Helg, la corruzione dell’antimafia  I guai di Gesap e Camera di commercio

E’ passata appena una settimana da quando Roberto Helg, presidente della Camera di commercio di Palermo, è stato prelevato dal suo ufficio con un blitz dei carabinieri per essere arrestato. Con una mazzetta da centomila euro estorta al pasticcere Palazzolo. E’ stato arrestato nel suo ufficio alla Camera di commercio, per un reato, invece, contestatogli in quanto numero due di Gesap, l’azienda che gestisce l’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo.

Due incarichi di rilievo, due ruoli che si intrecciano e che infangano ancora una volta antimafia e imprenditoria nostrana. Infatti il superdirigente, che da sempre aveva fatto della legalità la sua bandiera, promuovendo una lotta contro pizzo e pressioni della malavita sugli imprenditori al motto di «Denunciate», con il suo reato ha innescato un effetto domino che sta aprendo vasi di Pandora fino a quel momento chiusi ermeticamente.

Si sta abbattendo una bufera sulla Camera di commercio, ma soprattutto su Gesap, i cui dirigenti, anime dei diversi azionisti, tra cui Camera di commercio, provincia di Palermo e comune di Cinisi, in convulse riunioni di consiglio stanno per far fuori Carmelo Scelta, da dieci anni direttore generale della società, coinvolto in quanto proprio lui avrebbe consigliato a Palazzolo di rivolgersi a Helg per il rinnovo degli spazi nello scalo palermitano.

Dalla società che gestisce il Falcone Borsellino non trapela nulla, il presidente Fabio Giambrone si è chiuso nel silenzio e parla solo tramite rigidi comunicati stampa. Anche Carmelo Scelta non ha rilasciato nessuna dichiarazione. Si attende l’11 marzo, giorno in cui i vertici della Gesap incontreranno Vito Riggio, presidente dell’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, che nelle ultime ore ha chiesto spiegazioni su questi turn over e sulla rimozione di Scelta dal suo incarico: «E’ chiaro che la società è libera di cambiare assetto, ma ci deve almeno una spiegazione, perché è l’Enac che deve certificare questo tipo di incarico. Il direttore è il nostro referente, è il responsabile della sicurezza dell’aeroporto, una figura senza la quale l’aeroporto non può nemmeno rimanere aperto». Le parole di Riggio sembrano mettere in discussione la revoca di Scelta, e pongono al centro la privatizzazione della società: «Secondo me, l’unico modo per arginare le irregolarità emerse è quello di liberarci da tutte queste partecipate pubbliche che non hanno portato a casa grandi risultati».

L’arresto di Helg rappresenta contemporaneamente l’ennesima batosta per il mondo delle associazioni imprenditoriali siciliane. D’altronde è passato appena un mese dall’inchiesta su Antonello Montante, numero uno di Confindustria Sicilia e delegato per la legalità per Confindustria nazionale, coinvolto, in base alle dichiarazioni di alcuni pentiti, in «amicizie pericolose.

Nel frattempo a traghettare la Camera di commercio palermitana in questo momento difficile è il vicepresidente Alessandro Albenese, anche Presidente di Confindustria Palermo, che all’epoca dell’inchiesta contro Montante firmò, insieme ai vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia, Piccola Industria e Giovani industriali dell’Isola, una nota congiunta ribadendo «la piena fiducia nell’operato del nostro presidente», in queste ore non si nasconde e anzi dichiara: «Ben vengano i controlli da parte della Regione», a seguito del paventato commissariamento dell’ente.

E mentre si attendono con ansia le dimissioni di Roberto Helg, unico espediente per liberare dall’imbarazzo l’ente e i suoi consiglieri, dipendenti, imprenditori e professionisti dell’antimafia raccolgono i cocci dell’ennesimo scandalo al sole di Sicilia.

Roberta Zarcone

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