«Non potevo mai immaginare che sotto l’auto ci fosse una persona e, invece, c’era un morto sotto casa mia». La residente di una delle palazzine che affacciano sul cavalcavia che collega via Passo Gravina al quartiere di San Paolo a Gravina di Catania – che preferisce rimanere anonima – non poteva crederci quando ha visto il video del tentativo di salvare Claudio Paolo Grassidonio. Il 53enne originario di Pedara e volontario dell’associazione nazionale carabinieri che è morto in via Etnea, rimasto incastrato sotto un’auto dopo essere stato trascinato dal fiume in piena sulla strada.
Le dinamiche di quanto avvenuto martedì scorso verso l’ora di pranzo sono ancora incerte. «Non si vedeva proprio niente – racconta la donna che è riuscita a filmare qualche istante dal balcone di casa sua – perché il livello dell’acqua arrivava all’altezza del cambio dell’auto». Affacciata dalla finestra per rendersi conto delle condizioni atmosferiche, la residente ha visto «la macchina di traverso che occupava il centro della carreggiata e impediva la circolazione. Non c’era nessuno dentro e neanche attorno». Nessun boato, nessun rumore, niente che facesse pensare a un incidente. «In un primo momento, ho pensato che qualcuno, per un malore o per paura, avesse abbandonato lì il veicolo».
Sulle dinamiche e sulle cause della morte, istituzioni e organi inquirenti ancora non si pronunciano. «Non era un nostro concittadino ma era come se lo fosse – afferma il sindaco di Gravina Massimiliano Giammusso al nostro giornale – perché girava il territorio in qualità di volontario dell’associazione nazionale dei carabinieri». Stando a quanto ricostruito finora, Grassidonio sarebbe sceso dalla macchina e il fiume di acqua lo avrebbe fatto cadere. «Sono riusciti a individuarlo – prosegue il primo cittadino – grazie alla segnalazione di un automobilista in transito». A tiralo fuori da sotto l’auto e a tentare la rianimazione cardiopolmonare sono stati i volontari della Misericordia di Gravina, di ritorno da un servizio, chiamati a intervenire da alcune persone già presenti sul posto. «Questo però è avvenuto solo dopo almeno mezz’ora», ricostruisce la donna.
Dai video in possesso di questa testata, si vede che alle 12.50 l’Alfa romeo grigia si trova già di traverso al centro di via Etnea. Ma solo alle 13.22 il corpo dell’uomo viene recuperato e trascinato di peso sul marciapiedi. «Hanno provato a rianimarlo per almeno dieci minuti – racconta la residente – ma non c’è stato nulla da fare». Intanto, le indagini stanno facendo il loro corso. «Il magistrato – spiega al nostro giornale Giovanni Iannello, commissario della polizia locale di Gravina di Catania – sulla base della nostra ricostruzione ha ritenuto di procedere come evento naturale e non come un evento che necessita il ricorso alla polizia giudiziaria».
Stando a quanto emerso finora, pare che il veicolo fosse in panne per problemi di natura meccanica. «L’automobilista, forse in preda al panico – prosegue Iannello – sarebbe sceso e si sarebbe posizionato dietro l’auto dove è stato investito da una violenta massa d’acqua che lo ha buttato a terra. Solo dopo – aggiunge – si è trascinato davanti e lì sarebbe deceduto». Sotto una macchina quasi totalmente sommersa dall’acqua e con uno sportello aperto. Questo, secondo la ricostruzione della polizia locale, sarebbe un elemento che farebbe pensare all’ultimo disperato tentativo di salvarsi provato dall’uomo prima di annegare. «Sulle cause del decesso – dice Iannello – sebbene siamo in possesso del referto del medico legale, non possiamo dire nulla».
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