Chiarezza sulla Sidra. La chiede il gruppo consiliare del Movimento 5 stelle a Catania, attraverso una segnalazione all’Arera, l’Autorità nazionale di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. La società partecipata dal Comune etneo si trova da mesi nella bufera. Da un lato il caso bollette pazze che ha monopolizzato l’estate. Centinaia i catanesi che si sono messi in fila agli uffici di via Vagliasindi dopo aver ricevuto richieste di pagamento con cifre spropositate. Prima ancora era stata la prolungata penuria idrica a scatenare le proteste in diverse zone della città. Nel frattempo si è pure consumata una rottura politica fra il sindaco Salvo Pogliese e gli autonomisti dell’ex governatore Raffaele Lombardo che ha portato all’azzeramento dei vertici del gestore dell’erogazione idrica a Catania e non solo.
«Ancora oggi – asseriscono i consiglieri grillini – non si conoscono le vere cause delle interruzioni nella fornitura dell’acqua e non si comprendono le ragioni delle fatture con importi elevatissimi». E nessuna «risposta valida» sarebbe giunta dalla società orfana del presidente Antonio Vitale, tecnico di area autonomista impallinato da Pogliese grazie alle dimissioni degli altri componenti del cda, Dario Moscato e Marco Navarria, al sindaco legati a doppio filo. Per la successione a Vitale il nome forte rimane l’ex deputato di Alleanza nazionale Fabio Fatuzzo. A sua volta mancato presidente dell’Acoset – altra partecipata etnea dell’acqua di cui era stato direttore generale – dopo che l’assemblea sul rinnovo dei vertici aziendali aveva visto trionfare il centrosinistra. Scegliere Fatuzzo, però, potrebbe innescare ulteriori tensioni fra Pogliese e i partner autonomisti. Si resta dunque in attesa della prossima mossa, mentre i 5 stelle attaccano a spron battuto.
«A quanto sembra, la Sidra – scrivono i consiglieri – avrebbe violato la normativa vigente: gli importi delle bollette in molti casi sono stati calcolati in base a letture presunte (per periodi molto lunghi, addirittura anche per due anni) dei contatori e non su quelle effettive, che per legge devono essere fatte a scadenze regolari». Ai conguagli fuori controllo che ne derivano, si aggiungerebbero poi «irregolarità sui dati di fatturazione» o su «servizi mai erogati come fognatura e depurazione»
Il Movimento 5 stelle si chiede allora, fra le altre cose: «Quante fatture sono state emesse negli ultimi tre anni? È stata rispettata la normativa che prevede un numero minimo di fatture annue?». La segnalazione all’Arera si conclude chiedendo «Un intervento urgente e l’applicazione di eventuali sanzioni».
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