I veterinari respingono le accuse Ingrassia: «Sfido il magistrato a rinviarmi a giudizio»

La scorsa settimana  la Polizia di Stato ha eseguito a Palermo e provincia un provvedimento di sequestro patrimoniale, nei confronti di Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo, nonché presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia.

Provvedimento emesso a conclusione delle indagini preliminari, nell’ambito deIl procedimento penale vede coinvolte 29 persone tra cui funzionari, dirigenti dell’Asp ed imprenditori del settore alimentare. Gli indagati, sono accusati di reati contro la pubblica amministrazione e la violazione della normativa a tutela della salute pubblica nella commercializzazione di alimenti. Ed è su questo aspetto che verteva la conferenza stampa di oggi convocata dai vertici Asp.

«I capi affetti da tubercolosi ad un solo organo normalmente vengono dati al libero consumo – ha spiegato ai giornalisti  il presidente del Sivemp, il sindacato dei veterinari italiani, Paolo Ingrassia, uno dei funzionari dell’Asp di Palermo indagati dalla Digos della Questura di Palermo, in merito all’accusa di aver messo in commercio carne affetta da tubercolosi -. Nel 2014 su 764 capi affetti solo 30 sono stati distrutti – ha aggiunto – . Le carni degli animali affetti da tubercolosi, purchè  non in una fase generalizzata dell’organismo, possono e devono essere commercializzati. L’imprenditore Caruso – ha continuato – ha avviato alla macellazione tre vitelli risultati affetti da tubercolosi. Dato che e’ stata ravvisata una lesione tubercolare si e’ applicata la normativa che prevede il sequestro dell’organo e il suo successivo invio all’Istituto Zooprofilattico. Poi pero’ sono state fatte le analisi sui muscoli che sono risultate negative, a conferma che la tubercolosi riguardava solo un organo». 

Poi Ingrassia si è soffermato sull’accusa di aver disposto alcuni trasferimenti come metodo coercitivo per costringere i dipendenti a eseguire determinati ordini:« La rotazione del personale – ha affermato – è un obbligo imposto dal Ministero, non è discriminatoria. La rotazione, anzi, è utile a evitare incrostazioni che nel corso degli anni potrebbero crearsi tra un funzionario e un utente. Agirò legalmente contro chiunque continuerà a infangare l’onore mio e del dipartimento dove lavoro – ha detto il veterinario -. Sfido il magistrato a rinviarmi a giudizio e sfido l’azienda ad adottare provvedimenti nei confronti miei o del dottore Giambruno. La mia battaglia è appena cominciata. Tutti noi mettiamo a rischio la nostra salute per portare avanti questo lavoro. Io mi sono fratturato entrambe le gambe a causa di una vacca e il dottore Giambruno si è operato diverse volte nell’ultimo anno per motivi di salute».

Redazione

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