alcuni essenziali requisiti. È poco più di 1/5 di quanto era destinato fino all’anno scorso alle sigle contenute nella ex Tabella H ritenute dai più un aggregato di soggetti privilegiati, serbatoi di voti e di servizi per partiti e singoli deputati.

Fatto quest’ultimo vero solo in parte e in piccolissima parte per i soggetti afferenti all’Assessorato Beni Culturali. Dietro l’apparente apertura a tutte le realtà associative – che di fatto ‘virtualmente’ c’è sempre stata esistendo presso ogni assessorato fondi a sostegno di iniziative e attività messi a disposizione attraverso bandi pubblici (per i Beni culturali: ‘Attività culturali’ e ‘Iniziative direttamente promosse’; ma anche ‘Attività teatrali’ e ‘Attività musicali’ di competenza dall’Assessorato al Turismo) – si nasconde il disegno della Presidenza della Regione, perseguito sin dal momento dell’insediamento, di avocare a sé il compito di distributore di contributi.

 

Redazione

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