Il caso Irsap domani all’Ars. E Alloro denuncia le anomalie alla Corte dei Conti

Torna nell’occhio del ciclone la gestione dell’Irsap,  l’Istituto di Attività produttive che ha incorporato le vecchie Aree di sviluppo industriale, oggi guidato dal commissario straordinario, Alfonso Cicero, uomo vicino a Confindustria Sicilia.

Che da quando si è insediato ha collezionato una serie di ‘problemini, come vi abbiamo raccontato negli articoli allegati:  dal ricorso al Tar contro la sua nomina (non avrebbe i titoli, i giudici si esprimerrano a Novembre) , alla causa di lavoro che hanno vinto due dirigenti dell’ex Asi di Agrigento, agli attacchi da parte dei sindacati che giudicano la sua gestione un po’ ‘autarchica’ e troppo improntata alla sfoggio della propaganda dell’antimafia: “Il Commissario straordinario – dice Cgil – non può continuare a gestire il confronto accusando gli interlocutori che dissentono dal suo punto di vista di stare dalla parte della mafia, mentre lui è l’unico ed autentico detentore dell’antimafia e della legalità”.

Come se non bastasse fioccano mozioni all’Ars. Da Toto Cordaro (Udc) a Mario Alloro (Pd), le botte sono micidiali. Ma, la questione ormai esce dai confini di Sala d’Ercole. Alloro, infatti, ha presentato una denuncia alla Corte dei Conti affinché si indaghi sul rischio di danno erariale derivante dalla governance Cicero-Confindustria.

Già oggi vi avevamo anticipato che, probabilmente, il risarcimento che l’ente deve versare ai due dirigenti licenziati illegittimamente, potrebbe portare ad una ipotesi di danno erariale.

Ma, Alloro (nella foto sotto), nella sua denuncia si spinge oltre: Cicero, avrebbe, in contrasto con le norme vigenti, spostato alcune sedi dell’Istituto a Caltanissetta, sua patria e patria, soprattutto del leader degli industriali siciliani, Antonello Montante.

E, anche le missioni dei dipendenti nelle sedi distaccate, avrebbero un costo non indifferente.

“Il commissario, infatti, – spiega Alloro- in spregio a quanto previsto dalla l.r. 8/2012, ha provveduto all’approvazione dello statuto e ad una sua modifica, all’approvazione dello schema della convenzione tra Irsap ed ex Asi e all’approvazione dei piani di trasferimento beni mobili e immobili alla Regione e all’Irsap;

l’art. 11 della legge istitutiva prevede che “lo statuto dell’IRSAP è adottato dal Consiglio di Amministrazione entro 90 giorni dalla costituzione degli Organi” e solo nell’ipotesi di mancata approvazione dello statuto, l’Assessore procede allo scioglimento del Consiglio di Amministrazione ed alla nomina di un Commissario che entro trenta giorni proceda alla approvazione dello statuto ed alla normalizzazione degli Organi;

ma v’è di più; all’atto dell’approvazione dello statuto (la cui approvazione come visto non era di sua competenza), ha inserito, all’art. 3 dello stesso la costituzione della SOR (Sede Operativa Regionale) presso gli uffici periferici dell’ex ASI di Caltanissetta, inserendo al comma 2 di detto articolo che “il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione svolgono la propria attività prevalentemente presso la SOR, svuotando così di poteri e contenuti la sede legale, prevista per legge presso l’ASI di Palermo, che viene così retrocessa a mera sede di rappresentanza;

nonostante di detta SOR non venga fatta menzione alcuna nella legge istitutiva e che, addirittura l’Assemblea Regionale in sede di approvazione della Finanziaria abbia espressamente cassato una proposta in tal senso proveniente dal Governo, il Commissario ha surrettiziamente posto in essere con decorrenza 1/7/2013 tutta un serie di trasferimenti, di personale dirigenziale e non, dalle ASI di Enna, Gela, Caltagirone, Agrigento e Palermo, all’ASI di Caltanissetta che, in ragione della costituzione della SOR, si trova ad avere un organico spropositato senza peraltro alcuna Pianta Organica che lo preveda;

il personale di che trattasi viene trasferito in regime di “trasferta” e quindi con costi enormi a carico del bilancio dell’ IRSAP che quotidianamente corrisponde a detto personale il pagamento del 1/5 della benzina per chilometro o, in alternativa la possibilità di utilizzare l’auto di servizio;

mentre si consente al proprio personale di viaggiare per tutta la Sicilia in regime di trasferta, addirittura ci si rifiuta di pagare le pensioni al personale in quiescenza i cui trattamenti pensionistici pare siano stati sospesi (si veda in proposito la nota n° 4486 del 18/6/2013 con la quale si chiede all’Assessorato competente un’interpretazione autentica)”.

Del caso, intanto, si occuperà domani mattina la Commissione Attività Produttive dell’Ars.

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Redazione

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