Cronaca

Il fenomeno degli incendi dimostrativi in Sicilia. Wwf: «La responsabilità primaria è della politica»

«L’incendio in Sicilia ha perso la sua connotazione di evento eccezionale, diventando un fatto di ordinaria normalità». È la conclusione a cui arriva il Wwf Sicilia nel dossier Sicilia: incendi vs forestazione. Dagli effetti del cambiamento climatico alle questioni degli operai forestali fino al ruolo determinante della politica siciliana con un inventario regionale che non rispetta i parametri di quelli nazionali. Tra incendi causati dagli allevatori per la rigenerazione dei pascoli, incendi di origine involontaria e piromania, dal rapporto dell’organizzazione di protezione ambientale emerge il fenomeno degli incendi dimostrativi.

Gli incendi dimostrativi

«È l’unica causa straordinaria, peraltro quella di maggiore peso, di cui si stenta a parlare – commenta Pietro Ciulla, delegato del Wwf per la Sicilia – Si tratta di incendi dolosi di notevole portata che interessano territori diversi e che si sviluppano contemporaneamente nelle ore serali, in giornate con vento di scirocco con raffiche superiori a 30 nodi e con temperature superiori a 35 gradi, che lasciano presupporre una perfetta conoscenza dei luoghi e una organizzazione capillare da parte di professionisti». Caratteristiche che sembrano mostrare la chiara finalità sistematica di questa azione: «Di sera – si legge nel report – è inibita l’azione dei canadair e, per il forte vento, le fiamme si diffondono rapidamente divenendo inarrestabili e devastanti». È quello che è successo con gli incendi degli ultimi anni, anche all’interno delle riserve naturali orientate, e di questa estate che hanno distrutto ampie parte dell’isola. «Chi appicca il fuoco ha una responsabilità secondaria – sottolineano dal Wwf – perché l’incendio dimostrativo inarrestabile fa parte di una perfetta pianificazione da parte di un sistema. La responsabilità primaria ricade sulla politica siciliana – è la denuncia degli ambientalisti – che, da decenni, ha consentito che il sistema antincendio prosperasse, senza il coraggio e la capacità di abbandonare i suoi dannosi meccanismi clientelari e assistenziali».

La responsabilità primaria della politica

Nel report del Wwf, un ruolo determinante lo avrebbe la politica siciliana. «Vecchia nuova e di tutti i colori, che ha sostituito la funzione sociale e ambientale dei rimboschimenti con la funzione clientelare e assistenziale del sistema antincendio». Un sistema che creerebbe una sorta di circolo vizioso per cui sono gli incendi a fare arrivare le risorse per pagare le campagne antincendio dei forestali, i costi dei volontari della protezione civile, le strutture regionali, i canadair, gli elicotteri e i droni. Insomma: più incendi, più risorse. «In una giornata con vento di scirocco e temperature elevate, sappiamo già che il rombo che sentiamo sulle nostre teste è quello dei canadair – afferma Ciulla – E anche se tutto brucia, per le istituzioni regionali “il fuoco non brucia e le foreste crescono prosperose”».

L’inventario forestale unico della Sicilia

Era stato l’allora presidente della Regione e oggi ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ad annunciare, nell’ottobre del 2021, che «la Sicilia si candida a essere la regione più verde d’Italia». Una proclamazione che è rimasta solo un auspicio. L’isola, infatti, al momento è «ultima per copertura forestale, ma – come si legge nel report – è prima per le superfici coperte dal fuoco». Il punto è che, forte della sua autonomia, la Regione Siciliana ha sviluppato un proprio inventario forestale regionale adottando parametri di riferimento diversi da quelli adottati dagli inventari nazionali. «L’inventario regionale fornisce un dato maggiorato – sottolineano dal Wwf – rispetto a quello nazionale, della voce “altre terre boscate”». Sarebbe questa discrepanza a non consentire un confronto. «Gli incendi dell’ultimo trentennio, che hanno pesantemente intaccato la copertura boschiva, non hanno lasciato alcuna traccia nel dato inventariale. Come è possibile?», si chiedono gli ambientalisti che hanno conteggiato nell’8 per cento l’incidenza della superficie boschiva sull’isola, contro l’11 per cento che risulterebbe dall’inventario regionale (con una media nazionale del 38 per cento).

Le proposte del Wwf Sicilia

Per evitare che gli incendi continuano a essere in Sicilia un fenomeno di «ordinaria normalità», il Wwf Sicilia ha riassunto alcuni dei punti essenziali che potrebbero portare a un cambiamento. La creazione di una unica struttura – snella, essenziale ed efficiente – che governi, con unica regia e unico portafoglio, il patrimonio forestale siciliano; il cambiamento degli obiettivi: dall’antincendio alla forestazione; l’innalzamento del livello qualitativo del personale del sistema forestale formato da professionisti, selezionati da entità lontane dalla politica; e l’avvio di efficaci interventi di intelligence per monitorare il fenomeno degli incendi e delle aggressione alle aree boschive per potere adottare efficaci politiche di contrasto nei confronti del vecchio sistema.

Marta Silvestre

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