Guardia di finanza, i numeri dell’attività 2013 Manna:«414 milioni sequestrati alla mafia»

«Al mio arrivo lo scorso agosto ho trovato un treno in corsa, guidato dal mio predecessore, che spero di far correre ancora di più». Sintetizza così un anno di attività il Colonnello  Roberto Manna, comandante provinciale della Guardia di finanza di Catania. Un 2013 che ha visto «un impegno ripartito in tre grandi settori: lotta all’evasione fiscale, tutela della spesa pubblica e contrasto alla criminalità organizzata». Tre macro-settori per i quali l’attività di polizia economico-finanziaria ha prodotto grandi risultati, a giudicare dai numeri: 300milioni di euro di ricavi non dichiarati, danni erariali per 183 milioni di euro e soprattutto «414 milioni di euro sequestrati alla criminalità organizzata, la più ganze emergenza in città, perché inquina la società a tutti i livelli», spiega Manna nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede del comando provinciale della Gdf. Che approfitta dell’occasione per ringraziare «Comune di Catania, Prefettura, Dda e le altre forze di polizia per il lavoro di sinergia svolto».

Da sottolineare accanto ai 152 accertamenti patrimoniali nei confronti di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, con 67 denunce e 33 arresti, anche i dati relativi agli evasori totali nella provincia di Catania. «Sono stati trovati 155 evasori totali, per lo più commercianti al dettaglio e nel settore della vendita di automobili, per un totale di oltre 200 milioni di euro occultati al fisco», riferisce Manna. E sempre nel settore del contrasto all’evasione fiscale, sono state oltre 5800 i controlli effettuati presso le attività commerciali, dove si mette in evidenza il 54 per cento di irregolarità. «Come dire che una volta su due i commercianti non rilasciavano scontrino», spiega il comandante Gdf. Attività che al loro interno avevano più di 300 lavoratori in nero o irregolari, e per le quali sono scattate sanzioni per 115 datori di lavoro.

Per quanto riguarda la tutela della spesa pubblica, sono stati effettuati 280 interventi, tra quelli disposti dall’autorità giudiziaria e i regolari controlli di natura amministrativa. Oltre ai danni erariali per 180 milioni di euro segnalati alla Corte dei conti, con la denuncia di 115 persone per reati contro la pubblica amministrazione, i finanziaeri hanno constatato 73 milioni di euro di indebite percezioni, tra fondi comunitari e nazionali. Tra le operazioni più in vista dello scorso anno, quelle relative alla operazione Pandora, condotta dal nucleo di polizia Tributaria sulle irregolarità nei contributi ai centri di formazione professionale, che ha già portato all’arresto di 10 persone, oltre ai casi dei rimborsi spese illegittimi all’interno del consiglio provinciale e comunale di Catania.  Moltissimi, inoltre, i casi riguardanti i cosiddetti falsi invalidi, con 82 soggetti accertati come non aventi diritto alle prestazioni sociali agevolate.

Sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata, sono da evidenziare i sequestri di sostanze stupefacenti effettuati: 2800 kg di hashish e marijuana, e 422kg di cocaina. «Per dare una quantificazione numerica – continua Manna – una tonnellata e mezzo di marijuana vale sul mercato illegale almeno 10 milioni di euro, gestito dalla mafia». Il derivato della cannabis viene soprattutto da «piantagioni albanesi», mentre è ritornato in città anche il contrabbando di sigarette. Un «fenomeno estremamente preoccupante, con un guadagno per la criminalità organizzata di almeno il 50 per cento sul prezzo», afferma Manna, al quale si aggiunge l’arrivo di «sigarette contraffatte dalla Cina, vendute anche in zone ben visibili del mercato di piazza Carlo Alberto».

Da segnalare, infine, i sequestri di merci contraffatte, per un valore di circa 3,5 milioni di euro. «Stiamo intensificando i controlli sulle piccole attività illegali – prosegue il comandante – anche per comunicare un maggior controllo sul territorio, perché ogni borsa illegale venduta è un danno per i commercianti onesti che pagano le imposte». Il colonnello Roberto manna sottolinea tuttavia che «l’impegno della Guardia di finanza è quello di abbattere la filiera di importazione di merce illegale, che viene soprattutto dalla Campania. Ogni grande sequestro equivala a centinaia di piccoli controlli», ha concluso il comandante.

Leandro Perrotta

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