Ormai il destino sembra segnato. Forse si concluderà tutto oggi. Forse domani. Com’è noto, i parlamentari dell’Ars hanno deciso di ‘staccare’ la spina’ al Governo Lombardo nel più semplice dei modi: dimettendosi in massa. Secondo quanto stabilisce la legge, se 46 deputati di Sala d’Ercole su 90 (esattamente, la metà più uno) si dimettono, vanno a casa, contemporaneamente, Governo e Assemblea regionale siciliana. Che è, poi, quello che potrebbe succedere stamattina da un momento all’altro.
Ieri sera, all’appello, per lo scioglimento anticipato dell’Ars, mancavano 8 deputati. Non è improbabile che la notte abbia portato consiglio agli altri parlamentari. L’obiettivo, adesso, è quello di porre fine a un’agonia che dura ormai da molto tempo. Insomma, contro l’agonia del Governo presieduto da Raffaele Lombardo l’eutanasia scelta dall’Ars.
La decisione di passare al contrattacco, da parte dell’Ars, è maturata ieri. Quasi improvvisamente. Proprio mentre il presidente Lombardo era intento a convincere alcuni suoi uomini di fiducia ad entrare nella nuova giunta. Si dice che il governatore abbia raccolto tanti “fammici pensare” e qualche “no”. Come – così si sussurra – il “no” del parlamentare nazionale, Carmelo Lo Monte, che nell’Mpa, a dir la verità, è sempre stato stretto.
Lo scioglimento anticipato dell’Ars e, quindi, la fine anticipata di circa un ano della legislatura, se dovesse arrivare, lascerebbe la Regione in una condizione drammatica. Il bilancio, è noto, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Ma è un bilancio che, in molte sue voci, non può essere reso operativo. Questo perché, sotto il profilo tecnico, è funestato da ‘accantonamenti negativi’ di tutti i tipi. Ovvero interi capitoli, bloccati tutti o in parte, per fronteggiare spese che lo stesso bilancio non ha potuto finanziare per mancanza di soldi. Espedienti tecnici messi in atto – anzi, se dobbiamo dire la verità, imposti, di fatto, dal commissario dello Stato – che, peer quest’ann, si è rifiutato di avallare un bilancio con entrate false.
In questi giorni è all’esame degli uffici del commissario dello Stato una prima manovra di variazioni di bilancio resasi necessaria per sopperire ai problemi di un bilancio troppo ‘ingessato’ dagli accantonamenti negativi. E una seconda manovra è in corso in commissione Bilancio e Finanze. Ma non è detto che verrà portata a termine. Non è da escludere che lo scioglimento anticipato arrivi prima.
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