Il Consiglio di Stato blocca l’elettrodotto Dolo-Camin. Nella Valle del Mela torna la speranza

Si è conclusa nel solito modo la riunione del  tavolo tecnico istituito dalla Regione Siciliana in merito all’elettrodotto 380 kV “Sorgente-Rizziconi”.  Ovvero, con l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello che continua a non prendere posizione, con i comitati civici delusi e con Terna che conferma che

” i lavori proseguono secondo il cronoprogramma, con l’obiettivo di concludersi entro giugno 2015, data improcrastinabile indicata dall’Autorità Garante per l’Energia Elettrica e il Gas – che ha riconosciuto l’elettrodotto tra le opere strategiche per l’Italia per ridurre il costo della bolletta – e sollecitata recentemente anche dall’Antitrust”.

Nonostante ciò, per i cittadini della Valle del Mela, c’è una buona notizia. Che arriva dal Veneto: il Consiglio di Stato ha bocciato l’elettrodotto Dolo-Camin: Terna, lì,  è costretta a bloccare i cantieri già avviati. La sentenza del Consiglio di Stato ha annullato l’autorizzazione paesaggistica, il decreto di Valutazione d’impatto ambientale e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’elettrodotto. “Accogliendo i ricorsi rigettati dal Tar del Lazio nel maggio 2012, il Consiglio di Stato ha ritenuto illogico, poiché basato soltanto sulla dichiarazione di Terna che riteneva impossibili soluzioni alternative al tracciato aereo lungo l’Idrovia, il cambiamento di parere del ministero per i Beni Culturali che aveva prima accettato e in seguito respinta la possibilità di interramento parziale della linea” si legge su un quotidiano locale.

La decisione del Consiglio di Stato riaccende, come detto, le speranze dei comuni del Messinese che stanno subendo una decisione calata dall’alto.

Terna in Sicilia, al momento ha gioco facile. La Regione non ne vuole sentire di bloccare i lavori e consente al gruppo di fare il bello e il cattivo tempo. La sentenza di ieri però, fa sperare, che, nonostante, la politica, una possibilità di giustizia c’è anche per la Valle del Mela. Un precedente importantissimo per la giurisprudenza e per i comitati civici.

Intanto la società,  che oggi ha diffuso un comunicato stampa, continua a parlare di tutti i ‘vantaggi’ che avrà la Sicilia dall’infrasruttura: “Il risparmio di oltre 600 milioni di euro l’anno per la bolletta nazionale, grazie alla riduzione del maggior costo dell’energia (oggi +35% rispetto al resto d’Italia) causato dall’inefficienza e dall’obsolescenza del sistema elettrico siciliano”. E: ancora: “La riduzione del rischio blackout cui sono esposte le famiglie e le imprese siciliane”.

Una litania che non convince: “Intanto, bisogna subito sgombrare il campo da una falsità: nessun ritardo può essere imputato alla protesta delle popolazioni e associazioni che contestano il progetto; la Società Terna, in occasione dei confronti, si è sempre rifiutata di sospendere i lavori, anche per un’ora- dice  l’ Associazione “I Cittadini” Villafranca Tirrena. Che aggiunge:

“Si trascurano sempre invece gli altri fattori, la cui soluzione è invece senz’altro prioritaria rispetto al Sorgente-Rizziconi e sono tutti legati al mancato ammodernamento delle centrali siciliane e alle condizioni della rete regionale, che non potrebbe mai sopportare un ulteriore trasporto interno di energia elettrica perché già oggi non ne consente un libero flusso. Si ha la sensazione di una campagna suggerita ed ben orchestrata da Terna per piegare la resistenza delle popolazioni e delle associazioni che contrastano le scelte progettuali adottate per la realizzazione dell’Elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi. Una campagna intrisa di servilismo e pronta ad assecondare i grandi gruppi economici come se fossero enti di beneficenza che elargiscono vantaggi. 

Uno dei motivi della protesta è certamente la scelta del sito per la realizzazione della nuova Stazione elettrica di Villafranca Tirrena: “Siamo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in Zona di Protezione Speciale e sul confine di un Sito di Importanza Comunitaria, l’intervento non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, nemmeno a seguito della prescrizione del Genio Civile di realizzare una strada d’accesso.

Ma questo non è tutto, anzi.

Senza elencare il folto numero di criticità basta citare il fatto che, come risulta dal verbale della seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana del 6 marzo scorso, la realizzazione del tratto aereo dell’elettrodotto è stata avviata senza la verifica di ottemperanza sul progetto esecutivo.

Il progetto di elettrodotto viola il divieto di costruire nuovi elettrodotti aerei, previsto nel Piano di Gestione della ZPS approvato dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente; l’elettrodotto che si vuole realizzare è in contrasto con le Norme di Salvaguardia del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, previste dall’art. 143 del Dlgs 42/04, meglio noto come Codice Urbani.

Qualcuno ci vuole spiegare perché Terna non deve rispettare le leggi comunitarie, nazionali e regionali? Oppure basta sventolare somme compensative per superare tutte le norme in contrasto con l’opera?

E’ sconcertante inoltre, sottolinea l’associazione- che da tutti questi cultori dell’energia e del risparmio, da farsi sulla nostra pelle, non si fa cenno ai problemi della salute e dell’ambiente delle popolazioni interessate. La Società Terna, con tutti gli improvvisati lacchè, fa finta di non sapere che dal 2002, la valle del Mela interessata al passaggio dell’elettrodotto è stata dichiarata Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale; orbene su questo territorio, tristemente noto per l’aumento spropositato delle patologie tumorali, è necessario intervenire con piani di risanamento e giammai con l’installazione di altre fonti di inquinamento la cui sommatoria con l’esistente diventa devastante.

Risibile e ridicola appare la tanto decantata interconnessione elettrica della Sicilia con il continente; Terna dimentica di dire che il “ponte dell’energia” (così fu annunciato dall’allora Ministro Prestigiacomo) serve solo a collegare la Sicilia alla vicina Calabria, non esistendo una adeguata interconnessione di questa regione con il resto della Penisola: in poche parole, si sta nascondendo il fatto che la Sicilia, che ha già una produzione in esubero, viene chiamata a smaltire il surplus di energia del 78%, dichiarato per la Regione Calabria già dal 2008. Si continua ad ignorare che il basso costo dell’energia prodotta in Calabria è dovuto essenzialmente all’incredibile surplus di produzione già citato e all’uso del carbone: questo significa che la Sicilia è chiamata a risolvere gli errori di pianificazione della Calabria e le scelte ambientali sbagliate”.

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Redazione

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