«La situazione che stiamo vivendo non mi consente di continuare a svolgere con serenità un compito con tutto l’impegno di sempre e la determinazione necessaria». Così scriveva sui propri social Rosario Agostaro, allora sindaco di San Giuseppe Jato, dopo avere appreso la notizia dell’invio da parte della prefettura di Palermo di una verifica ispettiva per appurare se ci fosse o meno il rischio di infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione jatina. Dopo neanche nove mesi, in cui il Comune è stato guidato da un commissario, e a un paio di mesi dalle nuove elezioni, ecco arrivare la decisione dello scioglimento.
Una volta ricevuta la relazione da parte degli ispettori, infatti, come si legge in una nota della stessa prefettura palermitana: «nella seduta svoltasi lo scorso 8 luglio, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, in considerazione delle accertate forme di condizionamento dell’Amminstrazione locale da parte della organizzazione mafiosa, ha deliberato l’affidamento a una Commissione Straordinaria della gestione del Comune di San Giuseppe Iato, guidato, dallo scorso 8 ottobre, data delle dimissioni del Sindaco e di più della metà dei consiglieri comunali, da un Commissario regionale facente le funzioni di Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale».
Il provvedimento deliberato dal Consiglio dei ministri sarà operativo al momento dell’emanazione del decreto di scioglimento da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha già ricevuto sulla propria scrivania tutta la documentazione.
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