Una cinquantina di persone hanno risposto oggi alla chiamata del Forum Antirazzista Palermo per ricordare quel naufragio del 3 ottobre 2013 dove persero la vita 368 persone. Il concentramento previsto davanti il Teatro Massimo e iniziato intorno alle 18,30 ha visto la partecipazione di esponenti dell’associazionismo locale, tra cui Amnesty International e Legambiente, che hanno posto l’accento su come il Mare Mediterraneo sia diventato un cimitero. «È chiaro a noi tutti come non si trovino solo pesci nelle reti dei pescatori» ha affermato un militate durante gli interventi iniziali. Momento di commozione durante la testimonianza del pescatore lampedusano Enzo, testimone di quel giorno di sei anni fa.
«La mattina del 3 ottobre 2013 doveva essere una giornata normale, anche se la capitaneria ci aveva intimato di non recarci in zona tabaccara come di solito avevamo abitudine fare per lavoro – inizia così il discorso commosso del pescatore Enzo – Dopo aver buttato le reti per lavorare, è giunta la terribile notizia e abbiamo deciso tutti insieme di tirare le reti per andare a vedere cosa stava succedendo, ma arrivati sul posto ci siamo resi conto che era troppo tardi». Il pescatore ha concluso tra gli applausi dicendo che «quel giorno, non solo per noi pescatori ma per tutta l’isola, è stato una giornata molto triste» ed oggi a Lampedusa «gli abitanti hanno voluto ricordare le 368 vittime – che per noi sono fratelli – lasciando una ghirlanda».
In chiusura anche l’intervento di Fausto Melluso, militante Arci, che ha ribadito come, nonostante il cambio di governo, le politiche di contrasto all’immigrazione non abbiano subito quella svolta umanitaria tanto sperata. Il presidio si è poi trasformato, come da autorizzazione, in corteo che, passando dalla Casa del Popolo sgomberata, ha voluto così testimoniare la vicinanza verso una realtà di inclusione e solidarietà sotto assedio. Sotto una pioggia inclemente la manifestazione è passata davanti la guardia costiera, concludendo al riparo sotto i portici di via Crispi.
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