Anche stamattina la seduta del consiglio comunale di Palermo va in bianco. Messe per un attimo – solo per un attimo – da parte le vicende relative a ponte Corleone e agli eventi della capitale della cultura, in Sala delle Lapidi si sarebbero dovuti aprire i lavori che porteranno all’approvazione degli statuti delle partecipate. E i presupposti c’erano tutti, inclusa la presenza del vicesindaco Sergio Marino e dei vertici delle società a partecipazione comunale. Mancava però una parte cospicua della maggioranza. «Noi c’eravamo – dice Andrea Mineo, consigliere di Forza Italia – e con noi anche il gruppo di Ferrandelli, del Movimento 5 Stelle e gli altri consiglieri che compongono l’opposizione, tra le file della maggioranza, però le assenze erano tali che da soli non sarebbero riusciti a garantire il numero legale. La consiliatura è all’inizio e i temi da trattare sono tanti e importanti. Serve un tavolo di confronto tra le parti perché ognuno si assuma le proprie responsabilità e non certo con questi numeri, ma partecipando tutti. Si deve creare una roadmap concreta e discutere sulle cose da portare avanti per uscire da questo stato di immobilismo».
Per Fabrizio Ferrandelli, che vede nella scarsa presenza dei consiglieri che reggono l’amministrazione come un segnale di fratture all’interno della maggioranza, «il consiglio comunale non può che riflettere lo stato di caos e di abbandono di chi amministra la città» e ancora: «Oggi non possiamo che estremizzare la nostra differenza da chi ci amministra e continuare in questa operazione di smascheramento. Se questo disfacimento di maggioranza venisse confermato nelle prossime settimane, proveremo a spingere verso le dimissioni anticipate per ridare la parola ai palermitani». Ma i mal di pancia in maggioranza sono sottolineati anche dal capogruppo di Sinistra Comune, Giusto Catania, presente oggi con i membri del suo gruppo. «È evidente che la maggioranza consiliare, davanti alla prova dell’aula, manifesta una seria difficoltà – spiega l’ex assessore in una nota – vanno indagate tutte le ragioni politiche che rischiano di impantanare i lavori del consiglio comunale. È necessario fare di tutto per evitare la paralisi del Consiglio e rimettere al centro il bene comune e le prospettive di trasformazione della città. Serve un gesto di responsabilità da parte di tutti i consiglieri per evitare di mettere in difficoltà la vita reale della città».
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