I traghetti vietati a chi non ha il green pass rafforzato Giurista: «Libertà può essere limitata, non compressa»

Il diritto alla salute e la libertà di circolazione. Riuscire a contemperare i due diritti fondamentali, da due anni a questa parte, è sempre più complicato e coinvolge altri diritti essenziali garantiti dalla Costituzione. Si pensi al diritto al lavoro e allo studio. A minare l’equilibrio stavolta è il decreto legge del 30 dicembre 2021 con cui il governo nazionale ha imposto il divieto di circolazione nei mezzi pubblici senza green pass rafforzato. Ovvero l’impossibilità, per chi possiede solo il green pass base – ottenuto tramite sottoposizione al test del tampone -, di potere prendere aerei e traghetti per spostarsi dalle isole nel resto del territorio nazionale. 

Se in un primo momento il provvedimento nazionale prevedeva il divieto anche per le isole minori, dopo l’intervento di alcuni parlamentari e l’allarme lanciato dai sindaci, si è proceduto a una parziale deroga prevedendo l’esenzione del green pass rafforzato a chi, dalle isole minori, volesse raggiungere altri luoghi sul territorio nazionale. Per quanto riguarda le isole maggiori – la Sicilia e la Sardegna – invece la restrizione resta. La polemica, complice la protesta del sindaco di Messina Cateno De Luca e l’ultimatum a Roma del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, non si placa. Se De Luca ha definito la norma «un vero e proprio sequestro di persona» e ha allestito un gazebo alla rada San Francesco «in attesa di novità da Roma», Musumeci ha dato il suo ultimatum: «Ho il dovere di attendere 24 ore – ha detto il presidente – in caso di silenzio, domani adotterò la mia ordinanza». 

Un provvedimento, quest’ultimo, che non avrebbe la stessa forza normativa di quello nazionale. E questo, per le compagnie di trasporto comporterebbe non poche difficoltà nel disattendere le disposizioni nazionali. Con la conseguenza che chi volesse transitare dalla Sicilia o dalla Sardegna con il solo tampone negativo rischierebbe di non partire comunque. «L’articolo 32 della Costituzione ci dice che la libertà di non subire il trattamento sanitario va contemperata con altri diritti – spiega la giurista Vitalba Azzollini a Direttora d’Aria, il programma in onda su Radio Fantastica e Sestarete -, il legislatore ha ritenuto che l’interesse pubblico alla salute avesse una sfera più ampia rispetto agli altri diritti sul piatto della bilancia – aggiunge Azzollini – Questo va bene ma fino a un certo punto, perché ci sono dei diritti essenziali che possono essere limitati, ma non totalmente compressi».

L’esempio è presto fatto. «Nel caso del diritto all’istruzione – prosegue Azzollini, citando l’orientamento della Corte costituzionale – le vaccinazioni obbligatorie non precludono ai bambini di andare a scuola, resta comunque il diritto di frequentare le attività scolastiche anche per i bambini non vaccinati, ma bisogna pagare una sanzione pecuniaria». Un bilanciamento operato dalla Consulta che, però, non sarebbe stato considerato in questo caso. «C’è stato un insufficiente e forse non esaustivo bilanciamento di tutte le situazioni – sostiene Azzolini -, per questo auspico che si arrivi, magari in sede di conversione del decreto legge, ad attuare una limatura». L’unica soluzione, per Azzolini, che permetterebbe di riequilibrare su base costituzionale il bilanciamento di contrapposte esigenze. «Perché è chiaro che anche se il governo regionale scegliesse di emanare un’ordinanza contraria ai dettami nazionali – continua la giurista – questa forma ha un ambito di applicazione di gran lunga ridotto rispetto a un decreto legge ed è difficile immaginare altri strumenti che possano mettere in campo – aggiunge -. Nessuna compagnia baderebbe a norme regionali in luogo di quelle nazionali». 

Difficoltà che hanno generato una polemica che difficilmente si placherà a breve. E che, in realtà, va avanti da dicembre. «Quando l’ultimo decreto ha disposto l’estensione ai mezzi pubblici, compresi quelli per il trasporto marittimo, prima che venisse pubblicato in gazzetta – spiega il vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera Paolo Ficara ai microfoni di Radio Fantastica – noi abbiamo raccolto il grido di allarme dei sindaci delle isole minori preoccupati per chi dovesse spostarsi in Sicilia per motivi di lavoro, di studio o di salute. Chi non ha il green pass come fa? Lo si imprigiona», chiede il deputato. Alcuni parlamentari si sono attivati per cercare di ottenere un’esenzione che permettesse di lasciare le isole con il solo tampone negativo. A mettersi di traverso, però, pare sia stato il ministero della Salute. «Se il ministro Enrico Giovannini (a capo del dicastero Infrastrutture e Trasporti, ndr) si è mostrato subito favorevole – spiega Ficara – Speranza (ministro della Salute, ndr), invece, ha emanato un’ordinanza prevedendo l’esenzione per motivi di salute e studio, limitata esclusivamente alle isole minori». Per le isole maggiori il problema rimane. «Il problema, adesso, è che qualunque modifica non potrà entrare in vigore prima di marzo – dice Ficara – così stiamo chiedendo che il ministero della Salute estenda l’esenzione tramite ordinanza alle isole maggiori». 

Mentre si cerca la quadra, anche il Codacons attacca il governo e si appella all’applicazione degli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 16 (libertà di circolazione) della Costituzione, per quello che l’associazione dei consumatori, in maniera non dissimile da quanto fatto da Cateno De Luca, definisce «sequestro di persona». Il rischio, per l’associazione dei consumatori, è che si cominci dalle restrizioni in bar e ristoranti per finire non si sa bene dove. Il fronte anti-green pass intanto ha accolto con soddisfazione l’intervento dell’autorità giudiziaria che ha ordinato di consentire il rientro a casa di un cittadino senza vaccino. 

«L’emergenza sanitaria ha costretto la popolazione a fare enormi sacrifici a causa di provvedimenti sempre più restrittivi ma inevitabili per tutelare la collettività – dice a MeridioNews la deputata alla Camera del Movimento 5 stelle Antonella Papiro -, noi siamo assolutamente favorevoli al vaccino ma le ultime misure messe in campo ledono, tra gli altri, i diritti dei lavoratori già penalizzati in termini di mobilità». Per questo il Movimento 5 stelle ha presentato un ordine del giorno con cui sottopone al governo l’esenzione dell’obbligo di green pass rafforzato sui traghetti anche per le isole maggiori. «Adesso dobbiamo attendere che venga approvato – conclude la deputata -, sarebbe un segnale di apertura». Un segnale che potrebbe portare all’estensione dell’esenzione prevista fino al 10 febbraio per le isole minori, anche per la Sicilia e la Sardegna.  

Gabriele Patti

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