Grammichele, amianto sotterrato vicino a bene confiscato Un anno fa nella stessa area scoppiò il caso delle fumarole

Non solo scarti edilizi, ma anche amianto. Potrebbe esserci questo nell’area di contrada Valverde, a Grammichele, dove la settimana scorsa il personale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha effettuato una serie di scavi e prelievi. I controlli, che rientrano in un procedimento penale aperto dalla procura, hanno riguardato la zona che già a fine 2019 era finita al centro delle cronache per la presenza di fumi provenienti dal sottosuolo. Un fenomeno che aveva portato il sindaco Giuseppe Purpora anche a chiudere per un periodo il plesso scolastico di Piano Immacolata. 

Stando a quanto verificato da MeridioNews, gli scavi hanno portato alla luce anche materiale di piccole dimensioni che potrebbe essere eternit. Un’ipotesi che attende la conferma delle analisi dei laboratori, ma che è sufficiente a riaccendere l’attenzione sul rischio inquinamento in contrada Valverde. Nella zona si trova anche il centro comunale di raccolta. Ma gli immobili interessati dagli accertamenti sono due: uno privato, l’altro da qualche anno passato sotto la gestione statale dopo che il tribunale di Catania ne ha decretato la confisca definitiva

Quest’ultimo in passato era stato di proprietà di Sebastiano Giarrusso, 57enne attivo nel settore del movimento terra condannato in via definitiva per una tentata estorsione a un imprenditore a metà anni Duemila. In quella vicenda emersero i rapporti di Giarrusso con Massimo Oliva e Giovanni Buscemi, entrambi legati alla famiglia mafiosa di Caltagirone e condannati in via definitiva a 12 anni nel processo Iblis. L’immobile oggi fa parte del patrimonio dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, che nei mesi scorsi ha avuto un’interlocuzione con il Comune di Grammichele per la cessione del bene all’ente locale. Nel fascicolo aperto in procura l’Agenzia sarebbe tra le parti offese. Resta invece da capire quanti dei rifiuti pericolosi interrati si trovino anche nell’area confiscata. In particolare l’attenzione sarebbe rivolta a un pozzo. Per adesso, infatti, i sospetti maggiori riguardano un terreno adiacente al bene confiscato. Di proprietà privata, lo stesso sarebbe stato oggetto di un preliminare di vendita in cui l’acquirente è la figlia di Giarrusso

La presenza dei materiali di risulta in contrada Valverde potrebbe risalire a decenni fa. Nel periodo in cui resti di scavi e lavori edili venivano utilizzati per riempire terreni, senza essere trattati come rifiuti speciali. Adesso il timore è che a essere stato scaricato e sufficientemente coperto possa esserci stato anche amianto. 

Simone Olivelli

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