I grillini non ci stanno, loro non si sentono dei sconza gioco, per non aver votato il Dpef , Documento di programmazione economica e finanziaria). Ed oggi a Palazzo dei Normanni (o Palazzo Reale) hanno convocato una conferenza stampa per rispondere alle accuse ingiuste rivoltegli sia da destra che da sinistra. Ma anche per illustrare le criticità del provvedimento (morbido e poco efficace) adottato dal Governo Crocetta sulla sospensione dei lavori del Muos di Niscemi.
Noi non abbiamo nulla in contrario con il Dpef – ha precisato il vicepresidente vicario dell’Assemblea regionale siciliana, Antonio Venturino – che è stato valutato in maniera positiva sia dal gruppo che dai nostri tecnici. Mariella Lo Bello (assessore regionale al Territorio e Ambiente, ndr) ha detto che noi abbiamo posto un ultimatum. Niente di vero, ma è giusto che l’opinione pubblica venga sensibilizzata sul Muos. A fronte degli annunci e delle conferenze stampa fatte dal governatore della Sicilia, i lavori non si sono fermati.
Qualcuno vi imputa che state facendo questo gran baccano solo per meri fini elettorali, hanno sussurrato i cronisti presenti in sala stampa. “Non c’entra nulla la campagna elettorale hanno risposto i grillini – né vogliamo fare alcuna strumentalizzazione. Stiamo solo dando seguito alla volontà del Parlamento siciliano”.
Nelle scorse settimane, infatti, l’Ars ha approvato la mozione che impegna il Governo Crocetta a sospendere i lavori del sistema radar che la Marina militare americana sta realizzando a Niscemi. Eppure, secondo i deputati del M5S, il provvedimento mostra delle evidenti criticità. Chiediamo quali.
Ebbene – ha spiegato Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente allArs, che ieri notte ha studiato le carte con diversi docenti universitari – secondo larticolo 700 del codice di procedura civile, chi ha fondato motivo di temere che, durante il tempo occorrente per far valere il suo diritto in via ordinaria, questo può essere minacciato da un pregiudizio imminente ed irreparabile, può chiedere, con ricorso al giudice, i provvedimenti durgenza che appaiono più idonei ad assicurare gli effetti della decisione sul merito.
I presupposti per la concessione della tutela in via durgenza sono il fumus boni iuris (la cui verifica implica la formulazione di un giudizio di probabilità per leventuale fondatezza della pretesa) e il periculum in mora (ossia un pericolo al quale il ritardo può esporre il diritto).
Arriviamo alle criticità. La prima è legata al fatto che il procedimento si qualifica come rimedio straordinario attivabile in quelle ipotesi per le quali non vi è altra strada percorribile, a meno di dilatare i tempi e quindi provocare un danno o un concreto pericolo. Il caso in esame prevede già il meccanismo dellautotutela, che riconosce allamministrazione regionale di risolvere autonomamente un conflitto attuale o potenziale con i destinatari dei provvedimenti e di sindacare la validità dei propri atti.
La seconda è legata alla documentazione ad oggi acquisita e sulla quale il giudice civile dovrebbe fondare il suo convincimento. In altre parole, il fumus dovrebbe fondarsi su quelle analisi che lo stesso assessore Lo Bello ha dichiarato incomplete e per le quali i grillini chiedono una doverosa integrazione.
La terza è connessa al tempo. Consolidata giurisprudenza afferma linammissibilità del ricorso ex art.700 quando il ricorrente abbia attivato il ricorso dopo aver fatto decorrere un notevole lasso di tempo dallinsorgere pregiudizio supposto come imminente ed irreparabile. Questo lasso di tempo è di per sé ostativo allammissibilità di un ricorso durgenza.
La pericolosità del sistema Muos, in realtà, è nota da tempo. Già la relazione del professor Zucchetti ha aggiunto Trizzino – risale ad oltre un anno fa, ma ben più remote sono le analisi e gli studi sugli effetti delle 46 antenne già presenti sul sito militare.
Infine, è bene ricordare che il Tar ha già rigettato la richiesta di sospensiva e così lo stesso Cga, eppure la richiesta giudiziale di sospensione fu avanzata dal Sindaco di Niscemi oltre un anno fa. Quindi, immediatamente dopo aver preso conoscenza della relazione Zucchetti-Coraddu (si tratta di due esperti autori di una relazione tecnica che ha fatto luce sui pericoli legati alla presenza del Muos).
Alla luce di queste considerazioni – hanno detto in coro i grillini – appare evidente come la scelta migliore sia quella di agire in autonomia, revocando lautorizzazione per vizi di legittimità, i quali, tra laltro, sono stati ampiamente discussi durante laudizione di Niscemi.
La strada che proponiamo – ha detto Trizzino (nella foto a destra) – è quella di agire in autonomia, revocando lautorizzazione concessa agli americani per vizi di legittimità.
Lautorizzazione, secondo il presidente della commissione Ambiente dellArs, sarebbe illegittima per i seguenti motivi:
· viola il regolamento della Riserva che pone il divieto assoluto in zona “A” di realizzare nuove costruzioni ed esercitare qualsiasi attività recante trasformazione del territorio;
· viola la disciplina in materia di conferenza di servizi nella specie l’art. 122 della Legge Regionale 6/2001 e la Circolare dell’Ass. Territorio ed Ambiente secondo cui “le opere espressamente vietate dai regolamenti e non compatibili con il vincolo di tutela restano tali e non autorizzabili”;
· viola il piano paesaggistico della provincia di Caltanissetta approvato con Decreto 8471/2009 che impone il massimo grado di tutela vietando la realizzazione di tralicci, antenne per telecomunicazione e ogni altra infrastruttura incompatibile con lo stato dei luoghi;
· viola la normativa in materia di radioprotezione, Legge 36/2001, in quanto le rilevazioni condotte da Arpa sono state effettuate con strumentazioni inadeguate che hanno sottostimato i campi rilevati. Così come evidenziato nella relazione tecnica dei Prof. Zucchetti e Coraddu e rimarcato dall’assessore Territorio ed Ambiente durante l’audizione di Niscemi che – testualmente – dichiara: “Credo che l’Arpa non funzioni bene, quindi va assolutamente rivista;
· viola il principio di precauzione in quanto non tiene conto dei possibili malfunzionamenti dell’impianto i quali come rivelato dalle relazioni tecniche emerse potrebbero provocare gravi danni alle persone accidentalmente esposte fino ad un raggio di 20 km;
In attesa di un segnale della Regione, il presidente della commissione Ambiente continua a muoversi per sbarrare la strada al Muos. Per il 5 febbraio infatti è in programma, sempre all’Ars, un’audizione di associazioni, comitati ed esperti davanti alle commissioni legislative riunite Ambiente e Sanità.
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