Sala delle Lapidi si ferma per tumulti e salta la delibera su vicolo Bernava, il parere obbligatorio ma non vincolante che il Consiglio è chiamato a esprimere sulla variante urbanistica che serve a sbloccare i lavori del passante ferroviario. Appena 60 metri di tunnel che da tre anni, a causa di una falda acquifera sotterranea, tengono in scacco i lavoratori della Sis e hanno costretto decine di famiglie ad abbandonare le proprie case pericolanti. L’area di vicolo Bernava va trasformata da netto storico a giardino pubblico ma l’iter burocratico sarà completo solo dopo il passaggio in Consiglio. Non a caso stamattina era presente anche il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Emilio Arcuri.
Tutto inizia dopo l’approvazione della delibera sull’emergenza abitativa. La maggioranza e l’opposizione sembrano aver trovato l’intesa sul calendario dei lavori: oggi sociale e passante ferroviario, mercoledì prossimo il confronto con l’avvocatura comunale sull’atto di indirizzo sulle Ztl, che difatti è slittato ancora una volta. Dopo il voto sulla prima delibera, però, ecco il patatrac. Giuseppe Milazzo del gruppo misto e la vicepresidente Nadia Spallitta del Pd chiedono la presenza del sindaco e dei due nuovi assessori Sergio Marino e Gianfranco Rizzo, che per regolamento dovrebbero presentarsi all’assise una settimana dopo l’insediamento.
Spallitta, in particolare, presenta una pregiudiziale e la seduta si impantana. Il presidente Salvatore Orlando si allontana per qualche minuto per esigenze fisiologiche e al suo posto si susseguono rapidamente sullo scranno della presidenza prima Rosario Filoramo, poi la vice Spallitta – che però rinuncia subito perché vuole intervenire sulla pregiudiziale ed esce dall’aula a cercare l’altro vice, Salvatore Finazzo – e infine lo stesso Milazzo. L’ex forzista, mattatore per tutta la mattinata con una serie di interventi infuocati, è in aperta polemica con l’assemblea. E così, mentre il vicesegretario Serafino Di Peri sta effettuando, fra le proteste generali, il conteggio dei presenti per verificare il numero legale, Milazzo dichiara la seduta sospesa per la troppa confusione, «per tumulti» appunto.
A quel punto il presidente Orlando rientra e non può far altro che constatare quanto avvenuto in sua assenza, anche se rimprovera la «scorrettezza» di Milazzo e promette una relazione sulla «sua immotivata decisione». Rimane congelato l’atto su vicolo Bernava, malgrado l’urgenza legata alle famiglie e ai commercianti che aspettano di conoscere il destino delle loro proprietà.
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