Il ‘caso Battiato’, il gran rifiuto di Presti e le nuove arrivate nella Giunta Crocetta

Lo confessiamo:siamo molto delusi dalle nomine dei due nuovi assessori regionali,Mariarita Sgarlata e Michela Stancheris. Nulla da due sulle due nuove governanti, che non conosciamo. Quello che non ci convince di tutta questa storia è il metodo utilizzato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Dopo la sua elezione, quando si è trattato di comporre la propria Giunta, il presidente Crocetta ha messo in croce Franco Battiato che, lo ricordiamo, non ne voleva sapere di accettare l’incarico di assessore. A un certo punto si è parlato anche di una sua consulenza esterna. Quasi un testimonial. Anche alla luce degli impegni artistici e professionali di Battiato.

Il presidente non ne ha voluto sapere e lo ha voluto a tutti i costi in Giunta. Battiato ha accettato di ricoprire l’incarico di assessore regionale al Turismo, ben sapendo che avrebbe svolto tale ruolo con difficoltà.

Per tutto il periodo in cui è stato in carica si è sobbarcato le critiche di chi gli rinfacciava di non essere presente in assessorato, a Palermo. Come se gli assessori regionali al Turismo del passato, presenti a Palermo, avessero fatto chissà che cosa in favore del turismo siciliano.

Va detto a chiare lettere che uno dei più grandi fallimenti dell’Autonomia siciliana è rappresentato dal mancato decollo turistico della Sicilia. I soldi mancano da qualche anno. Nel passato di soldi ce ne sono stati tanti. Ma sono serviti, nel 90 per cento dei casi, ad alimentare le clientele della malapolitica.

L’ultima assurdità ce l’ha consegnata il passato Governo regionale di Raffaele Lombardo, che ha speso una parte dei fondi europei per organizzare le manifestazioni del ‘Circuito del mito’. Tutto questo mentre qualche anno prima la Corte dei Conti aveva condannato gli amministratori della Regione Capania per aver speso i fondi europei per feste & festini. Proprio quello che ha fatto la Regione siciliana con il Governo Lombardo.

Il risultato di questa disorganizzazione organizzata in materia di turismo si sintetizza un solo raffronto: la sola città di Venezia, ogni anno, ospita più turisti dell’intera Sicilia. Con tutto il rispetto per Venezia, questo dato è assurdo, perché la Sicilia offre beni culturali che non sono certo secondi a quelli della cittadella Laguna.

Il fallimento della Sicilia, in materia di turismo, è il frutto della totale assenza di programmazione delle attività e degli interventi in questo settore. In quest’assenza di programmmazione le risorse – che nel corso dei decenni passati sono state tantissime – sono regolarmente finite nelle ‘fauci’ degli speculatori di ogni risma.

La gestione Battiato, al di là delle polemiche, è stata contrassegnata da un impegno: stop alle speculazioni. Questo ha allarmato tutti i comitati di affari, compresi quelli mafiosi. L’idea che non ci dovessero essere più ‘Grandi eventi’ sul modello di quelli che abbiamo visto in tanti anni, o che avremmo dovuto fare a meno dei ‘Circuiti dei miti’ e altre clientele ancora ha creato non pochi veleni attorno all’artista-assessore.

Così siamo arrivati al finale di qualche settimana fa. Quando il presidente Crocetta, approfittando di una dichiarazione che a noi – in tutta franchezza – non è sembrata poi così grave e, soprattutto, così lontana dalla realtà – ha ‘dimissionato’ in malo modo Franco Battiato dal Governo. Un atto che il presidente Crocetta avrebbe dovuto evitare.

A nostro modesto avviso, non c’era alcun motivo per mandare via Battiato dalla Giunta. A parte, ovviamente, le pressioni dei comitati di affari che non vedevano l’ora di mandarlo via per tornare alla loro vecchia vita. Ma se proprio era così indispensabile dare un segnale di acquiescenza ai vecchi comitati di affari, Crocetta avrebbe potuto concordare le dimissioni con Battiato.

Invece il presidente ha preferito il gesto clamoroso, il pubblico ludibrio, il castigo mediatico, il circo equestre della politica-politicante. La giusta punizione richiesta a gran voce da alcune donne impegnate in Parlamento (e vedi che mangi…).

Cosa avrebbe detto di così grave, Franco Battiato? Che nel Parlamento ci sono le ‘zoccole’? Sbagliamo, o qualche tempo fa è stato dato alle stampe un libro di un giornalista bravissimo – Paolo Guzzanti – che parla proprio di mignotte in politica, variante linguistica delle zoccole?

Subito, contro Battiato, si sono levate le voci dei soliti ‘Sepolcri imbiancati’. A cominciare dalla neo presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, che si è sentita in dovere di difendere l’onore perduto delle donne parlamentari. Dimenticando di essere stata eletta in Parlamento con una legge elettorale – il Porcellum – che non ci sembra migliore delle zoccole o mignotte (anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, le mignotte o le zoccole hanno molta più dignità politica e culturale del Porcellum).

La signora Boldrini ha già dimenticato non solo di essere stata eletta in Parlamento con il Porcellum, ma anche di essere stata ‘paracadutata’ in Sicilia, togliendo il posto a una parlamentare siciliana. Questo grazie sempre a una legge elettorale che consente ai ‘capi’ dei Partiti di piazzare in lista i propri ‘camerieri’ (e anche altri paesaggi umani).

Detto questo, ci chiediamo: è questo il modo di valorizzare le donne in politica? Nel caso della Giunta Crocetta, con l’eccezione di Patrizia Valenti, non ci sembra che le donne abbiano dato grandi risultati.

La signora Linda Vanchieri è stata messa all’assessorato alle Attività produttive da Confindustria Sicilia. Non ci sembra che stia brillando. Dopo quattro mesi di Governo, con tutta la buona volontà del caso, non riscontriamo un atto amministrativo degno di nota.

Non parliamo dell’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, che, insieme con il presidente Crocetta, si limita a ripetere uno schema trito e ritrito: gli Enti inadempienti perderanno l’accreditamento e bla bla bla. Poi, però, si scopre che, se è vero che ci sono Enti formativi che hanno preso i soldi e non hanno pagato i dipendenti, ce ne sono tanti altri che, non avendo avuto il finanziamento dalla Regione, non possono pagare i dipendenti.

Il presidente Crocetta e l’assessore Scilabra – pur sapendo tutto questo – mettono tutti gli Enti formativi nello stesso calderone e dicono che sono tutti inadempienti.

Sarebbe molto più serio affermare la verità, e cioè che non ci sono soldi. Invece presidente e assessore preferiscono l’inganno. Invece di assumersi le proprie responsabilità, le scaricano sui più deboli. Cioè sui 10 mila lavoratori di questo settore che, a parole, dicono di difendere, ma che, nei fatti, stanno affossando.

Sarebbero queste le donne di successo in politica?

E che dire della terza ‘Grazia’ di Botticelli? Parliamo di Ester Bonafede, assessore regionale al Lavoro e alla famiglia che, forse proprio perché tiene famiglia, si tiene l’incarico di assessore regionale e quello di Sovrintendente dell’Eaoss. Di fatto, controllora-controllata.

La vuole sapere una cosa, presidente Crocetta? Sempre a nostro avviso, alla luce delle fallimentari esperienze di governo delle signore Vanchieri, Scilabra e Bonafede e alla luce delle nomine fatte da lei ieri, Franco Battiato ha dimostrato, ancora una volta, di essere un grande e di conoscere le miserie umane molto meglio di quanto lei e i farisei che ruotano attorno al suo Governo possano immaginare.

In conclusione, le diciamo un’altra cosa. Sa perché Antonio Presti non ha accettato di diventare assessore ai Beni culturali della sua Giunta? Perché, avendo una sensibilità artistica simile a quella di Battiato – ed avendo visto come lei e i suoi amici politici avete trattato un grande artista che ha solo detto cose condivisibili, come dimostra la solidarietà che gli sta tributando la rete – ha capito che, con voi, non avrebbe ‘fatto pane’. Il resto, presidente Crocetta, ci creda, sono solo chiacchiere.

La bergamasca Stancheris al Turismo. Chi è costei?
Firma l’appello online: “Presidente Crocetta, noi stiamo con Battiato”
La replica (indiretta) di Battiato: “La politica è menzognera”. Il Video
Il popolo del web si schiera con Battiato

 

Giulio Ambrosetti

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