«Facciamo presente ai solerti agenti che distribuire volantini a lavoratori e cittadini è un normale esercizio delle libertà democratiche sancite dalla Costituzione». A rendere nota una vicenda accaduta questa mattina a Palermo è il segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea Maurizio Acerbo. Due militanti del partito che tenne in scacco il governo dell’Unione, ai tempi dell’allora premier Romano Prodi, stavano distribuendo volantini davanti alla sede di Leonardo, l’azienda leader nel settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza.
Nei volantini l’appello a «fare come in Francia», ovvero a ribellarsi in prima persona su questioni essenziali come pensioni, lavoro e salari. Immediatamente, secondo il racconto dei militanti comunisti, sono sopraggiunte due volanti, con gli agenti di polizia che hanno provveduto a una prima identificazione. Fino all’arrivo dei colleghi della digos, che hanno nuovamente chiesto i documenti ai due militanti.
«Andassero a identificare i neofascisti che diffondono odio razziale – commenta Acerbo – La cosa più grave è che la digos ha verbalizzato che i nostri compagni (che erano due, non 500) stavano facendo una “manifestazione non autorizzata”, cioè che stessero violando l’articolo 18 del Tulps (Testo unico pubblica sicurezza) che al contrario di quello dello Statuto dei Lavoratori non è stato abrogato. Comunque si tratta di un articolo che ben conosciamo e riguarda incontri in luogo pubblico o aperto al pubblico di cui bisogna dare preavviso almeno tre giorni prima al questore (presidi, comizi, manifestazioni, ecc.). Non ci risulta che un volantinaggio rientri in questa fattispecie. Questa è una pura intimidazione».
Per Acerbo, infine, l’episodio avvenuto a Palermo è spia di un problema più generale. «Si tratta dell’ennesimo intervento contro lavoratori da parte di polizia e questure – aggiunge – Nei giorni scorsi a Lanciano il questore ha sgomberato un picchetto nella notte scortando i tir dell’azienda che delocalizzava. E al governo non c’è Salvini. C’è un problema nelle forze dell’ordine che troppi sottovalutano. In questo paese l’agibilità democratica è a rischio. Si dice che la politica è lontana dal mondo del lavoro, poi chi davanti alle fabbriche ci va ancora viene trattato come un delinquente».
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