«L’amministrazione comunale dovrà provvedere, annualmente e nelle forme previste dalla relativa delibera consiliare, alla consultazione della cittadinanza, con apposito avviso pubblico». Annualmente, un avverbio individuato da MeridioNews in una circolare dell’assessorato regionale Enti locali – datata otto marzo 2017 – che illustra come applicare la cosiddetta democrazia partecipata, ovvero quel processo di costruzione dal basso delle scelte amministrative che impiega il due per cento delle risorse regionali incamerate ogni anno dai Comuni siciliani. Il documento sembra far vacillare il metodo che la giunta Pogliese intende seguire quest’anno, illustrato ieri mattina con un comunicato: nessun coinvolgimento dei cittadini e realizzazione del progetto che 12 mesi fa si era piazzato secondo, dopo la trionfante riqualificazione delle spiagge libere. In altre parole, la sistemazione di piazza Verga e della fontana artistica che vi sorge al centro. L’intervento è stato progettato dai tecnici comunali e costa 240mila euro. La democrazia partecipata senza voto. O la democrazia partecipata dell’anno prima. Eppure, secondo la circolare, la consultazione dei cittadini deve avvenire annualmente.
Una volta appreso il testo della circolare, l’assessore Sergio Parisi, dopo avere sostenuto in un primo tempo che «non si evince questo», ha commentato l’ipotesi, descritta sia nella legge regionale del 2014 che nella circolare, di dover restituire alla Regione il due per cento non speso o speso male. «Su questo devo informarmi. Il progetto ce lo hanno proposto gli uffici, che di solito sono molto precisi. Se c’è stato questo errore – conclude l’assessore – sicuramente possiamo recuperare».
L’anno scorso il contest della democrazia partecipata – sviluppato con voto online sfruttando la piattaforma Poll di Facebook – se lo è aggiudicato il piano di sistemazione delle tre spiagge libere della Plaia, con il 47,5 per cento di preferenze. Un pallino dell’allora assessore ai Lavori pubblici Michele Giorgianni, poi tradotto nella realtà fino a un certo punto. Il secondo posto è stato appannaggio, per l’appunto, della riqualificazione di piazza Verga e della sua fontana dei Malavoglia, con il 43,4 per cento dei voti. Molto lontano andarono a finire gli altri due progetti in gara, ossia l’acquisto di arredo urbano (8,2 per cento) e la riqualificazione del campo di calcio Duca D’Aosta (0,9 per cento). Se l’amministrazione continuasse a seguire il metodo dello scorrimento, tra due anni finirebbe per realizzare un progetto da zero virgola. Una democrazia di nicchia. Secondo il sindaco Salvo Pogliese, tuttavia, piazza Verga ottenne «un ampio consenso».
Il progetto recuperato da Pogliese e Parisi, peraltro, aveva fatto discutere anche alla fine del 2017, quando infuriavano gli ultimi giorni a disposizione dei cittadini per esprimere un’opinione. MeridioNews aveva documentato l’attivismo di Salvo Di Salvo, all’epoca assessore all’Urbanistica della giunta Bianco e oggi consigliere comunale di opposizione. Il politico aveva fatto girare diversi messaggi privati chiedendo il voto per piazza Verga. Sulla dirittura d’arrivo della consultazione, inoltre, era scesa in campo anche ST Microelectronics, azienda per cui lo stesso Di Salvo lavora, e che già da due anni era sponsor del progetto, con una email pro piazza Verga inviata a tutti dipendenti.
La circolare del marzo 2017 aggiunge, al capitolo delle Modalità attuative, che la democrazia partecipata «non si risolve nello spendere il richiamato importo […], richiedendo, invece, il coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte di bilancio». Il dipartimento regionale Autonomie locali, inoltre, precisa che l’inosservanza della norma esula dalla propria competenza, chiarendo di essere «tenuto esclusivamente a recuperare le somme non spese secondo le preferenze della cittadinanza».
«Questa norma – ricorda al telefono il deputato regionale M5s Giancarlo Cancelleri – è stata introdotta proprio da noi, inserita in una finanziaria (quella del 2014, ndr) dal mio collega Giorgio Ciaccio. Faremo una segnalazione all’assessorato regionale competente, hanno un ufficio ispettivo. Ma è chiaro che questa cosa non possa andare avanti – prosegue il deputato M5s – perché lì potrebbe anche entrare la Corte dei conti». A detta del pentastellato, «la cosa che rammarica di più è che 240mila euro sono una cifra incredibile, perché non si stanno utilizzando per inculcare davvero il concetto di democrazia partecipata come unico modello per far partecipare i cittadini alla vita pubblica»?
Aggiornamento delle 14.40 del 24 dicembre 2018
In merito all’articolo qui pubblicato, il Comune di Catania precisa, in una nota inviata alla nostra redazione, che «ogni amministrazione, tramite il Consiglio comunale, deve dotarsi di un apposito regolamento per l’applicazione concreta delle finalità annesse all’istituto della democrazia partecipata», i cui criteri sono stati definiti dalla legge regionale dell’8 maggio 2018, che aggiorna il testo del 2014. «Le disposizioni appena citate, peraltro, non si applicano agli enti che si trovano in una stato di dissesto dichiarato», prosegue l’ufficio stampa di Palazzo degli elefanti. Nel testo pubblicato in Gazzetta ufficiale, però, non si fa riferimento alla questione della «consultazione della cittadinanza», rispetto alla quale l’unico riferimento è la circolare di marzo 2017.
«Le modalità di coinvolgimento della cittadinanza, come espressamente citato dalla circolare in esame – aggiunge la nota – possono essere liberamente adottate dalle singole amministrazioni tenendo presente che il dipartimento delle Autonomie locali della Regione Siciliana ha il compito esclusivo di recuperare le somme non spese secondo le preferenze espresse dalla cittadinanza, con aggravio per l’esercizio finanziario successivo, e dunque nessuna perdita di finanziamento è possibile neppure in linea teorica». Cosa a cui però la redazione non fa mai riferimento. Parlando, invece, di restituzione. «Quanto alla segnalazione che l’onorevole Cancelleri ha minacciato di fare all’assessorato regionale agli enti locali, ci aspettiamo che egli dedichi anche parte del suo pregevole impegno a sostenere gli enti locali e i servizi ai cittadini – prosegue il Comune – messi in discussione da una manovra di bilancio dello Stato che ha visto silente la larga rappresentanza parlamentare siciliana».
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