«Il buono famiglia del Comune incita guerra tra poveri» Richieste per allargare i requisiti di accesso al supporto

«È solo per pochissimi, non risponde al problema e, cosa ancora più grave, incita a una guerra tra poveri». È così che il comitato Reddito-Casa-Lavoro ha definito il buono famiglia previsto dal Comune di Catania. Una misura per un fondo a esaurimento di un milione e 750mila euro deliberata dalla giunta in questo periodo di emergenza sanitaria ed economica che prevede aiuti per le famiglie nel pagamento dell’affitto di casa (con un contributo di 280 euro), delle utenze e nelle attività formative, culturali e sportive per i minori.

Nella giornata di ieri il Comune ha reso pubblici i requisiti e le modalità per l’accesso al buono. «Non potete escludere praticamente tutti», è il grido di migliaia di famiglie catanesi che, già da settimane, lamentavano l’impossibilità di pagare l’affitto. Il comitato Reddito-Casa-Lavoro ha già raccolto oltre mille richieste di aiuto per l’affitto. «Questo buono è errato nella forma e nella sostanza – lamentano – Nella forma perché è assurdo istituire come criterio di ottenimento l’ordine di arrivo, modalità che mette in competizione chi è in difficoltà; nella sostanza – continuano – perché include solo chi ha un reddito bassissimo e che lascia fuori tutti quelli che, a causa del coronavirus, hanno perso il lavoro o non stanno lavorando». 

Nell’avviso del Comune rivolto ai «cittadini residenti con particolari fragilità sociali ed economiche in condizioni di disagio abitativo» vengono spiegati i requisiti necessari per presentare la domanda per l’accesso al contributo: non essere percettore di quota a supporto del canone di locazione prevista dal reddito di cittadinanza; avere un Isee inferiore a 9036 euro; essere in situazione di disagio abitativo (dovuto a sfratto, ordinanza di sgombero, provvedimento di separazione – non per violenza domestica – con allontanamento dall’abitazione familiare o abitare in un alloggio in condizioni di precarietà); essere in condizioni di morosità legata al basso reddito per perdita di lavoro, applicazione di ammortizzatori sociali, gravi malattie di un componente del nucleo familiare; essere in stato di emergenza sociale di natura abitativa causata da gravi eventi calamitosi. 

«A Catania sono almeno ottomila le famiglie, con regolare contratto, già in difficoltà per la situazione attuale – fanno notare dal comitato – A questi bisogna aggiungere almeno il doppio di nuclei con affitti in nero. Centinaia di migliaia di persone, grandi e bambini, che rischiano di entrare in un vortice di povertà assoluta». 

Per questo gli attivisti di Reddito-Casa-Lavoro chiedono che «i sei milioni e duecentomila euro che dalla Regione arriveranno al Comune per le famiglie in difficoltà vengano dirottati per allargare i requisiti del buono famiglia» per arrivare almeno al doppio del tetto di reddito finora previsto. Altra richiesta è quella di prendere in considerazione «la nostra lista e quelle dei sindacati che si occupano di emergenza abitativa».

Marta Silvestre

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