di Pietro Ancona
Sono troppo cattivo se dico che ci sono due parole per definire il discorso di Napolitano di ieri sera?
E’ stato un discorso spento. Era come se tutte le cose di cui parlava fossero ricoperte da uno strato di cenere.
E’ stato anche un discorso rancoroso. Ha difeso se stesso dagli attacchi ai quali è stato sottoposto facendone una questione personale, come se si sentisse offeso personalmente.
Ma dietro la cenere ed il rancore c’è sempre una sorta di cupio dissolvi qualcosa che lo spinge ad insistere per le cosidette riforme costituzionali. Riforme delle quali l’Italia ha finora fatto a meno e che certo non sono necessarie alla nazione ma soltanto alle architetture dei gruppi dirigenti che abitano i ‘Palazzi’.
Non l’ho mai sentito tanto estraneo e tanto lontano dall’Italia come da questa sua ultima esternazione.
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