«Se potessi ci tornerei domani mattina». Grazia Bucca parla del Kurdistan, dove è già stata due volte come fotoreporter. Lei è palermitana classe 1970, lavora per Studio Camera e la fotografia è il suo strumento di denuncia sociale. Da sempre attivista impegnata su vari fronti è anche una dirigente dell’Arci. Sul Kurdistan non le bastavano le poche notizie che trapelano dai media occidentali, così ha voluto andarci di persona alla prima occasione possibile, che si presenta a cavallo tra ottobre e novembre scorsi, durante le elezioni in Turchia. «Sono partita insieme a un gruppo di osservatori internazionali – spiega la fotografa – i Giuristi Democratici. Volevamo accertarci che la gente potesse essere libera di andare a votare senza condizionamenti».
Le prime elezioni c’erano già state a giugno «Erdogan le ha annullate e rifatte, – continua – quindi la situazione era abbastanza tesa, sia l’Ambasciata che il ministero degli Affari Esteri ci avevano sconsigliato di partire, ma noi siamo partiti ugualmente. E in effetti qualche condizionamento c’era, c’era la polizia armata, i blindati davanti le scuole. Si voleva indurre la gente a stare a casa e a non votare per non far salire al governo l’Hdp (partito democratico del popolo)». Di preciso Grazia è stata in Diyarbakir in Anatolia una regione della Turchia, in Kurdistan del nord o Kurdistan turco dove ha fatto molte foto.
«Sono poi ritornata a gennaio di quest’anno con la scusa di una visita di un gruppo di avvocati. – aggiunge la fotografa – Io e Valentina D’Amico un’amica giornalista di Lecce. Abbiamo trovato una situazione ben peggiore rispetto alla prima volta che c’ero andata durante le elezioni. La città militarizzata, specialmente il distretto del centro storico che si chiama Sur. Le elezioni sono state vinte dall’AKp partito conservatore di Erdogan che ha intenzione di costituire un sultanato e quindi di tornare indietro di anni luce». Hdp è comunque riuscito ad entrare in parlamento. Le sue foto dovrebbero essere esposte in una mostra patrocinata dal Comune di Palermo.
«La situazione è difficile da spiegare per chi non è mai stato lì, ma stride ferocemente. È come se ci fossero due città una dentro l’altra, – conclude Grazia – il distretto di Sur è periferico rispetto alla città nuova, che è relativamente tranquillità, Sur è la roccaforte di Hdp dove ha preso più voti, che viene bombardato.In italia non si sa nulla di quello che sta succedendo perché non trapelano le notizie. Il governo Turco preferisce avere a che fare con l’Isis che i Kurdi. C’è un odio atavico verso i kurdi che sono una minoranza etnica».
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