Allarme rosso per Berlusconi: nell’Isola i democristiani sono di nuovo in movimento…
Beppe Grillo, dal suo blog, tira dritto: Adesso non c’è più tempo. O vanno a casa loro, o va a casa il Paese. In mezzo non c’è nulla. Prepariamoci alle elezioni per vincerle.
Insomma, per il leader del Movimento 5 Stelle non ci sono più margini di manovra. Se Berlusconi aprirà la crisi di Governo, il Pd non troverà la sponda tra i grillini. Si va al voto, allora?
Le speranze sembrano legate a una fronda nel Pdl che, a quanto si sussurra, potrebbe avere solide basi in Sicilia. Alcuni giornali parlano di Giuseppe Castiglione, che si sarebbe smarcato da Daniela Santanché. In realtà, a guidare la fronda contro il Cavaliere, almeno in Sicilia, potrebbe essere il suocero di Castiglione, Giuseppe Firrarello detto Pino.
Anche se non più parlamentare, Firrarello tira ancora le fila di un sistema di potere che, da Bronte, arriva fino a Catania, con diramazioni verso Messina e altre province orientali dellIsola.
In realtà, non è da ora che Firrarello non sembra più in sintonia con il Cavaliere. Democristiano di razza – in una provincia, Catania, dove, nella Prima Repubblica, nella Dc, bisognava fare i conti con Lingegnere, ovvero con Nino Drago, leader indiscusso degli andreottiani Etnei – Firrarello ha sempre mantenuto libertà di movimento: nella Dc, nei partiti della diaspora democristiana nella seconda metà degli anni 90, dentro Forza Italia e nel Pdl.
Da circa un anno Firrarello è di nuovo in movimento. Ha partecipato attivamente al grande gioco dellestate 2012, che ha portato alleliminazione algebrica di Nello Musumeci nella corsa alla presidenza della Regione. Sottobanco Firrarello avrebbe fatto votare Rosario Crocetta in cambio di un assessorato: patto che lattuale governatore dellIsola ha mantenuto con la copertura dellUdc di Giampiero DAlia. E poi, sempre sottobanco, non avrebbe disdegnato lappoggio ad Enzo Bianco alle ultime elezioni comunali.
Non ci sarebbe da stupirsi, insomma, se oggi Firrarello avesse deciso di formalizzare il suo distacco dal Cavaliere. Del resto, la vita degli ex democristiani, da quando non cè più la grande Dc, più che di grandi amori sembra sia costellata da amorazzi triviali
Anche se il gioco osservato dalla Sicilia sembra di un colore, mentre visto da Roma appare di un altro colore. Perché a Roma il leader dellUdc, Pierferdinando Casini, dopo aver preso la botta micidiale alle ultime elezioni politiche, ha capito che il futuro del suo Partito non sta né nel centrosinistra, né con Mario Monti, ma nel centrodestra. Così, almeno, lascerebbero indentere alcune sui felpate prese di posizione. Dice il vero o fa il democristiano?
Sempre duro con il Cavaliere negli ultimi anni, Casini si è ammorbidito nelle ultime settimane. Sa qualcosa in più di quello che sanno i comuni mortali? Vattelapesca!
Di certo, almeno in apparenza, registriamo una posizione diversa tra Udc romana e Udc siciliana: non più di scontro con Berlusconi a Roma e al Governo con Rosario Crocetta in Sicilia.
Certo, ricordiamoci che stiamo parando di ex democristiani: personaggi capaci di trovare sintesi politiche partendo da posizioni inconciliabili.
Forse la spiegazione di quello che potrebbe succedere a Roma è proprio qui in Sicilia. Dove, negli ultimi tempi, sono nate tante sigle centriste: Marco Forzese di qua, Lino Leanza di là, Giovanni Pistorio che smette i panni ai autonomista arrabbiato per tornare a indossare il suo vecchio vestito democristiano e via continuando.
E in questo scenario magmatico e misterioso che si inseriscono i giochi di Firrarello, che non è meno democristiano di Casini, di DAlia, di Lino Leanza e di Pistorio. Anzi
Insomma, che stanno combinando questi democristiani? Cercheremo di tenervi informati. Avvertendo i nostri lettori che non è semplice andargli dietro, trattandosi di personaggi in grado di giocare su sette-otto tavoli diversi senza perdere il filo che perseguono…
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