Lo scrutinio prosegue a rilento perché si conteggiano, contemporaneamente, i voti dei candidati alla presidenza della Regione e quelli dei candidati delle liste. Tant’è vero che, quasi in contemporanea, arrivano i risultati parziali di tutt’e due le competizioni elettorali.
In questa fase si può tentare di ipotizzare quali Partiti avranno accesso all’Ars e chi, invece, resterà fuori. Se lo scrutinio confermerà il 15 per cento circa di voti al Movimento 5 Stelle è probabile che alcune forze politiche tradizionali restino fuori da Sala d’Ercole. E’ noto, infatti, che la legge elettorale siciliana prevede uno sbarramento del 5 per cento.
Il quorum per avere propri rappresentanti all’Ars si è abbassato rispetto a quattro anni fa. Con una partecipazione al voto del 47 per cento circa di elettori, per arrivare al 5 per cento bastano 95 mila-100 mila voti (nel 2008, con un’affluenza al voto di oltre il 66%, il quorum oscillava tra 115 e 120 mila voti).
In questo momento – ma la situazione potrebbe cambiare – i Partiti messi meglio sembrano il Movimento 5 Stelle con quasi 59 mila voti pari al 14,5%; il Pd con circa 56 mila voti pari al 13,6%; il Pdl con 56 mila voti, pari al 12,6 %. Tra le altre forze politiche ‘camminano’ l’Udc, che è oltre i 40 mila voti (10%) e il Partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo con circa 37 mila voti (8-9%).
Poi la lista di Rosario Crocetta a 27 mila voti. Grande Sud di Gianfranco Miccichè è a 25 mila voti. E, ancora, il Cantiere Popolare-Pid a 23 mila voti e la lista Musumeci a 21 mila voti.
In questo momento la lista della Sinistra, Italia dei Valori e Futuro e libertà dovrebbero essere fuori dall’Ars.
Come già accennato, si tratta di dati in evoluzione. Ciò posto, queste dovrebbero essere le forze politiche che, grosso modo, dovrebbero entrare a far parte della futura Assemblea regionale siciliana (l’incognita potrebbe essere rappresentata dal Cantiere Popolare-Pid e Lista Musumeci, che sono un po’ a rischio).
Liste, grillini primi in Sicilia
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