Il giro del mondo di Palermo in Palermo Dal barrio più alla moda alla ghost town

Fa sempre piacere pensare di essere unici al mondo, o quanto meno i più grandi. Non sempre però le cose vanno come ci si aspetta. E magari bisogna accontentarsi del comunque decoroso titolo di più antichi. È questo il caso di Palermo, quinta città d’Italia, capitale della Cultura, crogiolo di popoli, storie e contaminazioni, ma di cui si potrebbe dire anche quartiere alla moda, frazione, paesino tranquillo o capitale del petrolio. Già, perché le Palermo, nel mondo, sono nove. E una di queste si trova anche a poche ore di macchina dal capoluogo siciliano. Si tratta di Palermo, appunto, frazione del Comune di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria. Un posticino piccolo vicino al mare, ma anche all’Aspromonte, dove si parla un dialetto, che si avvicina più al greco antico che non all’italiano. Tanto che i locali chiamano la frazione Panormo.

Per trovare le altre sette Palermo, invece, bisogna sorvolare l’oceano Atlantico. Si trovano infatti tutte tra Nord e Sud America. C’è una cittadina seicentesca di 27mila abitanti in Colombia, ad esempio, o il barrio sul mare della città di Montevideo, capitale dell’Uruguay, molto conosciuto per i suoi locali e per la vivacità della vita o ci sono anche tre paesini tra i cinquemila e i mille abitanti negli Stati Uniti: uno nello stato di New York, uno nel Maine e uno in California. Ma tra le storie delle Palermo più interessanti ci sono senza dubbio quelle del quartiere più grande di Buenos Aires e della città – così è definita – da 74 abitanti nel North Dakota.

Palermo, la Palermo argentina almeno, non ha una squadra di calcio. Una cosa strana per un posto come Buenos Aires, dove i Barrios sono spesso espressione di un fenomeno calcistico, vedi il quartiere di Boca, col suo Boca Juniors – suo e di un tale Diego Armando Maradona – eppure si sta parlando del barrio più grande della capitale dell’Argentina. Un quartiere così grande da essere diviso in sotto-quartieri, anche loro con nomenclature non proprio originalissime: Palermo Soho, Palermo Hollywood, Palermo Chico, Las Canitas, Alto Palermo e Palermo Viejo. Il nome del Barrio è dovuto chiaramente alla forte presenza di emigrati siciliani in città – si celebra ogni anno anche la festa degli italiani -, ma quello che era nato per essere un quartiere residenziale e poco più, da qualche anno a questa parte è diventata la zona più in fermento di tutta Buenos Aires. Un’area in continua espansione, ricca di locali e di carrete, quella che da noi chiamiamo movida. Comprare una casa lì? Quasi proibitivo, il prezzo è in continua ascesa ed è ormai ritrovo per la upper class argentina. Oltretutto a Palermo, quella Palermo, sono nati il mago Helenio Herrera e il più grande scrittore argentino, Jose Luis Borges.

Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo. Molti chilometri più a Nord si trova Palermo, North Dakota. Città ai confini col Canada di ben 74 abitanti. Eppure vivissima. Nonostante le case abbandonate, le strade non asfaltate e un unico locale in cui bere una birra, si tratta della nuova mecca del petrolio made in Usa. L’insediamento nasce nei primi del Novecento, quando anche per quelle praterie arrivò la strada ferrata. Ancora non si sapeva che quello sarebbe diventato il nuovo Klondike per i cercatori di oro (nero). Tuttavia chi c’è stato ne parla come di un posto aberrante, dove non ci sono disoccupati, ma dove anche mancano tutte le professioni principali per andare avanti, tutti lavorano con le compagnie petrolifere, quelle pagano meglio. «C’è chi sostiene abbia preso il nome da una squadra di siciliani che si erano accampati qui durante i lavori (della ferrovia ndr) – si legge su un reportage del Corriere della Sera – e chi invece è certo che fu James Jerome Hill in persona, il tycoon del Midwest padrone della ferrovia, a rendere così un tributo a un misterioso palermitano di Chicago il quale fu tra quelli che lo sostennero finanziariamente in un momento di difficoltà con le banche. Per il resto nel locale c’è molta incertezza, anche sulla collocazione della Sicilia sul mappamondo». E chissà se si pongono il problema sul sesso dell’arancina. O se sanno cosa sia un’arancina.

Gabriele Ruggieri

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