«Il profilo dell’Etna si vede per intero da Mondello. Questa è la dimostrazione che la terra è piatta». Tra buchi neri come ‘mentine’ e manipolazioni degne di Matrix e dei poteri forti, Soros e America in testa, i terrapiattisti sbarcano a Palermo. Dieci ore, dalle 9 alle 19, per mutare prospettiva e imparare a mirare orizzonti senza curvature con gli interventi degli organizzatori: Agostino Favari, Albino Galuppini, Calogero Greco. Un mix tra esoterismo e complottismo – le Torri Gemelle erano «vuote per accogliere antenne satellitari» – per confutare le più comuni concezioni scientifiche: dalla forza di gravità all’esistenza dei pianeti. Dall’astronomo Keplero alla Nasa, tutto viene «rottamato» dai relatori che, tra sorrisi e smorfie dei partecipanti, incuranti procedono nei loro interventi pacati.
«Viviamo dentro una gabbia di controllo senza sbarre che ci imprigiona – rivela Galuppini – chiedete agli autori di
Matrix, un film profetico e predittivo». Ma chi c’è all’origine di questa manipolazione? «Dietro le quinte ci sono i poteri occulti come Soros e gli Stati Uniti». Tra video tratti da youtube, cartine, tricolori, e astrusi calcoli geometrici, ogni cosa è utile per demolire le conoscenze più comuni. Frutto di un inganno, persino lo sbarco sulla Luna o la prima immagine di un buco nero: «Un falso – assicura Galuppini che liquida la vicenda con una battuta – sembra una mentina: un buco con la menta intorno. Un’immagine artefatta, vi hanno preso in giro per tutta la vita». Esorta la platea «a informarsi zeteticamente» e a supporto delle sue teorie ricorre alle rotte dei voli intercontinentali: «Osservando dalla cabina l’orizzonte si intuisce chiaramente che la terra è piatta. Infatti a breve elimineranno i finestrini dagli aerei».
Magellano, Galileo, quindi, se non «in malafede sono stati comunque strumentalizzati dai poteri occulti per la costruzione di un nuovo ordine mondiale che comincia con le teorie eliocentriche». E la più grande fake news è «la negazione dell’esistenza di Dio e del diavolo». Eppure non mancano i sostenitori, anche se una minoranza. «Le teorie sulla terra piatta mi hanno sempre affascinato. Mi piace andare contro le tesi preconfezionate che il sistema propina», racconta Eliana Urbano Raimondi, una ragazza di 24 anni laureata in didattica dell’arte e curatrice di mostre. Al collo porta un ciondolo di cuoio realizzato con le sue mani e che raffigura la terra piatta. Tra le tesi illustrate dai relatori, anche l’esistenza dei giganti – il
regno di Tartaria scaturito per Galuppini dall’ibridazione fra gli angeli decaduti e donne terrestri e che avrebbero realizzato anche il Teatro Politeama e il Tempio di Segesta – ipotesi che stuzzica la sua curiosità: «La fattura di alcuni monumenti, come le piramidi egizie, fanno riflettere – suggerisce Eliana – secondo alcuni potrebbero essere opera di ciclopi o di tecnologie a noi non pervenute».
In una sala quasi al completo ma con una nutrita presenza di giornalisti e fotografi, tanti gli scettici: e se si fanno troppe domande, si passa per «
troll pagati per portare scompiglio». Ad esempio, Marco Guzzio, 38 anni, laureando in Storia e filosofia, ha scelto di partecipare con un puro intento documentaristico: «Ne sentivo vociferare da anni, come una realtà lontana e diafana – spiega – ma una volta che si ha la possibilità, credo sia un dovere dare un volto a queste tesi». C’è perfino chi si è presentato con il chiaro intento di svagarsi «come fosse uno spettacolo, anzi, di più: un cabaret – rivelano Vincenzo Tura e Francesco Sinacori – Facciamo parte di un gruppo di fantacalcio e volevamo portare una decina di persone. Con una spesa di appena 20 euro (il costo di iscrizione al convegno) è un’occasione unica in cui sai che riderai tutto il tempo». Delle centinaia di presenze ipotizzate in un primo momento nella stanza, che può ospitarne solo 100, alla fine se ne contano poco più della metà. Forse, a sgonfiare il successo dell’iniziativa, l’annunciata presenza del noto comico genovese, poi smentita: «Non abbiamo mai invitato Beppe Grillo – ci tengono a precisare gli organizzatori – Si tratta di una boutade ma lo ringraziamo ugualmente per la pubblicità non richiesta che ci ha dato».
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