I carabinieri entrano nella casa di un sospetto pusher approfittando di un condomino che aveva lasciato il portone aperto e si sostituiscono allo spacciatore per avere la conferma della sua attività. Curiosa operazione in via Palermo, dove i militari della compagnia di Fontanarossa si sono recati per un sospetto giro di spaccio all’interno di un appartamento. I carabinieri, non potendo fare irruzione nell’abitazione per via di un impianto di videosorveglianza con ben quattro telecamere con la funzione di evitare al pusher visite non gradite da parte delle forze dell’ordine, hanno atteso pazientemente il momento opportuno e sono entrati nel palazzo.
Al secondo piano, in un locale attiguo all’appartamento dell’uomo, hanno trovato quest’ultimo seduto su una sedia davanti a un tavolo sul quale hanno trovato un involucro con alcuni grammi di cocaina, un accendino, un mestolo sporco delle stessa sostanza stupefacente, un telefono cellulare, il monitor delle telecamere, nonché materiale per il confezionamento e ben 1060 euro, ritenuti provento dell’attività di spaccio.
Nel corso della perquisizione i carabinieri, addirittura con l’ausilio dell’impianto di videosorveglianza del pusher, hanno constatato l’arrivo di due clienti e verificato così personalmente le modalità di spaccio. Gli acquirenti infatti, seguendo un copione collaudato, chiamavano l’utenza telefonica dello spacciatore come se fosse un vero e proprio citofono, quindi aspettavano pazientemente che venisse aperto loro il portone. Certamente, però, non si sarebbero mai aspettati che il portone venisse loro aperto dai carabinieri e che, ormai saliti nell’appartamento del loro fornitore, avrebbero dovuto fornire loro le più fantasiose motivazioni a giustificazione della loro presenza. L’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito direttissimo.
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