Sono terminati i lavori dell’ultimo progetto della Fondazione Fiumara d’Arte a Librino. La preghiera più popolare di San Francesco d’Assisi si dipana attraverso oltre mille banner dove il cemento, finora, ha avuto il significato di emarginazione e disagio sociale. Adesso invece il cavalcavia di viale Librino, e non solo, si è acceso grazie ai sorrisi e ai volti degli stessi abitanti della periferia di Catania. Più di mille foto «testimonianze contemporanee di Amore e Speranza» che ritraggono le stagioni della vita lungo quell’asse attrezzato che, da simbolo negativo, diventa «rinascita» artistica. Si tratta del nuovo regalo di Antonio Presti al quartiere che, già da anni, è il palcoscenico del suo mecenatismo orientato a ottenere il «cambiamento» sociale e culturale.
Sempre su viale Librino esista già da più di dieci anni la Porta della Bellezza – costruita da 15 artisti, duemila mamme e duemila bambini per dodici opere monumentali realizzate con 9mila pezzi di terracotta – divenuta «vera e propria agenzia educativa nel deserto spirituale delle larghe vie della periferia». Sull’altra faccia del cavalcavia, da quest’anno, vivrà Il Cantico di Librino, progetto che ha coinvolto 10 fotografi e migliaia di cittadini. Ai loro volti, Presti ha voluto affiancare le parole del Cantico delle creature di San Francesco. Nasce «un polo artistico che ha dato a tutti i cittadini la consapevolezza di far parte di un più ampio progetto di rinnovamento», spiegano dalla Fondazione ispirata dal mecenate di Tusa.
«Abbiamo finalmente concluso il percorso – sottolinea Presti – i muri del quartiere ora parlano la lingua dell’unione, nutrendo l’anima attraverso la consapevolezza di far parte tutti, senza distinzione alcuna, della stessa eternità». L’opera verrà ufficialmente inaugurata lunedì 25 marzo alle 10.30. «Metterci la faccia per noi è stato importante – commenta Mariolina Blanco, abitante del quartiere e protagonista del Cantico – quest’iniziativa dà luce a Librino e da quest’opera noi desideriamo ripartire per rinascere e per combattere quella mentalità imperante, da sempre ostaggio di sfiducia». Il mecenate aggiunge, riguardo l’interpretazione di volti e parole di San Francesco: «Nomen omen, il destino è nel nome di chi è stato ribattezzato grazie al Cantico e oggi in quell’appellativo o in quell’aggettivo si rispecchia e trova una nuova identità come Cielo sereno, Luna raggiante, Acqua Preziosa». Chi passerà da lì, sottolinea Presti, dovrà «scollegarsi dall’ordinario per ricollegarsi all’universale, il Cantico serve a restituire sacralità al presente annientando la logica dell’avere e del potere».
L’installazione fotografica, che s’innesta nel più grande progetto del Museo dell’Immagine e dell’Arte Contemporanea di Librino, è stata realizzata grazie al contributo dei fotografi Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, coordinati dal catanese Antonio Parrinello, con la straordinaria partecipazione del rinomato fotografo franco-iraniano Reza Deghati e del fratello e collega Manoocher.
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