Il clientelismo e la classe politica siciliana

di Lorenzo Ambrosetti

Il ‘caso’ Cuffaro si può considerare emblematico di come in Sicilia si gestiscano e si attuino i rapporti politici. Cuffaro, che attualmente sta scontando una condanna, si può considerare come il sommo rappresentante di un modo di intendere i rapporti politici che è caratteristico del modello di società vigente in Sicilia: il metodo clientelare.

Il termine clientela viene direttamente dal mondo romano dove per esso si intendeva un rapporto tra soggetti si status diverso che si intesse ai margini e nell’orbita della comunità familiare. Si tratta di un rapporto di dipendenza economica e politica, sanzionato perfino in sede religiosa, tra un individuo di rango più elevato, detto patronus, e il clientes.

Il primo protegge i propri clienti, li difende in giudizio, testimonia in loro favore, assegna loro la terra di sua proprietà da coltivare; il clientes, da parte sua, contraccambia, non solo mostrando sottomissione e deferenza, ma anche obbedendo ed aiutando in vari modi il patronus, difendendolo con le armi, testimoniando in suo favore nei tribunali, prestandogli anche aiuto sul piano finanziario quando le circostanze lo richiedono. (sopra, a sinistra, foto tratta da resenhasbrasil.blogspot.com)

Come è stato sottolineato più volte dalla sociologia contemporanea che si è occupata del fenomeno del clientelismo nel mondo moderno, oggi il patronus è l’uomo politico che gestisce spazi di potere pubblico e che favorisce i potenziali clientes con ogni forma di pubblica risorsa di cui ha modo di disporre (cariche e impieghi pubblici, finanziamenti, licenze e così via).

Nel caso della Sicilia che vive sostanzialmente di aiuti statali e comunitari, avendo un’economia privata assolutamente depressa e condizionata in gran parte dalla mafia, il fenomeno del clientelismo è oltremodo diffuso.

Proprio questo fenomeno ha consentito a tanti politici siciliani di emergere sul piano politico, conquistando ampi spazi di potere e visibilità anche a livello nazionale.

Possiamo ipotizzare che, anche a livello antropologico, il siciliano è portato alla deferenza nei confronti dei potenti? La tesi è ardita, ma non campata in aria. Si tratta di un fenomeno che affonda le sue radici nella storia, dove si vede che la Sicilia è sempre stata fondamentalmente terra di conquista. Questo mancato spirito di ribellione, unito ad una concezione esasperatamente individualistica della società, ha portato la Sicilia gradi guasti politici.

Comunque sia, bisogna fare notare che il clientelismo presente in Sicilia è anche proporzionale al grado di arretratezza culturale del popolo siciliano che, spinto molto spesso da necessità economiche impellenti, non si pone il problema di favorire il potente di turno.

L’avanzata del Movimento 5 Stelle in Sicilia sembra far sperare che qualcosa anche dalle nostre parti si avvii verso il cambiamento, come nel resto di Italia.

Redazione

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