Il nome non è stato ancora ufficializzato, ma su una cosa si può essere certi: il commissario inviato da Roma per riprendere in mano le disastrate strade provinciali, per quanto straordinario, non sarà un mago. La considerazione arriva proprio da colui che, secondo chi bazzica tra la Capitale e palazzo d’Orleans, è destinato a ricevere l’incarico dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, con il benestare del presidente della Regione Nello Musumeci.
«Detto tra me e lei, con la bacchetta in mano e con il cappello a punta non mi ci vedo molto bene». Le parole sono di Gianluca Ievolella, ingegnere 62enne originario di Benevento che, a fine febbraio, è arrivato a Palermo per guidare il provveditorato per le opere pubbliche della Sicilia e della Calabria. Un incarico ricevuto, anche in quel caso, dal ministero. «Quando mi ha comunicato la decisione il ministro mi ha detto: “Non so se le sto dando una mission impossible“», racconta a MeridioNews l’ingegnere, che nel capoluogo siciliano ha la propria base operativa e sovrintende il lavoro di centinaia di dipendenti dislocati in 18 sedi tra Sicilia e Calabria. «Ci occupiamo di tante cose. Esempi? Dalla messa in sicurezza di una ex discarica ad Augusta a una scuola a Caltanissetta, ma anche del controllo di gallerie di competenza del Cas. A volte, a chi mi chiede che facciamo, rispondo che ci tocca fare le cose che non fanno gli altri».
E tra queste potrebbero esserci proprio gli interventi sulle strade secondarie. Manutenzioni – oramai quasi dappertutto straordinarie – che spetterebbero alle ex Province, ma che, data la crisi finanziaria in cui versano, da tempo non fa più nessuno. A pensare a Ievolella in questo ruolo, dopo la conversione in legge del decreto Sblocca cantieri che tratta anche la questione commissariamenti, è stato più di uno, anche se finora la nomina ufficiale non è arrivata. «Si ricordi che in Italia spesso i nomi vengono fatti per essere bruciati – ironizza -. Tuttavia, non le nego che questa possibilità mi è stata messa davanti. Io sono qui che attendo, ciò che posso dire è che i miei collaboratori sarebbero felici di farsi carico di un impegno senz’altro gravoso. Ma sono siciliani e credono in ciò che fanno».
Il ruolo di commissario consentirebbe di usufruire di poteri speciali. A partire dal quello di approvare i progetti sostituendosi di fatto a ogni tipo di autorizzazione, parere, visto e nulla osta che, in casi di normalità, vengono richiesti. A eccezione di quelli necessari per i vincoli culturali e paesaggistici e di quelli ambientali, per i quali peraltro lo Sblocca cantieri prevede tempi ridotti rispetto alla prassi. «Attenzione però a pensare che il commissario sia una sorta di dictator di epoca romana – avverte Ievolella -. Un commissario deve seguire determinati iter comunque. Per fare un esempio: non è che si può decidere di non fare una conferenza di servizi. Quello che cambia è che si ha la possibilità di centralizzare una serie di poteri che normalmente sono ripartiti tra più soggetti». Vietato, dunque, illudersi. «Ho quarant’anni di esperienza alle spalle e non sono abituato a vendere la pelle dell’orso prima di averlo abbattuto».
Altro tassello ancora mancante nella macchina che dovrebbe entrare in azione è quello riguardante il braccio operativo. Chi, in sostanza, seguirà i cantieri? A riguardo l’attenzione va al possibile ruolo che spetterà ad Anas. La società concessionaria per le strade statali, negli ultimi mesi, è stata destinataria degli strali di Musumeci, che senza giri di parole l’ha definita un «cancro per la Sicilia». Tuttavia, il presidente non ha finora proposto concrete alternative e c’è chi assicura che, con la promessa di un cambio di passo, Anas potrebbe alla fine rientrare nei giochi. «Come provveditorato alle opere pubbliche abbiamo già stabilito di incontrare mensilmente i referenti di Anas per confrontarci sui problemi che riguardano le opere che seguiamo», chiosa Ievolella, facendo intendere che tali rapporti potrebbero essere estesi anche nell’ambito del commissariamento.
Resta, infine, la questione delle risorse che potranno essere impiegate per ridare decoro alle strade provinciali. Di recente l’assessore Marco Falcone ha fatto presente che il governo nazionale dovrebbe mettere sul piatto somme supplementari rispetto a quelle di cui già la Regione dispone. Da Roma, però, la risposta non è arrivata. O meglio, viene filtrata con una serie di voci di spesa che fanno parte del Patto per il Sud e che sarebbero ritenute sufficienti alle esigenze dell’Isola. Si tratta di circa 400 milioni per quasi 250 interventi.
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