«Non lo chiamerei cambio di direzione», questo il commento di Sabrina Figuccia alla domanda sul passaggio suo e del fratello Vincenzo alla Lega di Matteo Salvini dopo le ultime esperienze di militanza in partiti a vocazione centrista. Lei consigliera comunale alla prima esperienza tra i banchi di sala delle Lapidi, lui deputato regionale alle seconda legislatura e con un curriculum politico piuttosto lungo nonostante i 46 anni, entrambi nel gruppo misto dopo avere lasciato in corsa le compagini con cui sono stati eletti, ma soprattutto entrambi figli di uno dei decani della politica cittadina a Palermo, Angelo Figuccia.
Militanti nella Forza Italia di Berlusconi, candidati con il Movimento per le autonomia di Raffaele Lombardo, l’ultima esperienza con l’Udc, la famiglia non si è mai legata per troppo tempo a un partito. «Sicuramente il nostro orientamento è stato sempre di centrodestra – spiega Sabrina – La Lega è una delle piattaforme che in questi anni è cresciuta di più trovando degli equilibri diversi e diventando quello che a livello nazionale è il primo partito, ma trovando anche una sua identità nei territori. È questo che ci ha incuriositi di più, guardando anche ai partiti tradizionali. Prima di aderire il percorso è stato lungo. Abbiamo guardato alle zone del nord e del centro, dove il partito ha fatto tanto di positivo, e abbiamo pensato: “Perché non prendere questo modello e adattarlo al nostro territorio?” Questa è stata la leva che ci ha mosso».
In sala delle Lapidi Sabrina Figuccia troverà ad aspettarla Igor Gelarda e Alessandro Anello, gli altri due componenti del gruppo della Lega, di recente orfano di Elio Ficarra, che ha fatto il percorso inverso, passando al gruppo misto. «Ho ottimi rapporti con entrambi – dice – credo che Igor in questi anni abbia fatto un grande lavoro. Alle scorse amministrative la Lega non era riuscita a prendere neanche un seggio, non aveva nessun radicamento territoriale, adesso invece c’è una struttura abbastanza coesa, soprattutto, cosa che non mi aspettavo, in termini di militanza attiva. Ho trovato in questi giorni tanto entusiasmo, telefonate di simpatizzanti. è un partito che credo che abbia questo tipo di struttura anche al nord, guarda alla base come gruppo di partenza: alla militanza attiva, alle persone che creano un partito dal basso, cosa che tanti dei partiti tradizionali hanno perso. Il non chiudersi nelle segreterie, fare una politica di strada, dai piccoli problemi a quelli più strutturati».
«Le battaglie saranno identiche a quelle che ho sempre fatto – dice ancora Sabrina – le problematiche sono le stesse di un giorno, due giorni, tre mesi fa, ma anche di quarant’anni fa. Ho 42 anni e non faccio politica da sempre, seppur venga da una tradizione familiare. Credo che serva un processo di cambiamento che ancora si deve avviare». Per questa loro scelta, il cambio di insegne politiche e l’adesione al partito di Salvini, i Figuccia sono anche stati tacciati di populismo. «La nostra vera forza è mantenere un contatto diretto con la gente – conclude la consigliera comunale – Alla fine, se populismo significa stare dalla parte del popolo, allora sono tutta la vita populista. Noi abbiamo una storia umile, mio padre nasce metalmeccanico, ci piace stare con la gente». E sul ruolo di Angelo: «Ci ha consigliati, supportati, ma noi cerchiamo di fare una giusta commistione tra tradizione e innovazione, prendiamo il meglio delle sue esperienze e tentiamo di tradurlo nel nostro linguaggio».
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