I senza casa a Palermo: le proposte del Comitato 12 luglio

NEL CAPOLUOGO SICILIANO L’EMERGENZA ABITATIVA STA DIVENTANDO UN PROBLEMA SEMPRE PIU’ DIFFUSO E SEMPRE PIU’ PREOCCUPANTE

Queste le proposte del COMITATO DI LOTTA PER LA CASA 12 LUGLIO precedentemente consegnate all’Amministrazione Comunale di Palermo e di cui vorremmo discutere.

Per far fronte all’emergenza abitativa che dilaga, in modo inquietante e preoccupante in città, riteniamo sia necessario, concordare un’agenda di interventi a breve, medio e lungo termine.

Pare che le istituzioni pubbliche non si rendano conto di trovarci di fronte ad’una condizione drammatica, che la crisi, economica e sociale, ha duramente aggravato.

La vita amministrativa sembra galleggiare in uno stato di finta normalità, procedendo con pratiche e tempi di ordinaria amministrazione. Noi, invece, pensiamo che si debba lavorare per uscire dall’emergenza, che non puo’ diventare la condizione fisiologica a cui rassegnarsi.

L’emergenza è una PATOLOGIA e come tale va trattata. Questo SIGNIFICA AFFRONTARLA, definendo la situazione, con il suo vero nome ed approntando MISURE STRAORDINARIE e RAPIDE, con procedure politiche e burocratico-amministrative altrettante straordinarie e rapide, contestualmente PIANIFICANDO, un piano pluriannuale, di GRADUALE e DEFINITIVA USCITA da questa condizione.

Cosa proponiamo ?

Chiediamo al Consiglio comunale, convocato in via straordinaria, quanto segue:

1) Proponiamo, innanzi tutto, una MORATORIA di ogni azione di SGOMBERO e SFRATTO, rivolte a famiglie in condizioni di grave disagio sociale e/o facenti parte della graduatoria d’emergenza abitativa.

Che sia bloccato temporaneamente, ogni sfratto e ogni sgombero, sia di coloro che sono in uno stato di morosita’ incolpevole, sia di coloro che hanno occupato, per necessita’, un immobile pubblico o del privato sociale, attuando un censimento di tutte le famiglie occupanti per verificare i caratteri effettivi del bisogno. Non vogliamo premiare furbi, imbroglioni e speculatori. Le famiglie in vera emergenza abitativa hanno tutto l’interesse a distinguersi da coloro che speculano sul bisogno e sulla lotta legittima per diritti fondamentali.

2) Che si costituisca un tavolo tecnico politico permanente, costituito da amministratori comunali, a cui venga attribuito un incarico specifico, in primo luogo gli assessori competenti, e dalle parti sociali (comitati per la casa, portavoci delle famiglie, associazioni di sostegno al diritto all’abitare, sindacati inquilini e per la casa), per concordare e avviare, in un primo tempo le proposte per affrontare la fase dell’emergenza abitativa; di seguito una progettazione, a tempi piu’ lunghi ed a piu’ lungo raggio.

Interventi a breve termine

A) Che sia fatta la scelta di richiedere, da parte del Comune, l’uso in comodato degli immobili, non utilizzati, del privato sociale (conventi, monasteri e quant’altro, della Chiesa o di Istituti religiosi o di enti benefici caritatevoli…) che sono stati, provvisoriamente occupati dalle famiglie, in grave stato di indigenza e senza un reddito, per stabilizzare provvisoriamente le famiglie occupanti. Si concordi, con le Comunita’ religiose, gli Ordini religiosi e la Curia Arcivescovile, una modalita’, per sdrammatizzare l’attuale condizione di occupazione di loro spazi, nel contempo procedendo ad’una proposta, che venga incontro al loro interesse, impegnandosi a valorizzare il loro patrimonio immobiliare, in cambio della loro disponibilità a stabilizzare l’utilizzo a fini sociali per i poveri e per i senza casa, il tutto realizzato attraverso strumenti giuridici adeguati, quali il comodato d’uso o altri protocolli da concordare, che, non alienando la loro proprieta’, riescano a dare risposte immediate alle esigenze dei piu’ poveri, rispondendo, adeguatamente, all’appello di Papa Francesco, (aprite le porte dei vostri conventi ai senza casa).

B) Che siano utilizzati, gli immobili, abbandonati della Regione, del Demanio, dei beni confiscati, del ministero della difesa, a fini sociali e, prioritariamente, per fini abitativi, anche attraverso lo strumento dell’auto-recupero, superando lungaggini e lentezze ed intoppi burocratici.

Che si attui un censimento, dei beni confiscati, del demanio, della Regione e dello Stato.

C) Che si attui con lo strumento dell’auto-recupero, con la partecipazione attiva dei senza casa, dei tecnici e delle maestranze delle partecipate e del Comune, con l’aiuto dell’Università e delle associazioni, reti, movimenti, della Panormedil UN PRIMO ESPERIMENTO PILOTA, da realizzare in tempi rapidi, utilizzando un immobile di proprietà Comunale non utilizzato o un bene confiscato, o del demanio o delle Ipab, come forma di sperimentazione sociale, per realizzare una struttura pubblica da adibire ad albergo provvisorio per le famiglie in attesa di una soluzione definitiva.

D) Che si riconosca una sorta di priorita’ storica, pur nella medesima condizione di gravita’, ai casi cronicizzati ed, ormai, intollerabili, quali quelle delle famiglie di Via brigata Aosta e dell’ex Casa Guzzetta, si sancisca, formalizzando una SANATORIA in termini di REGOLARIZZAZIONE, come condizione di fatto, assolutamente virtuosa, di una forma di recupero, valorizzazione immobiliare e risoluzione e utilizzo esemplare, di uno spazio pubblico, quale e’ quello recuperato dalle famiglie che gestiscono l’ex ONPI di Partanna Mondello.

Interventi a medio termine :

A) Che si impegni la Regione affinché si attui una legge sull’auto-recupero, e si recepisca la legge nazionale che consente di utilizzare il patrimonio del demanio militare ( caserme ed altri immobili di servizio dismessi ).

B) Che si costruiscano strumenti appositi di monitoraggio e di ricerca sul tema abitativo, per fornire all’amministrazione attiva e al Consiglio Comunale, ma anche all’insieme della comunita’ cittadina, strumenti di conoscenza scientifica sulla natura, dimensione, curva evolutiva della questione abitativa e del disagio sociale ad esso correlato, mettendo assieme competenze comunali, tecnici ed esperti, consulenti associati, Universita’, con i suoi propri strumenti di ricerca, esperti delle reti associative locali, con l’obiettivo di arrivare alla Progettazione e Pianificazione, da parte dell’Amministrazione attiva e di controllo, di un piano pluriannuale d’USCITA dall’emergenza, per offrire una prospettiva di superamento della CRONICA carenza abitativa delle famiglie disagiate.

C) Utilizzo della mano d’opera delle famiglie senza casa, organizzate in cooperative, per auto-recuperare immobili pubblici utilizzabili come abitazioni.

D) COSTRUIRE un piano pubblico di edilizia sociale per il RECUPERO di edifici fatiscenti e pericolanti, aree abbandonate, di recupero di caserme, conventi e istituti religiosi disabitati, per trasformarli in spazi comuni e di emergenza.

Interventi a lungo termine

Utilizzare i fondi europei o i trasferimenti Statali per il recupero degli Immobili nel centro storico ad uso abitativo, anche in questo caso utilizzando lo strumento dell’auto-recupero.

Questi alcuni spunti sintetici che rappresentano, un programma che consegniamo, come nostro contributo di merito, alla discussione cittadina.

Si deve ovviamente, intendere come traccia e, non come una proposta esaustiva, che necessita approfondimenti e lavori specifici nello studio d’attuazione.

Il Comitato di lotta per la casa 12 Luglio

Redazione

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