Il cameriere estorsore, il giorno dopo in via Plebiscito Silenzi e «Non so niente» dopo l’auto rubata al cliente

«Non so niente». Tre parole ripetute come un ritornello. È questa la cartina al tornasole che arriva da via Plebiscito. Un coro unanime, o quasi, per commentare l’estorsione che un cameriere avrebbe compiuto domenica ai danni di un cliente. L’obiettivo, stando alla ricostruzione fornita dai carabinieri, sarebbe stato quello di fargli restituire la macchina da poco rubata. Proprio mentre la vittima, un 34enne originario di Messina, stava mangiando carne di cavallo in uno dei tanti esercizi della zona. Dopo essere uscito dalla trattoria ecco l’amara sorpresa. A questo punto sarebbe entrato in scena il cameriere. Così gentile da fargli la cortesia di ritrovargli l’auto, ma soltanto dietro il pagamento di una penale da 800 euro. 

«Se ha sbagliato sono fatti suoi», commenta un uomo intento a preparare i bracieri. «Non ne so nulla, non so proprio come aiutarti», aggiunge un lavoratore di una delle trattorie. Ogni sera il segmento di via Plebiscito su cui sboccano via Lago di Nicito e via Nino Martoglio diventa uno dei luoghi clou della movida notturna di Catania. Sempre affollati i tavolini sparsi sui marciapiedi, a due passi dai fucuni in azione già dalla mattina. Sul fuoco ogni tipo di carne ma soprattutto quella equina. Intorno agli astanti una certa anarchia fra traffico e posteggio selvaggio, ma il mix rimane irrinunciabile non solo per i catanesi, ma anche per i turisti in cerca di cibo di strada e cultura popolare. 

Su tale scenario, l’attenzione dei carabinieri di Catania si starebbe ulteriormente incrementando negli ultimi giorni. Si continua a indagare e si cercano le prove per capire se l’estorsione dell’altra sera sia in effetti un caso isolato o qualcosa di più. Alcuni elementi sembrerebbero suggerire il ripetersi dello schema ai danni di vittime sempre selezionate fra i frequentatori delle trattorie di via Plebiscito. 

Dario De Luca

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