Il Governo Crocetta affonda e la Sicilia e i siciliani affondano con il Governo Crocetta

ORMAI IL PRESIDENTE DELLA REGIONE GUIDA UNA MACCHINA IMPAZZITA CHE STA TRASCINANDO NEL BARATRO UN’INTERA COMUNITA’

Messi all’angolo da ben due mozioni di censura all’assessore alla Formazione Nelli Scilabra, con l’Amministrazione regionale che fa acqua da tutte le parti, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il senatore Giuseppe Lumia rilanciano. Sfidano quella parte del PD che non risparmia critiche al Governo (leggere i cuperliani) e sfidano, soprattutto, il Parlamento siciliano. Sanno che in Aula l’assessore Scilabra verrà censurata. Ma, con molta probabilità, contano di non farla dimettere. E di tirare comunque a campare.

Gli assessori, è noto, li nomina il presidente della Regione. Non è più come prima del 2001, quando venivano eletti dall’Aula. Allora Sala d’Ercole li eleggeva e – se le condizioni politiche lo richiedevano – Sala d’Ercole li sfiduciava.

Oggi non è più così. Anche in presenza di una censura e di una richiesta di dimissioni da parte dell’Aula, il presidente, se vuole, può continuare a tenere in Giunta l’assessore ‘bocciato’ dall’Assemblea regionale siciliana. Si tratterebbe di un fatto politico gravissimo, che esaspererebbe gli animi di una politica siciliana già ‘calda’. Ma a Crocetta e a Lumia non sembra che la cosa interessi. A questi due personaggi interessa solo mantenere il potere.

Stando a quello che ha lasciato intendere Crocetta, è probabile che succederà questo: l’Aula censurerà, a maggioranza, l’assessore Nelli Scilabra. Ma questo assessore – forse uno dei peggiori governanti della storia dell’Autonomia siciliana – resterebbe al proprio posto.

Sarà così? Se sarà così, beh, va detto a chiare lettere che questa non sarà, da parte dell’attuale Governo regionale, una manifestazione di forza, ma di estrema debolezza. Crocetta – come ci capita spesso di scrivere – resta presidente della Regione solo perché i deputati dell’Ars non vogliono ‘staccare la spina’ per non perdere i 18 mila euro mensili. Per il resto, è un presidente dimezzato dalla propria incapacità politica e amministrativa. 

Forte di questa ‘assicurazione’ sulla vita del suo Governo – i deputati dell’Ars che non lo manderanno a casa per conservare i 18 mila euro al mese – Crocetta prosegue la sua folle corsa verso il nulla politico. Infatti, mentre questo personaggio continua a bearsi di un ruolo per il quale, ogni giorno, dimostra sempre più la propria inadeguatezza a ricoprirlo, la Sicilia precipita nel baratro.

Un comunicato diramato ieri sera dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle lancia l’allarme:

“Mentre la maggioranza ed il Governo continuano a litigare per la spartizione delle poltrone degli assessorati, i Comuni siciliani vengono lasciati allo sbando e penalizzati dai continui tagli dei trasferimenti di Stato e Regione”.

“I Sindaci dei Comuni siciliani – afferma la deputata Cinquestelle Claudia La Rocca, che proprio ieri sera ha assistito a Bagheria all’incontro del “Patto di Ventimiglia”, tra i primi cittadini della provincia di Palermo – si trovano oggi ad affrontare in prima linea e senza un adeguato supporto problemi su servizi essenziali per i cittadini, come l’acqua e la gestione dei rifiuti”.

“E’ inaccettabile – aggiunge La Rocca – che il giro delle poltrone si ponga per l’ennesima volta come priorità rispetto ai problemi seri e reali della Sicilia”.

“Con il nostro appello – affermano congiuntamente i parlamentari M5s – chiediamo si porti avanti l’iter per la riforma della gestione del servizio idrico, ad oggi fermo in II Commissione; e per quanto riguarda i rifiuti (altro tema caldo e che nessuno sembra voler risolvere sul serio), che venga effettivamente applicato quanto previsto dalle direttive comunitarie in materia e dalla l.r. 9/2010, nonché l’applicazione delle modifiche al Piano Gestione Rifiuti previsto dalla nostra mozione approvata in aula lo scorso giugno. Non dimentichiamo, inoltre, la tanto attesa ‘seconda parte’ della riforma sulle Province, che ci auguriamo non si riveli una farsa. Chiediamo a questo governo risposte serie, concrete e celeri”.

Ai problemi dell’acqua e dei rifiuti si aggiungono altri problemi irrisolti. Ieri sera il presidente dell’associazione degli enti formativi d’ispirazione cattolica che si occupano di formazione professionale dell’Obbligo (in pratica, i corsi riservati ai minori a rischio, cioè quelli che hanno abbandonato la scuola dell’obbligo), Padre Lucente, ha denunciato fatti gravissimi.

Ovvero, corsi di formazione dell’Obbligo formativo finanziati dal Governo regionale con 8 mesi (e, in alcuni casi, anche più di 8 mesi) di ritardo. Cosa, questa, che ha provocato malumori tra i familiari di questi minori e tra gli stessi ragazzi. Alcuni di questi ragazzi si sono addirittura ritirati e così non completeranno il corso dell’Obbligo formativo. Magari per tornare in strada.

Un fatto del genere è grave. Soprattutto in Sicilia dove la mafia è sempre alla ricerca di manovalanza. E diventa ancora più grave se si pensa che questi ritardi non sono stati provocati dalla mancanza di risorse finanziarie.

Su questo punto è bene fare una precisazione. Erroneamente, è stato fatto credere che il Piano Giovani sia l’avviso per i tirocini formativi: non è così; il Piano Giovani è un Piano da 453 milioni di euro, finanziato con le risorse del Fondo sociale europeo 2007-2013 del quale i tirocini formativi (100 milioni di euro) sono solo una parte; mentre gli altri soldi servono per la formazione e per altre politiche del lavoro.

Ebbene, il Governo Crocetta, con il Piano Giovani ha provato, senza riuscirci, ad assegnare i tirocini formativi provocando una confusione immane (e tanti ricorsi: a cominciare da quello del Codacons); nel fare questo ha intruppato quattro società esterne all’Amministrazione regionale senza nemmeno lo straccio di un’evidenza pubblica.

Insomma, ha trovato i soldi per foraggiare società esterne alla Regione che, per ciò che riguarda l’assegnazione dei tirocini formativi, non servono assolutamente a nulla. Anzi, a qualcosa servono: a fare lavorare, naturalmente in queste società esterne all’Amministrazione, parenti, amici e mogli di persone che operano nel gabinetto dell’assessore alla Formazione professionale.

Tutto questo già è di per sé grave. Ma è ancora più grave avere interrotto un pubblico servizio – l’Obbligo formativo per i minori si configura come interruzione di pubblico servizio – dicendo, addirittura!, di aver risparmiato 5 milioni di euro!

Evviva: 5 milioni e passa di euro ‘risparmiati’ sulla pelle dei minori, ritardando di 8 mesi l’avvio dei corsi! Una vergogna tutta siciliana che solo incoscienti possono definire “un risparmio” di 5 milioni di euro, se è vero che questi ragazzi, strappati alla strada, potrebbero tornare in strada.

E cosa dice il presidente Crocetta della sua ‘assessora’ che ha combinato un casino con i tirocini formativi e e che ha creato incredibili problemi ai centri d’ispirazione cattolica che si occupano dei minori a rischio? Che l’assessore Scilabra ha combattuto le illegalità! Siamo alla farsa.

La verità è che, da un po’ di tempo a questa parte, in Sicilia – e soprattutto nel ‘triangolo’ compreso tra Palermo, Agrigento e Caltanissetta – le irregolarità amministrative e le violazioni di legge sono all’ordine del giorno. Succedono cose incredibili nella gestione dei rifiuti, cose incredibili nella gestione dell’acqua (quello che sta succedendo in provincia di Agrigento in questo settore è allucinante, con alcuni Comuni che praticano tariffe più che doppie rispetto ad altri Comuni: tutto per l’inadeguatezza di un Governo regionale che non sa amministrare).

Tutto questo sta succedendo anche perché non c’è un intervento da parte delle autorità che avrebbero dovuto fermare questo scempio. Nel nome di una ridicola antimafia si stanno consumando ingiustizie atroci verso intere categorie sociali e verso istituzioni (Comuni e Province).

Ribadiamo: a nostro avviso la ‘macchina’ del Governo Crocetta è ormai impazzita: gira a vuoto su se stessa e va verso il fondo. Il problema è che in questo vortice che va verso il baratro sta trascinando una Regione di oltre 5 milioni di persone.    

 

 

 

 

Giulio Ambrosetti

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