I turisti, le auto e il Codice stradale catanese Le guide online: «Ct? Vuol dire caos totale»

«Avoid driving in Catania». Tradotto, con l’aggiunta di un pizzico di sottotesto, significa: «Non vi azzardate a guidare per le strade di Catania». È il consiglio che ricevono tutti i turisti, senza distinzione di nazionalità, dai più importanti siti internet e forum di viaggi mondiali. L’incontro con i conducenti nostrani fa paura di per sé, anche senza contare furti e rapine che avvengono nel traffico. Destreggiarsi al volante per le strade catanesi, secondo gli stranieri, «è di certo un’esperienza. Ma che non fa tanto bene alla salute del cuore». Per chi vuole scherzarci su, dal 2011, c’è una pagina Facebook – chiamata Codice della strada catanese – che raccoglie le infrazioni più comuni (e pericolose) commesse dai guidatori etnei.

Daniel (Germania): «Kamikaze, superano in curva»

Un portale di informazioni turistiche definisce le lettere Ct, che sulle vecchie targhe marchiavano un veicolo immatricolato a Catania, «le iniziali di caos totale». Ma il giudizio dei turisti stranieri sullo stile di guida dei catanesi può essere pure più netto: «Niente è in grado di preparati alla loro folle voglia di morire», scrive Daniel, tedesco, su un forum. Ha noleggiato una vettura all’aeroporto, appena atterrato. «E ogni giorno – dice – ho dovuto fare i conti con dei kamikaze, che superavano persino in curva». In Germania esiste un sistema automatico che punisce il mancato rispetto della distanza di sicurezza; sotto il vulcano «considerano la distanza di sicurezza uguale alla profondità di un pacco di sigarette». Il guidatore straniero sarebbe rimasto meno scosso se, prima di mettersi al volante, avesse letto su Facebook gli articoli 10 e 23 del Codice della strada catanese: «Le Smart possono sorpassare a destra, sempre» e «il concetto di rallentare non esiste». Infrazioni al vero codice della strada che, come le altre contenute sulla pagina social, sono facili da vedere nel traffico cittadino.

Del loro tour in auto, ad alcuni visitatori americani sono rimasti indelebili nella memoria i «suicidal motorini». I mezzi a due ruote, spiega uno di loro a un aspirante turista diretto a Catania, «corrono senza regole, persino sui marciapiedi. Si fiondano in mezzo alle macchine e vinci di sicuro se scommetti che ce ne sia sempre uno, accanto, che prova a sorpassarti». Riguardo alla circolazione dei ciclomotori, il manuale delle infrazioni di guida pubblicato su Facebook contiene diversi articoli: «Possono occupare la carreggiata a gruppi di tre o quattro, se i conducenti sono amici» (articolo 21); «L’età minima per condurli è di otto anni. Sono ammesse competizioni tra minimoto su strade ordinarie» (articolo 19); al semaforo «se hai lo scooter non guardare, passa direttamente» (articolo 8); «I ciclomotori possono trasportare fino a un massimo di quattro passeggeri, sei se sono inclusi bambini» (articolo 16). 

Articolo 30: «Suonare il clacson dà la precedenza e serve a festeggiare le vittorie del Catania»

La prima lezione, però, il turista la apprende da solo: «Non riuscirai ad arrivare all’hotel se ti dimostri esitante. Ogni metro va conquistato mostrando i muscoli». Per ottenere strada, nonostante il vero codice lo vieti, a Catania è spesso utilizzato anche un altro metodo: «Suonare il clacson dà diritto alla precedenza», ricorda l’articolo 30 del codice tutto catanese. Ma, come precisa un comma, il segnalatore acustico può essere usato pure «come saluto e per festeggiare le vittorie del Calcio Catania». Chi viene dall’estero sembra molto colpito da quanto avviene ai semafori: «Ho assistito a scene viste solo nelle gare di dragster (veicoli elaborati per delle gare di accelerazione, ndr)», racconta Adam, un ragazzo di New York. Le regole sembrano simili a quelle descritte sulla pagina Facebook: «Verde: parti sgommando a tavoletta. Giallo: accelera, prima che venga il rosso. Rosso: guardati attorno e passa». Il fatto che «a Catania nessuno usi le frecce» invece lo ha notato David, irlandese. E si è accorto pure che il suo amico alla guida «non ha mai staccato l’orecchio dal telefonino». L’articolo 8, del resto, fa notare che sola regola che l’automobilista catanese rispetta, quando parla al cellulare, è «ridurre la velocità a 20 chilometri orari. Che diventano 15 in autostrada».

Lisa (Inghilterra): «I pedoni cercano il tuo sguardo e poi si lanciano in mezzo alla strada»

Un altro capitolo si apre sulle strisce pedonali. Se fossimo in Inghilterra, la scritta bianca «Look Right» avvertirebbe di fare attenzione nell’attraversare la strada. Lisa, nata e cresciuta a Londra, dopo aver trascorso le sue ultime vacanze estive a Catania racconta: «Lì i pedoni cercano il tuo sguardo e, appena lo incrociano, si lanciano in mezzo alla strada». Ma c’è di più: «Se spesso gli automobilisti rischiano di investirli sulle strisce, a volte si fermano per farli attraversare in punti pericolosissimi, dove le strisce mancano». È la stessa imprudenza che sottolinea l’articolo 27 del codice stradale catanese: «Qualunque striscia sul manto stradale è una striscia pedonale. Il pedone deve attraversare di sbieco o a tuffo, ma sempre molto lentamente e con calma». Insolite, per chi viene da fuori, sono anche le norme riguardo alla sosta. «Trovare parcheggio è impossibile e lo spazio è così stretto che si fa prima a uscire dal finestrino», lamenta uno straniero. La soluzione, secondo il manuale catanese delle infrazioni, è che «si può posteggiare ovunque per cinque minuti. Tempo prolungabile per ragioni imprevedibili, come il ritardo dovuto al barista» (articolo 3).

Per agevolare la sosta, inoltre, il codice delle scorrettezze stabilisce che «il parcheggio dei disabili è per tutti» (articolo 7). E c’è anche una motivazione, dietro: «Aver finito le sigarette, a esempio, è considerata una condizione invalidante temporanea». Il codice avverte il turista di fare attenzione alla segnaletica non convenzionale: «Le funzioni per le quali, nel resto d’Italia, è impiegato il dissuasore mobile a Catania sono svolte dalla sedia» (articolo 12). A stranire chi visita Catania ci sono poi dei mezzi poco noti o del tutto non convenzionali, all’estero. Per esempio le «three wheeled motorized vegetable cars», tradotto: l’ApeCar del fruttivendolo. E, in base all’articolo 24 del già citato manuale, «nel caso la Lapa con la frutta o verdura si trovi nella corsia opposta sarà possibile raggiungerla buttandosi sull’altra corsia. Non è pericoloso». Ma i turisti potrebbero anche non sapere che, come avverte il codice, «in alcuni periodi è consentito circolare in città con le imbarcazioni», come accade durante le allerte meteo più azzeccate. E un ultimo avvertimento: se nello stato dell’Indiana, Usa, è vietato sorpassare i cavalli, a Catania potrebbe anche capitare che siano i cavalli a sfrecciare, a tutta velocità e con un mantello di motorini al seguito, in corsia di sorpasso. Attenzione. 

Marco Di Mauro

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