Secondo il settimanale
L’espresso è il più ricco imprenditore italiano nel settore del gioco d’azzardo legalizzato. Ed è catanese. Si tratta di Francesco Corallo, 56 anni, arrestato nei giorni scorsi ai Caraibi, nella sua lussuosa villa di Saint Martin. Per la guardia di finanza di Roma, che ha eseguito il fermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia capitolina, Corallo è «il re delle slot machine». Il titolare di un impero basato sulle concessioni dei monopoli pubblici, il cui nome è recentemente tornato alla ribalta per via della sua presenza nei Panama papers. I documenti segreti, resi pubblici dal periodico, che rivelano i nomi di alcuni italiani titolari di conti correnti nel paradiso fiscale di Panama, appunto.
Le fiamme gialle romane hanno eseguito perquisizioni e
sequestri di beni e liquidità per un valore di circa 215 milioni di euro. Che farebbero riferimento non solo a Corallo, ma anche all’ex parlamentare Amedeo Laboccetta e a diversi professionisti che, in modo diverso, lavorano nel settore del gioco d’azzardo. L’accusa contestata a vario titolo agli indagati è di associazione a delinquere transnazionale, finalizzata al riciclaggio – in tutto il mondo – dei proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle video-lottery. Francesco Corallo è figlio di Gaetano, vicino a Nitto Santapaola ma mai condannato per associazione mafiosa.
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