I ‘misteri’ di Riscossione Sicilia spa

LA LEGGE DI ASSESTAMENTO DI BILANCIO APPROVATA DALL’ARS STABILISCE CHE LA SOCIETA’ REGIONALE NON DEVE CHIUDERE SEDI PERIFERICHE. MA LA SOCIETA’ – COME E’ STATO SOTTOLINEATO NEL DIBATTITO DI SALA D’ERCOLE DI OGGI – CONTINUA A SBARACCARE. CHE COSA C’E’ SOTTO? UNA NUOVA ONDATA DI “MACELLERIA SOCIALE”?

Nel dibattito andato in scena oggi a Sala d’Ercole sono emersi spunti interessanti. Non soltanto sulle parti della legge di assestamento impugnate, ma anche su altri argomenti. Esempio: Riscossione Sicilia spa, società controllata per il 99 per cento dalla Regione.

Ci ha colpito, in particolare, la denuncia del parlamentare della Lista Musumeci, Gino Ioppolo. Se quello che ha detto questo deputato di Sala d’Ercole è vero, siamo davanti a uno scandalo, che potrebbe esplodere nelle prossime settimane, che potrebbe essere ben più grave – almeno in termini finanziari – degli affidamenti del Piano Giovani.

Ioppolo è partito da un articolo della legge di assestamento di Bilancio (articolo 66) che “in tanti – ha ricordato il parlamentare della Lista Musumeci – davano matematicamente impugnato, ma che invece non è stato impugnato”.

“Questo articolo della legge – ha ricordato il deputato – impone a Riscossioni Sicilia spa di non chiudere più le sedi nelle varie province della Sicilia. Da quello che apprendiamo, questa società, che è interamente regionale, starebbe continuando a chiudere le sedi”.

In effetti, Riscossioni Sicilia ha già chiuso le sedi di Sciacca e di Caltagirone. E forse ha chiuso o starebbe per chiudere anche lo sportello di Trapani.

Ioppolo ha invitato l’assessore regionale all’Economia, Roberto Agnello, che oggi era presente al dibattito di Sala d’Ercole, a intervenire presso Riscossioni Sicilia spa, intimandogli di bloccare la chiusura di altre sedi e di riaprire le sedi.

“Ne va di mezzo – ha detto Ioppolo – la dignità di questo Parlamento e di noi parlamentari: non possiamo approvare un legge per poi vedere che una società controllata dalla Regione non la applica”.

Va ricordato che, durante il dibattito che ha portato all’approvazione, da parte dell’Ars, della legge di assestamento di Bilancio 2014, il tema Riscossioni Sicilia spa è stato affrontato da tanti punti di vista.

E’ stato accertato che, alla fine, il costo delle sedi periferiche – che Riscossioni Sicilia spa ha iniziato a chiudere – riguarda solo il pagamento delle sedi, visto che il personale deve essere pagato comunque.

I Comuni si sono di offerti di pagare l’affitto.

“Dunque – ha detto oggi in Aula Ioppolo – non c’è motivo di chiudere altre sedi. Anzi, Riscossioni Sicilia deve riaprire subitole sedi che, inopinatamente, ha chiuso”.

Questo lo scenario. Che, però, potrebbe riservare altre sorprese. Quali sorprese? Per esempio, debiti che non sono ancora venuti fuori.

Sotto questo profilo, interessante è stato l’intervento della parlamentare dell’Udc, Margherita La Rocca Ruvolo. Che ha parlato di 22 milioni di euro di costi per l’informatica. “Una cifra – ha detto la parlamentare di Sala d’Ercole – che, se dovesse essere confermata, sarebbe fuori da ogni logica economica”.

La deputata ha citato anche un altro esempio: l’esternalizzazione di alcuni servizi disposta dai vertici di Riscossioni Sicilia.

“Mi dicono – ha affermato Margherita La Rocca Ruvolo – che la società regionale avrebbe esternalizzato il servizio notifica delle cartelle esattoriali al costo di 3,5 euro per notifica. Quando utilizzando il personale interno il costo di abbasserebbe a 0,50 euro”.

Insomma, qualche stranezza in questa società c’è. E c’è anche il timore – come già accennato – che potrebbero emergere ‘sorprese’ non esattamente gradevoli.

Da qui una domanda: non è che la chiusura delle sedi – economicamente immotivata – sarebbe prodromica ad altri provvedimenti, per esempio a manovre sul personale?

Non sfugge agli osservatori che l’attuale Governo regionale ripete che non farà “macelleria sociale”, facendo finta di non vedere che la “macelleria sociale”, in Sicilia è già in corso…

Redazione

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