La gestione dei rifiuti in Sicilia è al collasso. È emergenza anche in provincia di Siracusa, dove c’è una delle tre discariche rimaste in attività in tutta l’isola, insieme a quella di Bellolampo a Palermo e a quella di Trapani. Si tratta dell’impianto della Sicula Trasporti di Grotte San Giorgio in contrada Coda Volpe a Lentini, che deve accogliere i rifiuti, oltre che di tutta la provincia di Siracusa, anche dell’Agrigentino, di Enna e di Palermo.
L’assemblea dei 21 sindaci del Siracusano, convocata dal primo cittadino più giovane della provincia «è servita a dare una risposta univoca da parte di tutto il territorio». Così spiega a Meridionews Saverio Bosco, il sindaco di Lentini che è il Comune che vive la situazione più critica, essendo quello su cui ricade la discarica dotata di un impianto di biostabilizzazione. «Durante questa riunione – continua – abbiamo stabilito che domani incontreremo il prefetto per comunicargli lo stato di agitazione e ci siamo detti tutti pronti, già a partire da domani stesso, a portare gli autocompattatori a Palermo, davanti a Palazzo d’Orleans».
Da giorni i sacchetti della spazzatura rimangono non raccolti e iniziano ad accumularsi lungo le strade, mentre centinaia di autocompattatori provenienti da tutta la Sicilia si incolonnano all’ingresso della discarica della Sicula Trasporti. «La responsabilità di tutta questa situazione – attacca Bosco – è la malagestione da parte del governo regionale. Poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima decisione di far conferire qui i rifiuti di tutti i Comuni della Sicilia occidentale». In molti Comuni i cittadini sono stati invitati a non buttare la spazzatura. A Siracusa, le comunicazioni arrivano anche grazie al servizio Whatsapp del Comune, con messaggi come questo: «La discarica nella quale anche il comune di Siracusa conferisce i rifiuti, per problemi tecnici indipendenti dal nostro comune, non accetta più i rifiuti raccolti e trasportati da Igm. Invitiamo, pertanto, la cittadinanza a contenere la produzione di rifiuti, cercando di differenziare il più possibile plastica, carta e vetro utilizzando gli appositi contenitori. Raccomandiamo inoltre di chiudere bene i sacchetti e a non abbandonare i rifiuti in luoghi non preposti alla raccolta».
I siciliani producono circa 6.200 tonnellate di rifiuti al giorno, ma in questo momento la capacità di smaltimento è meno di 3.500 tonnellate, di cui 2.800 ricadrebbero su Lentini. Già intasata in ingresso a causa del raddoppio dell’affluenza dei rifiuti, nonostante l’autorizzazione ad abbancare diverse migliaia di tonnellate in più, la discarica di Lentini sarà presto satura. «Bisogna programmare gli ingressi in discarica dei vari comuni, perché si sta innescando un meccanismo illegale e vergognoso – denuncia Paolo Amenta, vice presidente di Anci Sicilia e sindaco di Canicattini Bagni – che è quello della raccomandazione notturna, cioè siamo venuti a conoscenza del fatto che qualche Comune si fa raccomandare ed entra di notte in discarica a dispetto di chi fa file di ore e non riesce comunque a scaricare nel sito di stoccaggio. Oltre il danno, la beffa e questa è una cosa gravissima che non si può accettare».
La situazione è fuori controllo, molti cittadini sono già allarmati e, a breve, la spazzatura potrebbe sommergere anche zone turistiche e far scappare i visitatori. «Il problema è molto più ampio – afferma Michelangelo Giansiracusa, il primo cittadino di Ferla, all’avanguardia per la raccolta differenziata – e oggi vengono al pettine i nodi di una mancata pianificazione da parte della Regione siciliana, di una impiantistica inadeguata per consentire di fare la raccolta differenziata. L’attuale emergenza relativa alla discarica – aggiunge – è solo l’ultimo anello di questo sistema che denota un deficit strutturale. L’Europa ci chiede di attuare sistemi di prevenzione e riduzione del rifiuto alla fonte che vanno oltre il concetto di raccolta differenziata. Questa situazione è solo la punta dell’iceberg di un sistema che non è stato costruito negli anni e ora – conclude Giansiracusa – la paura è che ci venga calata dall’alto qualche soluzione che sarebbe per noi una sconfitta, come quella degli inceneritori o di portare i rifiuti all’estero».
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