«Si deve rendere merito a Francantonio Genovese di aver creato una squadra che, oltre a essere qualificata, è giovane e potrà portare un grande contributo a Forza Italia». Così Gianfranco Micciché, coordinatore siciliano del partito di Berlusconi, accoglieva qualche giorno fa il passaggio dell’ex deputato del Pd e di una nuova generazione in rampa di lancio. Chi sono i giovani genovesiani che da adesso in poi metteranno «fantasia, stimoli nuovi e freschezza», secondo le parole dello stesso Genovese, a servizio di Forza Italia? Una trentina di under 35, tra chi ha fatto carriera all’università e chi ha già esperienza di quartiere e di consiglio comunale.
Sul perché gli abbiano dato fiducia – come gran parte dei consiglieri comunali del Pd, ultima in ordine di tempo la presidente Emilia Barrile – l’ex deputato spiega: «Hanno seguito le loro idee. Non la persona, ma il percorso di democrazia che vogliamo portare avanti in piena autonomia dentro Forza Italia». Per sette mesi in carcere e per quattro ai domiciliari a causa del coinvolgimento nel processo Corsi d’oro sullo scandalo che ha squassato la formazione professionale, Genovese è stato costretto a osservare da lontano lo sviluppo della politica cittadina, ma, appena è stato possibile, si è rilanciato. Con giovani che «abbiano a cuore Messina e il futuro dei messinesi. Anche perché – aggiunge – non mi sembra che questo sindaco abbia migliorato la qualità della vita dei cittadini».
I giovani genovesiani, le idee le esprimono chiaramente. La maggior parte di loro frequenta l’Università di Messina. Come Giuseppe Arcanà, 24 anni, iscritto a Economia aziendale. «Mi sono laureato alla triennale, ora sto facendo la specialistica, poi frequenterò un master a Trapani e vorrei poter lavorare nella mia città e non doverla lasciare. Ecco perché ho deciso di passare a Forza Italia. Ho scelto di seguire quel gruppo di ragazzi come me che da anni fanno scuola di politica nel senso più nobile del termine. Abbiamo voglia di fare bene. Passando a Forza Italia, lo possiamo fare in autonomia con delle linee chiare e un progetto che è quello di ridare a Messina l’importanza che merita».
A coordinare i giovani universitari è Paolo Barbera, 28 anni, consigliere della quinta circoscrizione. «Negli ultimi due anni – spiega – il governo Renzi ha tagliato fuori la nostra città da tutto. A cominciare dal masterplan per il Sud, fino al declassamento dell’Autorità portuale. Il Pd messinese non ha avuto voce in capitolo o forse non si è fatto sentire. Adesso – continua – potremo dare vita a un nuovo corso che non è legato a Silvio Berlusconi, a Messina possiamo dettare una nostra linea in piena autonomia». Alle accuse di trasformismo il portavoce del gruppo giovanile di Fi replica: «I partiti sono semplici contenitori, il fine è la democrazia. Portiamo in questo nuovo gruppo politico il progetto che avevamo nel Pd. Per prima cosa cercando di dare voce ai giovani meritevoli, universitari che dopo gli studi spesso sono costretti ad andare via. Sono uno scout e per me è importante lasciare il posto dove sei stato migliore di come lo hai trovato».
L’attivismo che dimostrano a parole ha portati alcuni di loro a riscuotere consensi e diventare nel 2013 consiglieri di quartiere. È il caso dello stesso Barbera, di Alessio Mancuso e di Matteo Grasso. «Non mi rispecchiavo più nel Pd – spiega quest’ultimo, 33 anni e consigliere della quarta circoscrizione -. Con questi ragazzi sono legato da una rapporto di amicizia e di stima e so che in Forza Italia potrò continuare il percorso intrapreso». Collega di consiglio di quartiere è Antonio Giannetto, 29 anni. «A prescindere dai partiti – sottolinea – l’obiettivo dovrebbe essere quello di migliorare la qualità di vita dei cittadini. Per me fare politica è una vocazione. Conta dare risposte concrete con i fatti. La nostra città – auspica – potrebbe essere il gioiello della Sicilia».
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