A quasi due anni di distanza, due differenti operazioni delle forze dell’ordine offrono uno spaccato della realtà che gravità attorno ai gruppi che a Messina organizzano corse clandestine. Un fenomeno talmente radicato che polizia e carabinieri non abbassano mai la guardia. Prova ne è l’operazione Zikka che ieri mattina ha portato all’arresto dei componenti di un’associazione per delinquere che aveva la propria base operativa a Minissale, zona a sud di Messina.
Due anni prima, a giugno 2016, la squadra mobile aveva fatto luce su un altro gruppo operante a Giostra. In quel caso, l’operazione delle forze dell’ordine era riuscita ad accertare il legame tra le corse clandestine di cavalli, il giro di scommesse che vi ruota attorno e Cosa Nostra. Alla luce delle nuove indagini, condotte dai militari della compagnia Sud, non emergono legami tra le due scuderie, quella di Giostra sgominata due anni fa e quella dei Minissaloti, come si definiscono più volte gli intercettati durante le intercettazioni ambientali. E non emerge neanche il risvolto mafioso che invece secondo la procura connotava la prima organizzazione.
Le similitudini però non mancano. A cominciare dall’osannare i cavalli che vincono in più occasioni le gare. Nel caso del clan di Giostra, ad Adrenalina, purosangue iridiato, viene dedicata una canzone neomelodica. Dall’altro lato della città a distanza di anni avviene la stessa cosa. Cambia il protagonista, ma non l’onore che gli viene tributato. Anche in questo caso viene dedicata una canzone dello stesso genere. Il cavallo vincitore delle competizioni clandestine è Zikka, da cui prende il nome l’operazione.
Come per il gruppo di Giostra, anche i vari affiliati della scuderia di Minissale, utilizzano i social network per vantarsi dei successi ottenuti. Postano video su Youtube, foto su Facebook, come quella che ritrae una coppa con dentro spumante e banconote appena vinte e la scritta «Auguri a noi!». Foto che viene rimossa, ma non in tempo per essere captata dai militari. Ci sono poi le dediche per le gesta compiute dai fantini e dalla scuderia. Uno spaccato in cui l’interesse è solo quello di vincere senza aver la minima preoccupazione per la cura dei poveri cavalli, sottoposti a infiltrazioni e trattamenti dopanti per assicurare il successo e soprattutto l’incasso delle scommesse.
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