I 90 deputati di Sala d’Ercole ai Comuni: “Non avete i soldi per pagare gli stipendi? Cavoli vostri!” E si prendono 4 giorni di vacanza

INVECE DI APPROVARE IL DISEGNO DI LEGGE SULLE VARIAZIONI DI BILANCIO I 90 ‘CALIFFI’ DI SALA D’ERCOLE SI SONO PRESI QUATTRO GIORNI DI VACANZA

Nelle ore in cui Sala d’Ercole discuteva la mozione di sfiducia al Governo di Rosario Crocetta il presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta lanciava un appello al Parlamento dell’Isola, chiedendo l’immediata approvazione del disegno di legge sulle variazioni di bilancio. E’ il provvedimento che consentirebbe ai Comuni di superare l’emergenza: ovvero di pagare gli stipendi ai dipendenti che li aspettano da due mesi.

Ma, ieri, i deputati dell’Ars non ce l’hanno proprio fatta a non andare in vacanza per le festività dei Morti e di Ognissanti. Gli stipendi dei dipendenti di oltre 200 Comuni? Se ne parlerà la prossima settimana!

Insomma, ai 90 ‘califfi’ di Palazzo Reale – più i 12 assessori – che continuano a intascare 20 mila euro al mese cadauno, dei problemi reali delle gente non gliene può fregare di meno. Insomma, i dipendenti dei Comuni possono aspettare.

Ieri è andata in scena la conferenza dei capigruppo. La decisione? Una discussione inutile ieri e una nuova discussione inutile oggi prima dei quattro giorni di vacanza. In Aula si tornerà martedì 5 novembre.

Lunedì mattina, cioè quattro giorni fa – i nostri lettori se lo ricorderanno – ci siamo chiesti cosa si sarebbero inventati i 90 deputati dell’Ars per non fare nulla. Non ci siamo sbagliati. A parte la discussione e il voto sulla mozione di sfiducia al Governo – che ha impegnato l’Aula per un giorno – Sala d’Ercole ha fatto passare un’altra settimana in cavalleria. Sembra incredibile ma è così.

Ieri, in Aula, semplici discussioni. Oggi, idem. Cosa, in particolare? “Norme per la promozione ed il sostegno delle imprese dell’informazione locale”; “Condizioni di trasporto pubblico locale e sanzioni amministrative”; “Tutela e valorizzazione delle risorse genetiche ‘Born in Sicily’ per l’agricoltura e l’alimentazione”.

I primi due argomenti potrebbero essere cose seri se venissero trasformati in leggi. La terza cosa sembra una cosa seria, ma è una minchiata: fatta come la presenta il Governo della Regione, infatti, non serve assolutamente a nulla. O meglio, serve a far guadagnare un po’ di soldi all’imbonitore di turno che si presenterà come l’esperto in tutela e valorizzazione del nulla.

 

In Sicilia gli unici soggetti in grado di promuovere i prodotti siciliani – con in testa quelli agricoli – sono i Gal (Gruppi di azione locale) coordinati da Michele Germanà. Ma il Governo di Rosario Crocetta – e in particolare l’assessore Dario Cartabellotta – li hanno bloccati. Prima hanno ridotto e poi hanno bloccato il bando a valere sui fondi del Psr, sigla che sta per Pian di sviluppo rurale. Motivo: i soldi ‘rischiavano’ di essere impiegati bene, cioè senza far ‘mangiare’ politici e burocrati. E questo con i fondi europei, almeno in Sicilia, non si può fare.

Il Governo della Regione, invece di proporre cose inutili che creerebbero altri sprechi in agricoltura, farebbe bene a far conoscere come sono stati spesi i soldi del Psr. Perché il dubbio – che è più che un dubbio, in verità – è che i 2,1 miliardi di euro del Psr siano stati spesi in clientele efferate, anche per foraggiare i già citati politici, amici & dei politici, burocrati e amici & parenti dei burocrati.

Redazione

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