I dati strampalati di Palazzo Chigi su Sala d’Ercole Delrio: alla Sicilia togliano un miliardo e 200 mln di fondi

Ieri la presidenza del Consiglio dei Ministri ha diffuso una serie di raffronti tra i costi delle Regioni italiane. La Regione siciliana risulta tra le più spendaccione. Oggi il sottosegretario, Graziano Delrio, in un’intervista al quotidiano Il Mattino di Napoli annuncia che tutte le risorse del Pac (Piano di azione e coesione) destinate al Sud d’Italia – fondi europei e Fas, Fondi per le aree sottoutilizzate, circa 3,5 miliardi di euro che erano stati riprogrammati lo scorso anno dall’ormai ex Ministro Fabrizio Barca – verranno dirottati altrove. Le due notizie vanno lette insieme. Proviamo a raccontare il perché. 

Nei dati diffusi ieri la Regione siciliana spenderebbe, per la propria attività istituzionale, circa 136 milioni di euro. Mentre la Lombardia supererebbe di poco i 40 milioni di euro. Dunque, in base a questi dati, la Sicilia spenderebbe più del triplo di quanto spendono i lombardi. Ma le cose stanno proprio così? Non esattamente. Vediamo il perché.

Intanto nel 2014 l’Assemblea regionale siciliana è costata 149 milioni di euro. Mentre il prossimo anno costerà 146 milioni di euro. Quindi il dato fornito ieri da Palazzo Chigi è sbagliato per difetto. 

A questo punto, la prima precisazione: dai 146 milioni di euro delle spese dell’Ars vanno tolti oltre 70 milioni di euro. Sono i costi dei pensionati (ex deputati di Sala d’Ercole ed ex dipendenti del Parlamento siciliano) e dei vitalizi (che dal prossimo anno sono aboliti). 

Qui già viene fuori l’inconsistenza del raffronto tra Sicilia e Lombardia. I 40 milioni di euro della Lombardia fanno riferimento al solo costo del Consiglio regionale, mentre nei 146 milioni dell’Ars ci sono pure i costi del personale in servizio e dei pensionati (che in Lombardia sono a carico dell’Amministrazione regionale lombarda). 

Il raffronto – come ha detto ieri il parlamentare regionale del Pd, Antonello Cracolici – è sbagliato. Perché in Lombardia c’è una sola Amministrazione regionale, mentre in Sicilia l’Ars ha un bilancio a parte rispetto all’Amministrazione regionale. Come già accennato, non si possono raffrontare un’Amministrazione (quella dell’Ars) che paga pensionati e dipendenti del Parlamento, con la Lombardia, dove i circa 40 milioni di euro rappresentano solo il costo del Consiglio regionale. 

Tra l’alto, dalla prossima legislatura i parlamentari di Sala d’Ercole passeranno da 90 a 70. Mentre dall’agosto di quest’anno l’Ars ha tagliato una piccola parte delle retribuzioni dei deputati e ha introdotto il tetto di 240 mila euro lordi annui per i dirigenti (passaggio non secondario, se è vero che i vertici burocratici del Parlamento dell’Isola viaggiavano sui 500-600 mila euro lordi all’anno). 

Resta da chiedersi: perché, ieri, il Governo Renzi ha diffuso dati che, per ciò che riguarda la Regione siciliana, sono totalmente inattendibili? La risposta è duplice. In primo luogo, perché questo rientra nell’attacco al regionalismo (basti pensare ai tagli alle Regioni operati dal Governo Renzi). La seconda risposta la dà oggi nella citata intervista il sottosegretario Delrio. Il quale dice che il miliardo e 200 milioni di euro destinato alla Sicilia verrà dirottato altrove. 

Anche in questo caso siamo davanti a un’informazione quanto meno strana. Delrio dice che il Governo nazionale del quale fa parte ha recuperato questi soldi che, altrimenti, rischiavano di restare inutilizzati. Le cose non stanno così. Il rischio era presente lo scorso anno. Per scongiurare questo rischio l’ex Ministro Barca ha riprogrammato questi fondi che le Regioni del Sud avrebbero dovuto spendere entro il 2017. 

Il Governo nazionale sostiene che, da qui al 2017, si sarebbe perso troppo tempo. Però, stranamente, ha stabilito che le imprese – quasi tutte le Centro Nord Italia – potranno utilizzare queste somme fino al 2017! Insomma: il Sud avrebbe perso troppo tempo a utilizzare queste somme in tre anni. Le imprese del centro Nord Italia, invece, potranno utilizzarle in tre anni! Di fatto, un raggiro del Governo renzi ai danni del Mezzogiorno, con la connivenza del Parlamento nazionale di nominati.  

Di più: molti distretti socio-sanitari della Sicilia hanno già programmato la spesa dei fondi Pac per anziani, infanzia e minori. Il taglio di fondi, in questo settore, non ha senso. E’ quasi certo che la vicenda finirà sui tavoli dei Tribunali. 

Ancora: se è vero quello che Delrio ha detto al Mattino di Napoli, la Sicilia dovrà fare a meno di oltre 250 milioni di euro del cosiddetto Piano Giovani. Salteranno la terza annualità dell’Avviso 20 – quindi tutti i corsi di Formazione professionale del prossimo anno – i fondi per tirocini formativi che l’ex assessore Nelli Scilabra e la dottoressa Anna Rosa Corsello non sono riusciti ad utilizzare nel 2013 e quest’anno e tutte le altre azioni dello stesso Piano Giovani. Chissà cosa ne penseranno i lavoratori della Formazione professionale della Sicilia.   

Come si può notare – e come abbiamo scritto può volte scritto nelle scorse settimane – quello sui Pac è stato uno scippo del Governo Renzi ai danni del Sud e, in particolare, della Sicilia che non ha alcuna giustificazione. 

Con molta probabilità, le notizie di ieri – sbagliate – sulla Regione siciliana spendacciona sono state solo un goffo tentativo di giustificare il taglio dei fondi Pac.         

    

Giulio Ambrosetti

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