Gli Usa attaccheranno la Siria? Ieri mattina una nave statunitense, con 4 elicotteri ed equipaggiamenti lancia missili, ha attraversato il canale di Suez, diretta verso le coste siriane, mentre la Gran Bretagna, ha già inviato i suoi caccia nelle basi cipriote. Nelle dichiarazioni ufficiali di Washington, Londra e Parigi, in queste ultime ore, si registra qualche tentennamento che va nella direzione della ricerca di soluzioni politiche.
Al di là di tutti i dubbi sulla legittimità di questo eventuale attacco, in Sicilia, la domanda delle domande resta una: se l’allegra brigata formata da Usa-Gran Bretagna-Francia attaccherà Damasco, anche la base Usa di Sigonella, a pochi chilometri da Catania, sarà coinvolta in questa ennesimo ‘intervento’ a stelle e strisce nel Mediterraneo?
La domanda potrebbe risultare retorica a giudicare dal passato: praticamente, in ogni guerra armata dagli Stati Uniti nel Mediterraneo, le basi siciliane, da Sigonella a Birgi sono state super attive. E nessuno si è mai premurato di avvisare la Sicilia.
E oggi? Le dichiarazioni del ministro degli Esteri del nostro Paese, Emma Bonino, hanno creato qualche ‘illusione’ nell’Isola. L’Italia, ha detto il ministro, non prenderà attivamente parte a operazioni decise al di fuori del Consiglio di Sicurezza dellOnu, e Roma non concederà luso delle basi militari sul territorio nazionale per eventuali operazioni in Siria.
Ma questo vale anche per la base siciliana di Sigonella? In realtà, non lo sanno neanche loro. Contattato da LinkSicilia, il Ministero degli Esteri ci ha suggerito di rivolgerci al Ministero della Difesa per avere una risposta. E Lo abbiamo fatto.
“L’utilizzo della base di Sigonella, in una eventuale guerra, è regolato dagli accordi bilaterali Nato-Sofa- dice, in esclusiva a LinkSicilia, una fonte ufficiale della Difesa italiana- questo vuol dire che gli Usa sono tenuti ad informare il Paese ospitante la base di un eventuale coinvolgimento in operazioni simili. Finora- sottolineano dal Ministero della Difesa– non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione”.
Da questo si può dedurre, come hanno fatto molti giornali siciliani, che gli Usa, nei loro piani di guerra, finora non hanno tenuto conto della base di Sigonella? Non proprio. E’ più probabile che, l’urgenza dell’attacco, si sia attenuata. O che, comunque, gli Usa non sentano ‘l’ urgenza’ di informare l’Italia dell’eventuale coinvolgimento della base siciliana.
“Informare” non a caso è il termine usato dal Ministero della Difesa. Che è ben diverso dal chiedere l’autorizzazione.
D”altronde, a giudicare dai fatti relativi al Muos di Niscemi, gli Usa nell’Isola, fanno un po’ come gli pare.
Ricordiamo che nella base Naval Air Station della Sesta Flotta USA, Sigonella, sono schierati, in numero imprecisato, Global Hawk e i droni MQ-1 Predator, utilizzati in particolare per individuare gli obiettivi e dirigere i bombardamenti dei caccia della coalizione a guida Nato.
E che i siti vicini ai militari danno per scontato un coinvolgimento di Sigonella. Anche se il Governo italiano e quello Siciliano, ancora non lo sanno. Su aviatonist.com, leggiamo, ad esempio, che i Global hawk di Sigonella saranno usati nella fase post bombardamento:
Mentre su un articolo pubblicato ieri da marinecorpstimes.com, sempre a proposito di un eventuale attacco alla Syria, leggiamo che:
“Also in the region are members of Marine Aerial Refueler Transport Squadron 234. Members of VMGR-234 deployed to Naval Air Station Sigonella, Italy, in June. The Marines have been tasked with refueling not only U.S. aircraft, but also aircraft from allied countries, according to a Marine Corps news release. The squadron recently took part in aerial refueling missions to provide fuel in the air for the Moroccan air force”.
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