I 12 borghi bianchi più belli d’Italia Ci sono anche Siracusa e Levanzo

Vengono paragonati ai villaggi dell’Andalusia e del sud della Spagna, per il predominante colore bianco. Sono le città bianche del Meridione d’Italia, quasi tutte concentrate in Puglia, ma con due perle siciliane: Siracusa e l’isola di Levanzo, la più piccola delle Egadi.

A stilare la classifiche dei dodici borghi bianchi da non perdere è il portale Skyscanner, motore di ricerca per i viaggi. A farla da padrone nella graduatoria sono le città pugliesi, con al primo posto Ostuni, in provincia di Brindisi. Completano il podio due paesi della Valle d’Itria, Lacorotondo e Cisternino. Seguono Martina Franca, Ceglie Messapica, Molfetta e Trani. Quindi, spostandosi in altre regioni d’Italia, si incontrano Matera, Atrani, in provincia di Salerno, Ascoli Piceno e le due siciliane. 

Di Siracusa si ricorda l’uso della pietra bianca giuggiulena. «La parte più antica della città, Ortigia – descrive il sito – è un’isola nell’isola. L’alternarsi del bianco degli edifici e l’azzurro del mare la rendono davvero unica ed indimenticabile. Non dimenticate di ammirare la meravigliosa piazza e il Duomo. Costruito su un vecchio tempio dorico, questa opera d’arte è molto suggestiva all’ora del tramonto». 

La piccola isola di Levanzo, spesso sottovalutata rispetto alla vicina e più turistica Favignana, viene definita «la perla del Tirreno». «Il bianco delle case e il blu del mare – si legge – si intrecciano in perfetta armonia. Visitarla vi farà tornare indietro nel tempo, visto che, la sua particolarità è l’arretratezza. Un paesaggio fantastico che deve rimanere così intatto». Levanzo – rocciosa e dolomitica, già chiamata dai Romani Phorbantia –  è grande poco meno di sei chilometri quadrati, è costituita da un piccolo villaggio che si affaccia sul porticciolo di Cala Dogana da dove è possibile, attraverso sentieri curati dalla forestale, raggiungere Cala Minnola e la spianata che ospita un esempio di architettura rurale, l’edificio delle Case Florio con l’annessa fattoria. Un altro sentieri conduce dal paese verso la grotta del Genovese, sito di epoca preistorica dove sono stati trovati pitture e graffiti del periodo paleolitico e neolitico raffiguranti figure stilizzate di uomini, uccelli, pesci. E poi ci sono i fondali, dove gli appassionati di sub troveranno reperti archeologi tutelati dalla Soprintendenza del Mare.

Redazione

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