Il confronto tra De Luca e Schifani sul tema rifiutiIl punto di vista sui valorizzatori dei due candidati

Botta e risposta a distanza tra Cateno De Luca e Renato Schifani. Entrambi candidati alla presidenza della Regione Siciliana ma con schieramenti differenti intervengono sulla questione rifiuti: il primo con un raggruppamento di formazioni civiche con in testa la lista De Luca sindaco di Sicilia, il secondo sostenuto dal centrodestra che negli ultimi cinque anni ha governato sotto la presidenza di Nello Musumeci. Schifani ha già detto di volere continuare lungo il solco tracciato dalla giunta uscente nella gestione del territorio. L’ex sindaco di Messina stavolta ribatte sul problema spazzatura. «La proposta di Schifani per risolvere il problema dei rifiuti che ci sono per strada – ha detto De Luca – è quella di realizzare due termovalorizzatori che trasformino i rifiuti in energia. Lo abbiamo spiegato a Musumeci e cerchiamo di spiegarlo anche a Schifani. Nei termovalorizzatori non si brucia il sacchetto dell’immondizia perché ha un basso potere calorifico e serve più energia per farla bruciare di quanto ne produrrebbe; anzi non ne produrrebbe affatto. Negli impianti di valorizzazione energetica dei rifiuti ci va la frazione secca». 

Alle montagne di munnizza, visibili in estate anche dai turisti nei centri storici, adesso per i contribuenti si associa il salasso della tassa sui rifiuti. Già perché diversi Comuni, tra cui quello di Catania, hanno dovuto provvedere a deliberare un aumento del tributo a causa dei costi per i conferimenti in discarica per l’indifferenziato. I termovalorizzatori sono «demagogia  continua – allo stato puro. A conferma che Schifani ignora quanto fatto dal suo predecessore vorrei ricordare che è Musumeci a firmare, neppure due anni fa, il piano regionale dei rifiuti. E nel piano viene disposto che le frazioni di raccolta indifferenziata vadano nelle discariche disponibili. Non è possibile produrre alcun bando finché questo piano non viene modificato. Qualsiasi azione contraria sarebbe soggetta a impugnativa ed eventuale condanna davanti al tribunale amministrativo».

Umberto Triolo

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